22/11/2010
Dal 29 agosto al 9 settembre 2010, un folto gruppo di lettori di Famiglia Cristiana hanno fatto una crociera a bordo della MSC Opera, toccando le principali capitali del Nord Europa. Durante il viaggio, don Romano Matrone ha guidato una serie di catechesi sul cammino ecumenico, evidenziando la genesi delle fratture tra le Chiese cristiane, le differenze, i contrasti e il faticoso dialogo di riconciliazione. Il materiale ora viene messo a disposizione di tutti, pubblicandolo a puntate.
1. PREMESSA
Il concilio ecumenico Vaticano II, nel suo decreto sull’ecumenismo Unitatis redintegratio, afferma: «Da Cristo Signore la Chiesa è stata fondata una e unica, eppure molte Comunioni cristiane propongono sé stesse agli uomini come la vera eredità di Gesù Cristo; tutti asseriscono di essere discepoli del Signore, ma la pensano diversamente e camminano per vie diverse, come se Cristo stesso fosse diviso. Tale divisione contraddice apertamente alla volontà di Cristo, ed è di scandalo al mondo e danneggia la santissima causa della predicazione del Vangelo a ogni creatura» (UR n. 1).
Da questa premessa del decreto conciliare sull’ecumenismo, appare fondamentale il dialogo ecumenico con le Chiese sorelle, separate dalla Chiesa di Roma. Ma per poter vivere il dialogo non secondo schemi astratti, ma con cuore di amici, è necessario conoscere i fratelli separati, entrare nelle loro città, penetrarne le radici storiche e culturali. Da tutto ciò è nato il desiderio e l’attuazione di un pellegrinaggio di conoscenza e di preghiera di Famiglia Cristiana.
2. IL DIALOGO ECUMENICO
2.1. IL PERCHE’
Al numero 2 del documento del concilio Vaticano II sull’ecumenismo, Unitatis redintegratio, si legge: «In questo si è mostrato l’amore di Dio per noi, che l’unigenito Figlio di Dio è stato mandato dal Padre nel mondo affinché, fatto uomo, con la Redenzione rigenerasse il genere umano e lo radunasse in uno. E il Figlio prima di offrirsi vittima immacolata sull’altare della croce, pregò il Padre per i credenti, dicendo: “Perché tutti siano uno, come tu, o Padre, sei in me e io in te anch’essi siano uno in noi, cosicché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv. 17,21), e istituì nella sua Chiesa il mirabile sacramento dell’Eucaristia, dal quale l’unità della Chiesa è simboleggiata e prodotta… Innalzato sulla croce e glorificato, il Signore Gesù, comunicò lo Spirito promesso, per mezzo del quale chiamò e riunì nell’unità della fede, della speranza e della carità il popolo della nuova alleanza che è la Chiesa, come insegna l’apostolo: “Un solo corpo e un solo Spirito, come con la vostra vocazione siete stati chiamati a una sola speranza. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Ef. 4,4-5). Poiché “quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo…Tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal. 3,27-28 ). … Gesù Cristo, per mezzo della fedele predicazione del Vangelo, dell’amministrazione dei sacramenti e del governo esercitato nell’amore da parte degli apostoli e dei loro successori, cioè i vescovi con a capo il successore di Pietro, sotto l’azione dello Spirito Santo, vuole che il suo popolo cresca e sia perfezionata la sua comunione nell’unità: nella confessione di una sola fede, nella comune celebrazione del culto divino e nella fraterna concordia della famiglia di Dio. … Questo è il sacro mistero dell’unità della Chiesa, in Cristo e per mezzo di Cristo, mentre lo Spirito Santo opera la varietà dei doni. Il supremo modello e il principio di questo mistero è l’unità nella trinità delle persone di un solo Dio Padre e Figlio nello Spirito Santo» ( UR n. 2 ).
L’unità e la comunione nella Chiesa ne sono la specificità autentica, il segno esterno e visibile della sua fedeltà a Cristo, anzi, della sua identificazione con Cristo. Il mondo non potrà credere in Cristo, inviato del Padre, se non vede il suo corpo, che è la Chiesa, unito e in comunione. La sua stessa parola non verrà creduta e l’evangelizzazione resa vuota. Il ritorno all’unità rende possibile la missio ad gentes e la salvezza del mondo.
E per noi europei, l’ecumenismo deve essere considerato come il motore dell’unità europea. L’Europa non può vivere la sua unità politica e sociale senza riscoprire la sua unità spirituale. Non può ritrovare, in profondità, la sua unità spirituale senza scoprire le sue radici cristiane, e, più intensamente, senza l’unità della Chiesa di Cristo. L’unità europea, in pienezza e nella verità, non si può dire reale se è soltanto economica e politica.
«Poiché l’unità», come afferma Iosif Constantin Dragan, «è soprattutto comunione spirituale di aspirazioni, di ideali, di fede. Fintanto che l’Europa non avrà raggiunto questa unità nella fede, ogni tentativo di stringere le righe intorno a un’idea politica o economica sarà un effimero gioco delle opportunità, condizionato da contingenze mutevoli».
2.2. IL CHE COS’E’
L’ecumenismo appare, quindi, soprattutto come un percorso spirituale di uscita dalla nostre diffidenze, per avvicinarsi agli altri cristiani delle Chiese-sorelle separate: spianare le profonde valli di divisioni, e percorrere il cammino, che è Gesù Cristo, che, solo, può portarci alla pienezza dell’unità.
