18 luglio 2010 - XVI domenica Tempo ordinario


Il servizio e l’ascolto

«Una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore » (Lc 10,42). Le sorelle di Lazzaro, Marta eMaria, aprono la loro casa all’amico Gesù. Il Maestro sa che ogni volta che passerà da Betania potrà bussare alla loro porta e troverà rifugio, calore familiare. Un affetto consacrato da parole di verità, dalla ricerca sincera di uno scambio fiducioso, aperto alla compassione. Con gli amici ci si scambia la vita, ma se si sceglie di essere compagni di Gesù, si sceglie la sua Parola.
Accettare la proposta di colui che ripete «Vi ho chiamato amici» (Gv 15,15) è aprirgli la propria casa, come Marta e Maria. Accoglierlo è liberare l’ingresso alla Parola che in diverso modo colora di senso la vita e la orienta al bene.
Diverso modo di indirizzare la propria esistenza rispondendo con la propria singolare storia alla proposta esigente dell’amico, così come le due sorelle nel diverso atteggiamento, in ascolto del Verbo, sembrano ripetere: «La tua parola, Signore, è verità: consacraci nel tuo amore» (Gv 17,17.19).
Diverso darsi e dire, ma non opposto, il porsi di Marta e Maria descrive percorsi di ricerca, modalità di risposta alla Parola. Entrambe sono comunque al suo servizio, entrambe sono beate perché custodiscono la parola di Dio che porterà copioso frutto.
La Parola resta al centro, in ogni caso. Per chi accoglie l’invito del Maestro solo la Parola, la sua, rimane il motivo centrale dell’amicizia con lui. Se da discepolo, e perciò da amico, pensassi di convertire il mondo senza essere compromesso dall’ascolto del Verbo, se volessi comprendere il mio itinerario credente lontano dalla Parola, tradirei la sua amicizia.
Marta si lamenta della mancanza di Maria, tutta presa dalla voce di Gesù, affascinata dalle sue parole di verità. Pensa, e non sbaglia, che ospitalità sia mettersi al servizio, indossare il grembiule della disponibilità, apparecchiare la tavola della condivisione, lavare i piedi della compassione. Ma il richiamo del Maestro rimanda al dovere di orientare ogni cosa in ragione della sua Parola.
Troppo impegnati a decidere se un cristiano debba essere dedito alla vita contemplativa o al servizio dei fratelli si perde di vista che chi sceglie il Maestro di Galilea, sceglie comunque la sua Parola. Sceglie l’ascolto, l’abbandono e, grazie alla Parola, sceglie anche il servizio ai fratelli, la corsa entusiastica del Vangelo gridato con la vita. La parte migliore che Maria si è scelta non è una fuga dal servizio ma il necessario spazio di silenzio, libertà di parole da acchiappare per dare senso a tutto il resto.
Mentre il mondo ci dice che siamo vivi solo se ingurgitiamo il tempo, il Vangelo lancia la sfida a un tempo significativo in armonia con la Parola.

Luca (1038-42)

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

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In queste pagine potete trovare il commento alla liturgia domenicale e festiva secondo il RITO ROMANO, curata dal cardinale Dionigi Tettamanzi. 

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