Azzardo e usura: rischi e possibilità d’intervento, Mons. Giovanni D'Urso

11/08/2010

La Consulta Nazionale Antiusura da tempo si è interessata al tema dell’azzardo e del suo rapporto con il sovraindebitamento o l’usura.
Già nel Marzo del 2000 ha presentato a Roma presso il Centro di Documentazione Economica in Via Cicerone, una prima ricerca sull’Inflazione del gioco d’azzardo in Italia commissionata precedentemente al Prof. Maurizio Fiasco e il 7 Giugno del 2001, in una Tavola rotonda a Bari presso il Centro Culturale Marin, ha trattato degli Scenari del gioco d’azzardo coinvolgendo nella riflessione il Procuratore antimafia dott. Pierluigi Vigna, sia l’allora Commissario Governativo Antiracket e Antiusura.
Tano Grasso, sia rappresentanti della magistratura e delle forze dell'’ordine, sia studiosi di psicologia, convinta tra l'altro, che il fenomeno usuraio è particolarmente legato all'azzardo.Anche dagli ultimi dati acquisiti dalle Fondazioni Antiusura che operano in Italia attraverso i quotidiani ascolti delle persone indebitate, rileviamo che nella nostra nazione di gioco ci si ammala e si muore e che si fa di tutto per far crescere sempre di più la platea dei giocatori :"in Italia ci sono milioni di persone che tentano la fortuna.

Recenti indagini affermano che ci provano 30 milioni di persone, cioè il 58% della popolazione adulta. ( Eurispes, Giochi, scommesse e lotterie: italiani d’azzardo. Indagine sul gioco in Italia, Roma 2000). Lo scenario programmato dagli addetti ai lavori dà vita a circa un milione di giocatori ogni giorno distribuiti in 420 sale Bingo di cui 250 già aperte sul territorio nazionale con una crescente diversificazione delle persone coinvolte. Si sono moltiplicate le occasioni di gioco (12 occasioni settimanali!); si gioca di più e si vince di meno: "comprano speranza" le famiglie già sovraindebitate, i lavoratori dipendenti del settore sommerso, le famiglie numerose, gli abitanti dei quartieri più svantaggiati: addirittura impegnano il reddito di sussistenza il 56% degli strati sociali meno bassi, il 47% degli strati più poveri, il 66% dei disoccupati. L’accanimento verso il gioco stravolge talmente le persone coinvolte, che spesso a queste manca la percezione di quello che accade intorno a loro o non lontano da loro.Il popolo italiano è il primo alò mondo per l’impiego di denaro nel gioco d’azzardo (circa 20 miliardi di Euro corrispondenti a oltre 35 miliardi di lire). In appendice a questa relazione è possibile rilevare dati molto precisi raccolti dal gesuita Padre Gianpaolo Salvini (Civiltà Cattolica 15/06/2002, pp. 563-565) sulla variegata gamma di giochi, compresi quelli illegali.Anche una Tavola rotonda tenuta a Genova il 23 Febbraio con la presenza e l’intervento del Card. Dionigi Tettamanzi, ha messo in evidenza come questi giochi riducano l’individuo "dinanzi alla cecità della sorte a un mezzo, a una cosa, facendogli assumere un ruolo di passività, di dipendenza".- Nello stesso giorno Mons. Cosmo Francesco Rupi, arcivescovo di Lecce e Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, affermava che " siamo di fronte ad una crescente propensione della gente per i giochi d’azzardo, le scommesse, le lotterie ed ultimamente il Bingo….:siamo di fronte ad un fenomeno dilagante che colpisce una larga fascia di adulti che sta gettando in miseria tante persone, vittime della passione per i giochi".

La creatività di quanti promuovano nuove possibilità per incrementare e diffondere il gioco d’azzardo sembra inarrestabile. Deve far riflettere la constatazione che in Italia cominciano a nascere Associazioni formate da ex giocatori d’azzardo e delle loro famiglie. Cito fra tutte l’AGITA (Associazione degli ex giocatori d’azzardo e le loro famiglie) di Campoformido (Ud). Raccoglie oltre 150 famiglie e celebrerà nel prossimo 14 dicembre il 3° Convegno Nazionale: Auto Aiuto e Terapia per i giocatori d’azzardo e le loro famiglie- esperienze e prospettive in Italia".Faccio notare che il convegno organizzato dalla AGITA vede coinvolte le Caritas Diocesane del Friuli Venezia Giulia, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Udine con il Patrocinio, studiosi, ex-giocatori sottratti alla dipendenza patologica del giovo e rappresentanti di associazioni che hanno promosso la nascita di altri gruppi terapeutici per giocatori d’azzardo.

