14/03/2013
Papa Francesco. Foto Ansa.
Resta sereno, ma diventa serio, padre Federico Lombardi, affrontando il tema delle accuse al nuovo Papa di aver collaborato con la dittatura argentina. “Non mi stupisco mai di nulla", dice. "Abbiamo una lunga esperienza di campagne contro le persone o la Chiesa nel suo insieme. C’è qualcuno che, in questo momento di grande audience, pensa di poter avere anche lui, con i suoi atteggiamenti negativi, attenzione. Ma noi andiamo avanti seguendo papa Francesco, con una linea chiara che è la caratteristica di quest’uomo e che gli dà molta credibilità", ha spiegato il portavoce vaticano prima di leggere una nota molto netta che respinge al mittente le accuse.
“La campagna contro Jorge Mario Bergoglio”, ha letto scandendo con attenzione ogni parola il portavoce vaticano, padre Lombardi, “è ben nota e risale già a diversi anni fa. È portata avanti da una pubblicazione che compie campagne a volte calunniose e diffamatorie. La matrice anticlericale di questa campagna e di altre accuse contro Bergoglio è ben nota ed evidente. L’accusa si riferisce al tempo in cui Bergoglio non era ancora vescovo, ma superiore dei Gesuiti in Argentina e a due sacerdoti che sono stati rapiti e che lui non avrebbe protetto. Non vi è mai stata un’accusa concreta credibile nei suoi confronti. La Giustizia argentina lo ha interrogato una volta come persona informata sui fatti, ma non gli ha mai imputato nulla. Egli ha negato in modo documentato le accuse. Vi sono invece moltissime dichiarazioni che dimostrano quanto Bergoglio fece per proteggere molte persone nel tempo della dittatura militare. È noto anche il ruolo di Bergoglio – una volta diventato vescovo - nel promuovere la richiesta di perdono della Chiesa in Argentina per non aver fatto abbastanza nel tempo della dittatura. Le accuse appartengono all’uso di analisi storico-sociologiche del periodo dittatoriale fatte da anni da ambienti anticlericali per attaccare la Chiesa. Devono essere respinte con decisione”.
Prima di leggere la nota padre Lombardi aveva anche ricordato che i due sacerdoti argentini, uno morto pochi anni fa, avevano pubblicamente e pienamente manifestato la loro gratitudine a quanto padre Bergoglio aveva fatto per loro e, anche in questi giorni, il gesuita ungherese-tedesco ancora in vita ha ricordato quanto padre Bergoglio aveva fatto per proteggere le persone sotto la dittatura. “A questo si unisce anche la dichiarazione di Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel per la pace del 1980, “persona certamente non filo clericale e quindi le sue dichiarazioni hanno anche un valore più importante”, ha sottolineato il portavoce vaticano, che ha dichiarato che certamente il nuovo Papa non ha avuto nessun compromesso con la dittatura e che, al contrario è noto quanto abbia fatto per difendere la popolazione.
Annachiara Valle