Le parti sociali: un nuovo patto per l'occupazione

30/04/2013
Una manifestazione contro il precariato.
Una manifestazione contro il precariato.

La buona notizia (una delle poche), potrebbe essere la ritrovata unità, dopo anni di divisioni. Per il resto, non c’è molto da festeggiare. L’Italia sta vivendo uno dei suoi peggiori momenti dal punto di vista occupazionale. Gli ultimi dati parlano di una disoccupazione media che si attesta sull’11% (quella giovanile è al 37%).   Il primo maggio Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti parleranno dal palco di piazza IV novembre, a Perugia. L’Umbria è uno dei tanti simboli della crisi: la Regione delle 100 vertenze, dei 28 mila posti di lavoro persi in pochi mesi. E il simbolo dei simboli è rappresentato dalle acciaierie di Terni, di cui ancora non si conosce la sorte. Il modello Umbria non gira più.

Il leader della Cgil Susanna Camusso ha lanciato l’allarme dei finanziamenti della cassa d’integrazione in deroga
(almeno un altro miliardo). Per Raffaele Bonanni quel miliardo si può trovare tagliando alcuni sprechi, a cominciare dai costi della politica e delle istituzioni “irrilevanti”. Ma la partita sulla Cig è solo una delle battaglie unitarie che i sindacati sono tornati a giocare in un momento di stallo economico del Paese. Le lacerazioni degli ultimi anni non hanno certo aiutato l’Azienda Italia sul piano occupazionale e del rilancio industriale.

Un nuovo patto tra confederazioni, da estendere successivamente agli imprenditori, potrebbe aiutare non poco questo Paese. I sindacati e Confindustria ci stanno già lavorando. L’annuncio potrebbe essere dato proprio in occasione del primo maggio, e non solo sul piano delle relazioni industriali, ma anche su fisco, riforme istituzionali e infrastrutture. E non dimentichiamo che sullo sfondo resta il rinnovo del contratto per cinque milioni di lavoratori.

Francesco Anfossi

a cura di Francesco Anfossi e Paolo Perazzolo
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Postato da Andrea Annibale il 01/05/2013 16:32

Penso al futuro di questi giovani senza lavoro: cosa faranno da anziani quando non avranno una pensione adeguata e non ci saranno più i genitori ad aiutarli? Il Papa dice cose giuste che ho letto oggi sulle notizie provenienti da fonti vaticane. Ma nessuno ci spiega come e perché questa crisi si è generata. Dovrebbero essere gli economisti a interpretare e, se possibile, risolvere l’intreccio perverso tra finanza malata ed economia reale. A me pare che, anche in gran parte grazie ad un poderoso fenomeno di evasione fiscale, si sono creati patrimoni e rendite ingentissimi. E oggi, c’è chi vive di questi patrimoni e di queste rendite anziché mettere i soldi a rischio in un’impresa. Mentre una massa di poveri si affaccia sui mercati offrendo se stessi per pochi denari. Favorire la cultura di impresa dovrebbe essere una priorità, invece dall’estrema sinistra c’è chi continua a criminalizzare il capitale di rischio e il mestiere dell’imprenditore; il quale mestiere ha una sua rilevantissima e direi indispensabile funzione sociale. Perché non manteniamo l’IMU, magari colpendo più equamente i grandi patrimoni? Perché non disincentiviamo le rendite? Con il gettito ricavato, si potrebbe detassare il reddito da impresa. La scuola, poi, dovrebbe indirizzare i giovani verso le professioni richieste e concretamente praticabili, magari da affrontare con un po’ di umiltà e di spirito di sacrificio come hanno fatto le generazioni che ci hanno preceduti. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

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