Queste associazioni non nascono per caso: alle spalle ci sono esperienze di suicidi, la constatazione che il 10 % delle persone che entrano in una sala Bingo diventa giocatore patologico…..Il dilagare del fenomeno sottolinea l’urgenza di fare chiarezza, in particolare di denunziare le informazioni false messe in giro e di approfondire le implicazioni morali per l’uomo e la famiglia che "da un lato ha molte difficoltà a capire che cosa sta avvenendo, anche perché non si trova di fronte a un "avversario" esterno, l’alcool, la droga ecc…., a cui dare la colpa e contro cui prendersela.

La grande maggioranza delle famiglie sono impreparate alla scoperta di un famigliare che gioca e non sanno a chi rivolgersi. Dall’altro lato l'esperienza dimostra che il coinvolgimento della famiglia è molto importante anche per il recupero dello stesso giocatore". (P.G.Selvini) 1.Le informazioni false riguardano: - il dato occupazionale.Si è dimostrato falso il dato che prevedeva l’occupazione con il Bingo di 35-40 mila persone in Italia.L’occupazione per 420 sale- quelle che immediatamente si sono aperte in Italia a fronte delle 800 previste- non supereranno le 7 -8 mila unità.

Se si considera poi che questi posti rivengono parzialmente da precedenti occupazioni o da occupazioni riconvertite, il totale massimo sarà stato di circa 5 mila unità in campo nazionale;- l’economiaLo Stato, introitando il 25% dell’ammontare delle giocate, come sempre, vede nell’azzardo uno strumento efficace per fronteggiare il "male incurabile" del debito pubblico. Egli cura poco la sua credibilità e si mostra indifferente alla perdita della qualità etica e umana dei suoi cittadini, rinunziando ad ogni sua funzione educativa, offendendo la giustizia distributiva e sociale, la solidarietà e la sussidarietà che la Costituzione gli impongono come doveri in eludibili.

Questo senza parlare degli effetti che indirettamente produce sulla criminalità che pur si propone di combattere, ma che in realtà fa prosperare. E’ in piedi anche un problema deontologico con le associazioni di categoria del commercio, che si sono messe in questo affare: così esse non tutelano i loro associati.

Ma, come annota il sociologo Maurizio Fiasco, c’è di più:" Qualcuno pone il gioco, e quindi anche il Bingo, come una sorta di fiscalità volontaria. Poiché va ad alimentare le entrate dello Stato, è anch’essa una forma di prelievo fiscale.

Il fatto che sia volontaria non cancella l’iniquità e l’asimmetria dal punto di vista sociale. Essa si pone come un’imposta regressiva sul reddito: visto che il target dei giocatori è costituito soprattutto da persone non ricche o addiritura povere, accade che il prelievo è inversamente proporzionale al reddito. Chi meno ha, versa.
E questo presenta una dubbia compatibilità sociale";
- la rivitalizzazione dei quartieri. Bisogna parlare non di rivitalizzazione come affermano i promotori del Bingo, ma di 420 riferimenti territoriali che alimenteranno l’appetito delle persone legate alla criminalità predatoria. Non senza motivo negli Stati Uniti ogni autorizzazione per una nuova casa da gioco viene attentamente valutata, da noi invece queste sale sono state autorizzate in centri cittadini, lungo strade accorsate da persone, in locali posizionati in piazze molto frequentate, per cui oggi abbiamo in crescita i comitati anti-bingo, composti da cittadini in rivolta da quando ex cinema ed ex magazzini si sono trasformati in sale giochi che portano nei quartieri traffico, schiamazzi notturni, microcriminalità. Sono già un centinaio i comitati civici spontanei (cfr. Avvenire di mercoledì 27 11 2002 a proposito dell’incontro di sei organismi presenti- tre di Roma, Uno di Milano, uno di Genova e uno di Cagliari- nel ruolo di catalizzatori del crescente malcontento).

