15 agosto 2011 - Solennità dell'Assunta


Assunzione della Beata Vergine Maria

Luca (1,39-56)


Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore».


La luce della speranza

«Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore » (Lc 1,46). È la preghiera di Maria dopo che Elisabetta, «piena di Spirito Santo », benedice il frutto del suo grembo. La sua anima ora magnifica il Signore perché comprende che quel Figlio divino, che cresceva dentro di lei, l’avrebbe rivestita di luce. Tutte le generazioni l’avrebbero chiamata beata, perché nel suo ventre prendeva carne quel Figlio dell’uomo che avrebbe sconfitto la morte.

Per quel Figlio, che portava in grembo, per la sua Parola che avrebbe fatto nuove tutte le cose, Maria comprende che l’umanità avrebbe visto il cielo aprirsi sopra la terra. Una speranza nuova avrebbe illuminato le attese degli uomini ancora prigionieri dello spazio e del tempo, dimensioni chiuse in sé stesse, impossibili da oltrepassare. Una speranza che avrebbe aperto all’infinito lo spazio finito e rivoluzionato il concetto del tempo, che da nemico sarebbe diventato amico, spazio salvifico aperto al futuro.

È il futuro che giudica la fede del giusto, di chi sa fare i conti con il passato ma, mai prigioniero del tempo andato, ragiona di luce anche in tempo di tenebra. Chi, come Maria, cammina sulla via del Signore e ascolta la sua Parola vede dinanzi a sé la strada del cielo, quello stesso cielo che accolse Maria, rivestita di luce, al termine della sua vita terrena.

Il Risorto, concepito nel suo grembo, non permise che la Madre subisse la corruzione della carne e Maria, madre e figlia del suo Figlio, è la prima dei figli di Dio a essere assunta in cielo per aprire la strada a noi tutti e farci comprendere quanto grande è il Signore: «Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono» (Lc 1,50).

L’Assunta in cielo è un progetto d’amore, una proposta, una sfida che chiama tutti a raccolta nella Parola del Maestro per ri-creare un mondo di giustizia e di pace, sull’esempio di Maria, «benedetta tra tutte le donne», che con il suo sì ha dato inizio alla storia della salvezza. Forse farebbe bene a noi tutti nel tempo della vacanza riflettere almeno per un giorno, il giorno dell’Assunta, sul significato vero della vita, della ricreazione che, lungi dall’essere un tempo vuoto, può ri-creare noi stessi, se tra riposo e divertimento lasciamo spazio anche alla vita interiore, una vita aperta al futuro, oltre la morte.

Nel pieno dell’estate, mentre si festeggia ferragosto, dedicare un pensiero alla Donna vestita di sole può aiutarci a sentire il calore di un sole diverso, capace di illuminare e riscaldare anche le stagioni buie e fredde della vita.

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In queste pagine potete trovare il commento alla liturgia domenicale e festiva secondo il RITO ROMANO, curata dal cardinale Dionigi Tettamanzi. 

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