07/07/2012
Grazie a Soleterre, ecco un racconto drammatico
ma quanto mai emblematico di cosa significhi essere oggi donne emarginate in
India.
Prema ha 38 anni e da 12 ha perso il marito,
morto per cause riconducibili al virus dell’Hiv. L’infezione, probabilmente
contratta da una prostituta durante un lungo viaggio di lavoro nel Nord del
Paese, è stata trasmessa anche alla donna, che però non ha perso la speranza,
continuando a lottare contro la malattia e contro le discriminazioni.
Vedova,
malata, con un figlio da mantenere, Prema ha dovuto affrontare il peggio che la
società indiana possa concepire. Ma ha avuto la forza di guardare avanti,
rimboccandosi le maniche e trovando lavoro come portatrice presso un cantiere
vicino alla propria casa: ovviamente ha taciuto il proprio stato, altrimenti nessuno
glielo avrebbe concesso. Una bugia necessaria. La sua mansione è però di quelle
che, già in buone condizioni di salute, riducono sensibilmente le aspettative
di vita: una fatica improba per una donna nelle sue condizioni.
Arun, 13 anni, suo figlio, capisce che così sua
madre non potrà andare avanti a lungo e decide di abbandonare la scuola: spera
di poter guadagnare un po’ di soldi per dare il suo contributo.
La famiglia di
Prema, intanto, si è mossa per trovarle un nuovo marito e cancellare la
vergogna di essere vedova: a questo punto la donna è obbligata a svelare la
verità sulle sue condizioni di salute. E la famiglia prima e la comunità poi costringono
lei e il figlio a lasciare la casa e a trasferirsi altrove, dove a nessuno sarebbe
più importato.
Arrivata a Nagercoil, disoccupata e ormai
prossima a “mollare”, nella vita di Prema si fa largo un raggio di luce: sono
le operatrici di due associazioni umanitarie, l’Esercito della salvezza e Soleterre.
Curata come mai prima nella sua vita, la donna dimostra da subito un’innata
voglia di mettersi in discussione e si impegna nell’arte della sartoria
producendo prodotti per il mercato locale e internazionale grazie alla guida
esperta di una stilista inviata da Soleterre.
Le cure mediche gratuite e i
controlli regolari messi a disposizione dall’associazione stanno facendo il
resto: e
Prema, infatti,
oggi sta sicuramente meglio: «Se guardo indietro, solo
un anno fa, mi sembra di osservare la vita di un’altra persona. Ero sola,
disperata. Pensavo davvero fosse la fine… ma non ero preoccupata per me stessa,
il mio pensiero andava continuamente a mio figlio. Grazie all’Esercito della Salvezza
e a Soleterre invece sono nata una seconda volta, e mi è stata data un’altra
opportunità».
Alberto Picci