Il decreto sull’ecumenismo ci esorta a fare ogni sforzo, con la preghiera, la parola, l’opera, per realizzare l’anelito di Cristo all’unità di tutti i suoi discepoli. E afferma:
«Per movimento ecumenico, si intendono le attività e iniziative che, a seconda delle varie necessità della Chiesa e l’opportunità dei tempi, sono suscitate e ordinate a promuovere l’unità dei cristiani, come sono: in primo luogo, tutti gli sforzi per eliminare parole, giudizi e opere che non rispecchiano con equità e verità la condizione dei fratelli separati e perciò rendono più difficili le mutue relazioni con essi. … Infine tutti esaminano la loro fedeltà alla volontà di Cristo circa la Chiesa e, com’è dovere, intraprendono con vigore l’opera di rinnovamento e di riforma….Tutte queste cose, …contribuiscono a promuovere l’equità e la verità, la concordia e la collaborazione, la carità fraterna e l’unione, così che per questa via, a poco a poco, superati gli ostacoli che impediscono la perfetta comunione ecclesiastica, tutti i cristiani in un’unica celebrazione eucaristica, si riuniscano in quella unità dell’una e unica Chiesa, che Cristo fin dall’inizio donò alla sua Chiesa…»
E il decreto continua: «I fedeli cattolici nell’azione ecumenica devono senza dubbio essere solleciti dei fratelli separati, pregando per loro, comunicando a loro le cose della Chiesa, facendo i primi passi verso di loro. Ma innanzi tutto devono essi stessi, con sincerità e diligenza, considerare ciò che deve essere rinnovato e fatto nella stessa famiglia cattolica, affinché la sua vita renda una testimonianza più fedele e più chiara della dottrina e delle istituzioni tramandate da Cristo per mezzo degli apostoli. … Perciò tutti i cattolici devono tendere alla perfezione cristiana, e sforzarsi, ognuno secondo la sua condizione, perché la Chiesa, portando nel suo corpo l’umiltà e la mortificazione di Cristo, vada di giorno in giorno purificandosi e rinnovandosi, fino a che Cristo se la faccia comparire innanzi risplendente di gloria, senza macchia né ruga» (UR n. 4 ).
Nell’intenzione dei padri conciliari il dialogo ecumenico riguarda tutto il corpo ecclesiale; non solo i teologi e il clero. E’ la Chiesa tutta, rinnovata nella sua fedeltà a Cristo, a camminare verso ciò che unisce e non verso ciò che separa: «Al di sopra di tutto è la Carità».
Paolo scrive: «E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportar le montagne, ma non avessi la Carità, non sarei nulla» (1Cor 13,2). Non è la concordanza sui dogmi che ci porterà all’unità ma la Carità, lo Spirito di Gesù cristo.
Ancora Paolo nella Lettera ai Filippesi ci esorta: «Rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a sé stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò sé stesso assumendo una condizione di servo diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,3-8).
Una semplice riflessione sulla storia dimostra che ogni divisione è avvenuta in una situazione di profonda crisi spirituale, il Vangelo sostituito da altre culture, e con attitudine di profondo orgoglio e vanagloria.
2.3. IL COME
2.3.1. Fedeltà alla missione
«Ogni rinnovamento nella Chiesa consiste essenzialmente nell’accresciuta fedeltà alla sua vocazione. … La Chiesa pellegrinante è chiamata da Cristo a questa continua riforma di cui essa stessa, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisogno» (UR n. 6).
2.3.2. Conversione del cuore , umiltà, carità
«Ecumenismo vero non c’è senza interiore conversione; perché il desiderio dell’unità nasce e matura dal rinnovamento della mente, dall’abnegazione di sé stesso e dalla liberissima effusione della carità. Perciò dobbiamo implorare dallo Spirito divino la grazia della sincera abnegazione, dell’umiltà e mansuetudine nel servizio e della fraterna generosità di animo verso gli altri. “Vi scongiuro dunque”, dice l’apostolo delle genti, “io, il prigioniero per il Signore, di comportarvi in modo degno della vocazione, a cui siete stati chiamati, con ogni umiltà e dolcezza, con longanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, e studiandovi di conservare l’unità dello spirito mediante il vincolo della pace” (Ef. 4,1-3)» (UR n. 7).
2.4. LE VIE
2.4.1. Preghiera
«Radunarsi di frequente a recitare insieme la preghiera per l’unità della Chiesa, con la quale ardentemente alla vigilia della sua morte lo stesso salvatore pregò il Padre: “Perché tutti siano uno” (Gv 17,21)» (UR n. 8).
2.4.2. Conoscenza
«Bisogna conoscere l’animo dei fratelli separati. … una migliore conoscenza della dottrina e della storia, della vita spirituale e liturgica, della psicologia religiosa e della cultura, propria dei fratelli» (UR n. 9).
Questo è il senso della crociera ecumenica che abbiamo fatto con Famiglia Cristiana: non c’è modo migliore di conoscere gli altri che visitando le loro città, mangiando come loro, camminando con loro, vivendone l’atmosfera, pregando nelle loro chiese.
2.5. VERITAS IN CHARITATE ET HUMILITATE
«Nell’investigare con i fratelli separati i divini misteri si deve procedere con amore della verità. con carità e umiltà» (UR n. 11).
La ricerca della verità o l’affermazione dei dogmi non può prescindere dalla carità: l’identità stessa della Chiesa, che è la buona notizia per il mondo, la natura profonda del suo essere ed esistere è l’amore: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35).
(1- segue)
Romano Matrone