6 gennaio 2011 - Epifania del Signore


Matteo (2,1-12)


Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme. [...] Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua  madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.


I cercatori di luce

«Provarono una gioia grandissima» (Mt 2,10). I Magi venivano da Oriente inseguendo una stella, chiamati per un evento che cambiava la storia. Inseguivano la luce, traccia di un  segmento di significato che descrive l’umano che da sempre è in cerca di luce, di verità. È l’uomo che insegue la luce, necessaria nell’oscurità del dubbio, nella fatica della ricerca  interiore, nella gabbia della sofferenza, nella domanda irrisolta dei perché che non trovano risposta. Insegue la luce il cercatore, la sua stella che spera presto si fermi a illuminargli il percorso.

Chiamati dalla luce i Magi rischiano il viaggio e smossi dal bisogno di verità lasciano la  sicurezza dei loro arredi, si compromettono con l’itinerario, soffrono il disagio per inseguire la stella, per acchiappare la luce, e quando la stella si ferma, si sprigiona in loro una gioia inaudita, mai provata prima: «Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare... si fermò  sopra il luogo dove si trovava il bambino» (Mt 2,9).

Gioia grandissima, irrefrenabile, dei cercatori di luce, ora fasciati dalla luce, prostrati, adorarono il mistero: oro, incenso e mirra racconto di gratitudine. La luce era davanti ai
loro occhi e brillava di significato, luce di oro, propria di un re che governa con giustizia e  pace. Luce di incenso, sacrificio per un Dio a cui si offre in soave odore. Luce di mirra, raro profumo di amarissima sostanza uguale al martirio che il Bambino divino avrebbe subito. Gioia irrefrenabile, quella deiMagi di allora e di tutti i cercatori di Dio, che inseguendo la stella chiedono una risposta di pace e sicurezza: «Cammineranno le genti alla tua luce» (Is 60,3).

Epifania è giorno in cui la luce si manifesta, la stella si ferma nella storia  dell’uomo, tutti gli uomini ora sono in grado di riceverne il bagliore e di vedere l’amore di un Dio incarnato. Da troppo tempo il grido: «Mostraci il tuo volto», da troppo tempo «la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli» (Is 60,2), e tuttavia «le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità» (Ef 3,6), ad accogliere la sua convocazione di speranza.

I Magi di allora e di oggi, coloro che sapranno rischiare il viaggio, usciranno dalla prigionia
delle tenebre e raggiungeranno l’evento. Ai Magi di ieri e di oggi, agli uomini di ogni tempo il profeta grida: «Alzati, rivestiti di luce» (Is 60,1). Epifania, giorno caro ai bambini, doni ricevuti, sorpresa d’incanto, epifania, manifestazione di Cristo, Figlio di Dio, a ogni uomo, dono di luce, frontiera di senso.

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In queste pagine potete trovare il commento alla liturgia domenicale e festiva secondo il RITO ROMANO, curata dal cardinale Dionigi Tettamanzi. 

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