17/08/2012
Uno scorcio di Lavagna.
Le chiese delle località turistiche solitamente
si riempiono d’estate per poi ritornare
alla normale presenza dei parrocchiani
nel resto dell’anno. A Lavagna, a
Santa Maria madre della Chiesa, nonostante
ci si trovi in una delle frequentatissime località
del Golfo del Tigullio non accade così.
«Quelli che un tempo erano turisti», spiega il
parroco monsignor Calogero Marino, «ora in
molti casi sono diventati parrocchiani. Questa
è una zona di seconde case, appartamenti
acquistati nei decenni scorsi in una zona edificata
a poco a poco dove c’erano solo orti.
Col passare del tempo, dalla momentanea
vacanza estiva è nata una scelta diversa e
definitiva: le persone sono andate in pensione
e sono venute a vivere qui, dalla Lombardia,
dall’Emilia-Romagna e anche da alcune
Regioni del Sud. Coppie di “giovani”
anziani alla ricerca di un clima migliore ma
anche di un ritmo di vita più sereno».
La normale trafila, che solitamente in parrocchia
vede accompagnare bambini e ragazzi
dal catechismo al matrimonio via via fino
alla nascita dei figli, nella chiesa dall’architettura
moderna, ben diversa dalle tante storiche
della Liguria, avviene in senso più
“orizzontale” amalgamando persone di culture
regionali ed esperienze pastorali diverse.
«Un compito non facile, ma che mi sembra
riuscito», commenta don Gero che ha organizzato
una giornata di incontro per questi
parrocchiani attempati che condividono momenti
di conversazione e gioco, ma anche di
catechesi e di vacanza (in montagna) insieme.
«Cerchiamo di essere ospitali dei diversi
cammini e di inventare forme nuove di coinvolgimento
per evitare che, al di là della presenza
dei nipoti, i quali d’estate ravvivano le
giornate, anche nel resto dell’anno ci sia una
partecipazione alla vita della parrocchia. Perché
la stagione della vita più libera dagli impegni
non rimanga solo un tempo vuoto da
riempire su una panchina».
Renata Maderna