11/04/2012
Don Piacomo Panizza (foto del servizio: Giuliani/Cpp).
Era già accaduto a febbraio e la gente calabrese si era mobilitata in
segno di solidarietà. Adesso la 'ndragheta ci riprova a mettere paura a don Giacomo Panizza,
il sacerdote che, con la sua comunità Progetto Sud (avevamo già raccontato la sua storia in una videointervista del giugno 2011), sta provando a
ridare speranza alla Calabria. Ancora due colpi di pistola la scorsa
notte contro la saracinesca della sede Pensieri e parole. L'edificio,
che sorge a Lamezia Terme, nel quartiere Capizzaglie, noto per la sua
alta densità mafiosa, è stato confiscato alle 'ndrine e ospita disabili e
immigrati. A dicembre era stato fatto esplodere un ordigno e a febbraio
erano stati esplosi colpi di pistola all'altezza delle finestre della
cucina dove pranza il sacerdote.
«Noi proseguiamo nella nostra attività senza tornare indietro perché
la gente ha bisogno di questo tipo di servizi. Non lasceremo sola la
popolazione», ha subito commentato don Giacomo. Aggiungendo che «bisogna
subito intervenire e capire chi commette queste azioni. Si tratta di un
vero terrorismo psicologico perché sono episodi che snervano e che ci
lasciano sempre più confusi». Sicuramente, ha concluso il sacerdote,
«vogliono farci smettere, ma noi non possiamo tornare indietro».
In questo Dossier, potrete scoprire la storia coraggio di don Giacomo Panizza e degli altri sacerdoti coraggiosi che lavorano nelle zone infestate dalla criinalità organizzata.
Annachiara Valle