13/05/2013
Ha sorpreso tutti. I gesti di papa Francesco sono diventati in poche settimane linguaggio fatto di icone fresche e intrise di senso grazie anche al grande gioco di rimbalzo garantito dai media elettronici. Rispetto a quanto succedeva qualche anno fa, oggi il gesto viene ripetuto, replicato, visto e rivisto grazie alla permanenza all’interno del web.
Il segreto dell’enorme popolarità che papa Francesco ha acquisito così rapidamente, in parte, potrebbe stare proprio qui nel gesto che, grazie all’elettronica, può essere replicato, diffuso e rivissuto all’infinito oltre i limiti che la sola visione in tv o la stampa su carta avevano imposto. Un gesto trasparente dietro il quale si intravede spesso, in filigrana, il vangelo.
Il non verbale diventa simbolo, codificato dai bit, condiviso, inoltrato e rinnovato, un’azione sganciata dall’istante preciso in cui è stata compiuta.
L’accelerazione che i media elettronici hanno impresso alla diffusione della figura di papa Francesco è un’altra cifra della modernità di cui non è possibile non tener conto, come pure il senso di prossimità e di partecipazione che è molto cambiato da quando Internet ha iniziato a incidere nei rapporti personali e nelle relazioni.
Jorge Mario Bergoglio è consapevole di una regola base della comunicazione: “troppe informazioni = nessuna informazione”. Così ha semplificato il suo messaggio focalizzando i media sulle sue scelte di vita, sui gesti significativi, su abbigliamento e usi quotidiani, inserendo in omelie e discorsi espressioni saporite che fanno spesso appello ad immagini evocative e che indicano sempre un oltre, nella consapevolezza di essere un canale più che una calamita.
Papa Francesco ha doti comunicative innate, dettate più dalla sua umanità immediata e profonda che dai consigli degli spin doctors. Quanto più uomo autentico e uomo di Dio, tanto più in grado di andare oltre lo schermo, il display, la carta e il rumore di fondo dei social network.
don Marco Sanavio
Dossier a cura di Alberto Chiara