31/08/2012
Il cardinale Martini è autore del volume "Incontro al Signore risorto" allegato a "Famiglia Cristiana" (foto: Ansa).
«La Pasqua di Gesù è l’evento in
cui ha il suo culmine il grande
itinerario educativo di Dio nei
confronti dell’uomo», scrive
Carlo Maria Martini nel capitolo in chiusura
alle pagine dell’Incontro. Ma prima della luce
della Pasqua e dell’incontro con il Risorto
bisognerà affrontare il «percorso attraverso
la notte oscura, il momento in cui anche noi
paghiamo le nostre paure, le nostre angosce
». Sul confronto tra l’attesa nell’agonia e
la gloria sfolgorante della Risurrezione, Martini
tenne due indimenticabili meditazioni
televisive quando ancora, come ha di recente
confidato ai suoi lettori del Corriere della Sera,
non era stato costretto dalla malattia a
«passare dalla parola al silenzio», un silenzio
anche interiore di sempre più profonda meditazione
nell’umiltà dell’obbedienza.
«Dio sta oltre la notte», scrive in un passo di
questo ampio itinerario Incontro al Signore risorto
proposto da Famiglia Cristiana nella serie
della Biblioteca universale cristiana (Buc).
«Egli è il silenzio che ci turba davanti alla morte
e alla fine di ogni grandezza umana. Egli è
nel bisogno di giustizia e di amore che ci
portiamo dentro... Nostalgia di perfetta e
consumata giustizia, di riconciliazione e di
pace». Ma è anche il “velo” che avvolge Dio e
che soltanto il Risorto squarcerà, ma non prima
della pienezza dei tempi: Gesù stesso, che
è il Figlio, ci parla del Padre “per enigmi”.
Non bisogna avere timore di interrogarsi, di
uscire dalla pacificante illusione di «avere raggiunto
la perfetta nozione di ciò che Dio è» anche
se ogni cambiamento genera inquietudine
nell’uomo. Le parole “inquietudine”, “paura”, ricorrono
spesso nel pensiero di Martini, forse generando
una certa sorpresa rispetto a un uomo
ritenuto dispensatore di serenità. Segni della fragilità
dell’uomo, l’inquietudine e la paura non
sono tuttavia un’esperienza negativa, ma un richiamo
alla lotta.
Lo scrittore Ferruccio Parazzoli (al centro) con il cardinale Carlo Maria Martini (a destra).
Il tema della ricerca di Dio, attraverso le luci e
le ombre del rapporto che l’uomo, nella debolezza
e nella forza, può trovare con Lui, è un tema
fondamentale nell’incessante percorso meditativo
di Martini, contrasto che attraversa tutta
la sua opera di parola e di scrittura. È con la figura
di Giacobbe, “viandante sbandato”, che si
apre il volume di Incontro al Signore risorto dopo
il faticoso e doloroso avvicinamento nella
Quaresima. Giacobbe è un fuggitivo, un animo
che si sente in colpa, che non sa cosa fare di sé
stesso quando non si sente vicino a Dio.
Ma non si esce dall’oscurità se non disposti alla
conversione, «evento fondamentale per l’uomo». È la risposta alla chiamata, «il cambiamento
di direzione del cammino»: costi l’abbandono
della propria terra solo fidando nella promessa,
costi perfino il sacrificio del proprio figlio, come
fu per Abramo, figura centrale nell’articolata
struttura del pensiero di Martini; costi la perdita
di ogni proprio bene, pur guadagnato mediante
una vita esemplare, come fu per Giobbe, inamovibile
nella fiducia e nell’obbedienza verso un
Dio che sembra averlo abbandonato quasi per
una scommessa di gioco.
È la Passione di cui Gesù, con il suo proprio
corpo, ci ha mostrato lo strazio e la vittoria. È
quella che chiamiamo la Settimana santa, in cui
Gesù «come un roveto ardente brucia e si consuma
» per amore. È questo Gesù che Martini ci invita
a seguire: pregando nei momenti di paura, attendendo
l’Eucaristia della Pasqua, dove è «presente
la carne di Gesù per la vita del mondo».
Questo è il cammino che Martini indica nelle
pagine dell’Incontro, fino alla porta del Sabato
santo che si aprirà sulla luce della Pasqua dove
l’incontro con il Risorto sarà la «manifestazionecelebrazione
dell’amore di Dio», l’annuncio
all’uomo «che il suo peccato è perdonato, per
dargli speranza di vita e di gioia oltre la sofferenza
e la morte».
Ferruccio Parazzoli