Ravasi: «Una generazione senza volti»

Al Festival biblico di Vicenza le "provocazioni" del cardinal Ravasi: «Se il messaggio di fede non sarà consegnato alle generazioni future, saremo incapaci di sottrarci al nulla».

La genealogia di Gesù al femminile. Una meditazione della pastora Lidia Maggi

27/05/2011
La pastora battista Lidia Maggi (Foto Alessandro Dalla Pozza).
La pastora battista Lidia Maggi (Foto Alessandro Dalla Pozza).

Un aperitivo davvero gustoso quello offerto da Lidia Maggi, pastora battista, che al Festival Biblico di Vicenza ha intrattenuto il numeroso pubblico allo "Spazio incontri" di piazza Biade intervellata armonicamente dalle musiche degli studenti  del Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza. Il tema, insolito, è provocante: “La genealogia di Gesù, una storia di donne: Rahab e Betsabea”. Una “genealogia al femminile”, insomma, con il focus puntato su due personaggi al centro della breve riflessione, la prostituta Rahab e Betsabea, la moglie di Uria e poi di Davide. Due figure per dire che alle origini del Figlio di Dio non ci sono sempre storie edificanti ma anche storie di peccatori e peccatrici. La storia di queste due donne mostra, in altri termini, come noi siamo certamente la memoria delle nostre origini, non possiamo liberarci da quello che siamo stati. Tuttavia possiamo cercare di essere meglio, di andare oltre agli errori del passato. Gesù ha degli antenati scandalosi, ma è proprio attraverso di loro che Dio ha scritto la storia della salvezza con l'Incarnazione di Gesù. Di seguito una sintesi dell’intervento di Lidia Maggi.

«All’inizio del Vangelo di Matteo è riassunta tutta la genealogia di Gesù. Uomini e donne giusti ma anche uomini e donne peccatori. Durante la sua predicazione Gesù ha avuto una difficoltà più grande di altre: non quella di convertire gli ingiusti ma piuttosto quelli che si sentono giusti, i più difficili da convertire. Puttane ed esattori delle tasse precederanno i presunti giusti nel regno dei cieli, diceva Gesù a gran voce. Nella genealogia di Gesù c’era una prostituta, grande esempio di fede accanto ad Abramo: Rahab. Questa prostituta  entra in scena alla vigilia dell’entrata nella terra promessa del popolo di Israele. Giosuè, che ha sostituito Mosè alla guida di Israele, non è profeta come Mosè stesso ma un condottiero e sa che prima di conquistare un territorio occorre esplorare. Allora manda due esploratori a Gerico, la città potente e fortificata: e come Dio darà loro in mano la città? Le due spie entrano in casa da una prostituita: il re di Gerico viene a sapere della loro presenza, e manda le guardie a cercarle a casa di Rahab, che invece li nasconde sul tetto con la promessa di essere salvata al momento dell’attacco: “Vi chiedo di proteggermi perché siete un popolo potente e abbiamo sentito quello che Lui ha fatto tramite voi e siamo stati presi da paura”. Rahab, dopo aver sviato le spie verso il Giordano, cala le due spie dalle mura della città con la fune e dà loro indicazioni di dirigersi verso il monte, suggerendo loro di fermarsi lì tre giorni in attesa che le acque si calmino. Rahab, la prostituta, diventa una servitrice dei disegni di Dio perché permette al suo popolo  di realizzare la grande promessa divina: la conquista della Terra Promessa. Giosuè, il condottiero, sente infatti attraverso il resoconto delle due spie salvate da Rahab che Dio sta agendo a favore del popolo e si prepara ad attraversare il Giordano.

La seconda storia è quella più scandalosa della genealogia di Gesù, contenuta nel secondo libro di Samuele. Una semplice cronaca di corte, questo libro, che come tutti i racconti di questo genere narra le grandi imprese del re: ma qui la Scrittura fa il “contropelo” alla storia e qui, nel caso specifico, lo fa con il re più amato da Dio, il re Davide. Una storia di intrighi di corte di un re che trama contro il suo più fido soldato, Uria l’Ittita. È la storia della seduzione di Davide a Betsabea, la moglie di Uria, con quest’ultima ch rimane incinta del re e questi che, volendosi “liberare” del problema, vuol far ascrivere la gravidanza a Uria attraverso degli stratagemmi, tutti falliti, finché si rassegna a farlo morire in battaglia. Morto Uria, re Davide “si rilassa” e fa il gran gesto di “adottare” la vedova sposandola. Comincia così la vita nuova di Betsabea: il primo figlio avuto da Davide muore ma le è concesso un secondo figlio, Salomone, il futuro re saggio da cui anche Gesù deriva».

Dossier a cura di Stefano Stimamiglio
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