17/08/2012
Chiese, opere d’arte, musei
diocesani, antiche vie
di pellegrinaggio, feste popolari,
processioni, eremi, monasteri.
È davvero ricca l’offerta che la
Chiesa italiana, nelle sue infinite
articolazioni, può offrire ai turisti.
«La situazione e l’intensità della
pastorale del turismo in Italia
si presenta un po’ a macchia
di leopardo.
Stiamo cercando
di far lavorare insieme diocesi
e parrocchie per offrire un migliore
servizio culturale e liturgico agli
ospiti», confida don Mario Lusek,
da 5 anni direttore dell’Ufficio
nazionale per la pastorale del tempo
libero, turismo e sport della
Conferenza episcopale italiana.
Il sacerdote mostra un certo
ottimismo circa il lavoro sinora
fatto. Originario di Fermo, 60 anni,
don Mario sa quali sono gli elementi
di forza su cui occorre puntare:
bellezza e minorità.
«Tantissime chiese
possiedono opere d’arte
di valore inestimabile
e sono oltretutto spesso
inserite in contesti
ambientali molto belli.
Un’occasione ideale per
riscoprire la bellezza delle relazioni
e degli scambi umani», precisa
al telefono da Londra, dove si trova
come assistente spirituale della
delegazione azzurra alle Olimpiadi.
«E non dimentichiamo la “minorità”,
intesa in senso francescano, che ci
deve far valorizzare quei luoghi fuori
dai circuiti tradizionali
turistici, ma che, allo
stesso tempo, possiedono
un grande patrimonio da
raccontare e da far vivere,
come tradizioni, feste,
liturgie, storie: sono
i piccoli borghi, così numerosi nella Penisola».
Tutto
questo richiede di essere declinato
con una parola oggi molto in voga:
accoglienza. «Fornire competenza
e cortesia agli ospiti è decisivo
anche per la fecondità dell’azione
pastorale, per questo stiamo
cercando di formare, attraverso
molti master universitari e non,
varie figure professionali tra cui
guide per gli spazi museali
e animatori liturgici per valorizzare
le chiese», precisa.
In questo sforzo
la collaborazione con gli enti
pubblici è fondamentale. Ma ancor
più importanti sono le iniziative
ecclesiali locali: «Crescono i vescovi
che accolgono i turisti con un
messaggio di saluto e le singole
parrocchie che, di loro iniziativa,
forniscono un dépliant sulla chiesa
o che arricchiscono il loro sito
Internet con informazioni su orari
e luoghi delle Messe e delle
confessioni, sui luoghi dove si può
vivere qualche momento
di adorazione e di preghiera e che
offrono un sussidio domenicale
liturgico in lingua. Non mancano
poi le comunità cristiane che
organizzano la cosiddetta “Giornata
dell’accoglienza”».