Assunzione della Beata Vergine Maria
Luca (1,39-56)
Appena Elisabetta ebbe
udito il saluto di Maria,
il bambino sussultò
nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata
di Spirito Santo ed
esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra
le donne e benedetto
il frutto del tuo grembo!
A che cosa devo
che la madre del mio
Signore venga da me?
Ecco, appena il tuo
saluto è giunto ai miei
orecchi, il bambino ha
sussultato di gioia nel
mio grembo. E beata
colei che ha creduto
nell’adempimento
di ciò che il Signore
le ha detto». Allora Maria
disse: «L’anima mia
magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in
Dio, mio salvatore».
La luce della speranza
«Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore
» (Lc 1,46). È la preghiera di Maria dopo
che Elisabetta, «piena di Spirito Santo
», benedice il frutto del suo grembo. La sua
anima ora magnifica il Signore perché comprende
che quel Figlio divino, che cresceva dentro
di lei, l’avrebbe rivestita di luce. Tutte le generazioni
l’avrebbero chiamata beata, perché
nel suo ventre prendeva carne quel Figlio
dell’uomo che avrebbe sconfitto la morte.
Per
quel Figlio, che portava in grembo, per la sua
Parola che avrebbe fatto nuove tutte le cose,
Maria comprende che l’umanità avrebbe visto
il cielo aprirsi sopra la terra. Una speranza nuova
avrebbe illuminato le attese degli uomini
ancora prigionieri dello spazio e del tempo, dimensioni
chiuse in sé stesse, impossibili da oltrepassare.
Una speranza che avrebbe aperto
all’infinito lo spazio finito e rivoluzionato il
concetto del tempo, che da nemico sarebbe diventato
amico, spazio salvifico aperto al futuro.
È il futuro che giudica la fede del giusto, di
chi sa fare i conti con il passato ma, mai prigioniero
del tempo andato, ragiona di luce anche
in tempo di tenebra. Chi, come Maria, cammina
sulla via del Signore e ascolta la sua Parola
vede dinanzi a sé la strada del cielo, quello
stesso cielo che accolse Maria, rivestita di luce,
al termine della sua vita terrena.
Il Risorto, concepito
nel suo grembo, non permise che la Madre
subisse la corruzione della carne e Maria,
madre e figlia del suo Figlio, è la prima dei figli
di Dio a essere assunta in cielo per aprire la strada
a noi tutti e farci comprendere quanto grande
è il Signore: «Santo è il suo nome: di generazione
in generazione la sua misericordia si stende
su quelli che lo temono» (Lc 1,50).
L’Assunta in cielo è un progetto d’amore,
una proposta, una sfida che chiama tutti a raccolta
nella Parola del Maestro per ri-creare un
mondo di giustizia e di pace, sull’esempio di
Maria, «benedetta tra tutte le donne», che con il
suo sì ha dato inizio alla storia della salvezza.
Forse farebbe bene a noi tutti nel tempo
della vacanza riflettere almeno per un giorno,
il giorno dell’Assunta, sul significato vero
della vita, della ricreazione che, lungi
dall’essere un tempo vuoto, può ri-creare
noi stessi, se tra riposo e divertimento lasciamo
spazio anche alla vita interiore, una vita
aperta al futuro, oltre la morte.
Nel pieno
dell’estate, mentre si festeggia ferragosto, dedicare
un pensiero alla Donna vestita di sole
può aiutarci a sentire il calore di un sole diverso,
capace di illuminare e riscaldare anche le
stagioni buie e fredde della vita.
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