07/02/2013
Foto Reuters.
«Accogli Modesta e tutti i suoi
poveri amici nella tua casa dove non ci sono freddo e solitudine,
dove tutti sono conosciuti e conoscono te». Così prega la
Comunità di Sant'Egidio nel ricordo di Modesta Valenti, una
donna di 71 anni senza fissa dimora, morta il 31 gennaio del 1983 a
Roma, nei pressi della Stazione Termini, che era diventata la sua
casa.
Quel giorno di 30 anni fa Modesta ebbe
un malore. Arrivò un'autoambulanza, ma Modesta non fu presa a bordo
perché era sporca e aveva i pidocchi. Così Modesta morì senza
cure, dopo alcune ore, in attesa che qualcuno si decidesse di
portarla in ospedale. Domenica 3 febbraio, all'ingresso della
basilica di Santa Maria in Trastevere, la Comunità di Sant'Egidio ha
esposto dei tabelloni che riproducevano i titoli dei giornali di
allora. “Lasciata morire perché sporca”, titolò la
Repubblica, mentre il titolo del
Messaggero fu: “Chi
porta la 'barbona' in ospedale? Quattro per decidere e lei muore”.
Nel
30° anniversario della morte di Modesta, la Comunità ha voluto
ricordarla, insieme ai tanti altri poveri morti nelle strade di Roma
e aiutati da Sant'Egidio, con una messa celebrata il 3 febbraio da
don Vittorio Ianari. La basilica era piena. C'erano anche loro, i
poveri di oggi a Roma, fra i banchi della chiesa. Erano lì con le
loro borsone, i loro abiti sporchi, i loro volti segnati dagli
affanni della vita. Sull'altare un'icona di Maria che accoglie e
protegge i suoi figli. Al momento delle preghiere dei fedeli è stato
letto il lungo elenco dei nomi dei poveri uccisi dal freddo e dalla
solitudine in questi trent'anni: Damiano, Stanislaw, Mohamed, Biagio,
Claudia, Serafino, Linda, Giulia, Rosa, Gennarino, Carletto,
Michele...
L'elenco sembrava non finire mai.
Roberto Zichittella