- la socialità del gioco. E’ necessario chiarire l’equivoco" in particolare sul Bingo. C’è chi parla di una tombola in grande. Solo che nella tradizionale tombola il ritmo è disteso. Si parla, si scherza, si fanno battute, ci si diverte. Il Bingo non offre queste possibilità.Nelle sale da gioco il gestore, per guadagnare, ha la necessità di far chiudere una partita in tre minuti! Non c’è spazio per commenti o richieste di chiarimenti. Le persone sono bloccate davanti alle loro cartelle e, nel prossimo futuro, lo saranno di fronte ad un monitor. Per velocizzare le operazioni, fra non molto, verrà venduto un codice e il monitor darà le estrazioni. Ci sarà dunque un ritmo incalzante, anche perché c’è una soglia di convenienza del gestore al di sotto della quale non si deve andare: devono giocare contemporaneamente almeno 120 persone e la partita non deve superare i 3 minuti. Se si scende sotto queste soglie, il gestore ci rimette, anche se altre fonti di guadagno sono legate alla presenza di un ristorante, alla disponibilità di una nursery e ad altre comodità "offerte"….. a pagamento! Ma questi non sono accessori bensì veicoli, per canalizzare il gioco nella vita quotidiana delle persone;- il ruolo dello Stato" Lo Stato per la prima volta cambia ruolo. Mentre per il Lotto, le lotterie e i concorsi in genere si serve dello strumento della "concessione", in cui tutte le operazioni vengono controllate dai Monopoli si Stato, nel caso del Bingo lo Stato dà la concessione al gestore tutta la promozione e tutto lo svolgimento dell’attività. In concreto, il bar che raccoglie le puntate e il botteghino del lotto di un tabaccaio fanno una cosa sostanzialmente diversa da quella del gestore, che si costruisce sopra un affare. Potrebbero nascere delle sale da gioco da quartiere, delle bische dove si potranno puntare su montepremi molto alti (il cosiddetto Superbingo, messo in palio collegando telefonicamente una decina di sale Bingo ) e dove saranno messe in funzione molte macchinette elettroniche o meccaniche, del tipo delle slot machine e dei videopoker. Il tutto per far lievitare gli incassi e per rimediare al fallimento di centinaia di sale Bingo in tutta Italia: resistono sul mercato solo le sale con oltre 800 posti, vale a dire quelle che hanno un grave impatto sulla vivibilità del quartiere, e che possono agitare il miraggio di vincite più elevate.Finora questa trasformazione non è stata autorizzata, anche se un maxi emendamento di luglio scorso al decreto fiscale lo prevedeva. Vi è stata infatti una novità di questi ultimi giorni, che sembra non far tramontare la possibilità che le sale Bingo si trasformino in piccoli casinò di quartiere. Il rischio si profila con la norma sui videogiochi, attualmente in discussione al Senato, costituente oggetto della Legge Finanziaria 2003.Al posto del videopoker, dove la vincita è interamente affidata all’alea, si potranno istallare- se confermato in aula uno specifico emendamento alla legge per il 2003, approvato sabato 7 dicembre in Commissione Bilancio- delle macchinette automatiche che erogheranno vincite in denaro ai giocatori dotati di "abilità fisica, mentale e strategica". In sostanza la pura casualità verrà occultata dietro l’apparente meritevolezza del giocatore "abile". Da azzardo per alea a sfida di agon, Ma si tratta di questo? Una frase dell’emendamento chiarisce che una partita con moneta metallica di 50 centesimi deve avere durata "non inferiore a dieci secondi" e distribuire "vincite in denaro, ciascuno comunque di valore non superiore a venti volte il costo della singola partita, erogate dalla macchina subito dopo la sua conclusione ed esclusivamente in monete metalliche".

In dieci secondi si manifesta "abilità fisica, mentale o strategica?" La domanda è del tutto retorica.Una fattispecie nuova d’azzardo, dunque, farà la sua comparsa nei quartieri, per sostituire quella rete di videopoker, che vennero consentiti nell’anno 2000, sebbene per vincite solo le consumazioni in bar e altri locali pubblici (ma in realtà impiegati alla stessa stregua delle slot machine).L’emendamento non prevede alcuno sbarramento per i minorenni, ovvio i frequentatori più numerosi delle attuali sale per videogames. 2. Le implicazioni morali per l’uomo e la famiglia.

C’è da ricuperare un grande principio morale alla comune riflessione: non è l’uomo per il gioco, ma è il gioco per l’uomo!Nei giochi d’azzardo questo principio viene ignorato e stravolto: l’uomo perde il dominio di sé di fronte al gioco ed in particolare: · l’individuo assume un ruolo di passività: la sua soggettività scompare quasi del tutto dinanzi alla cecità della sorte: "l’alea rappresenta la negazione del lavoro, della pazienza, della qualificazione personale e appare come una insolente derisione del merito, proprio perché reca al giocatore fortunato infinitamente più di quanto gli possono procurare il lavoro e la fatica"( Tettamanzi, Genova, 23- 2- 2002); · --studi specifici rilevano il facile e fatale cammino che il giocatore d’azzardo compie, passando dallo stadio del gioco occasionale a quello del gioco abituale fino a sfociare in quello del gioco patologico. Lo psichiatra Custer, che negli Stati Uniti dette vita alla prima clinica per il trattamento del gioco d’azzardo, distingue e inquadra questo cammino in tre gradi: grado inoffensivo per l’individuo (fase vincente), grado di uso del gioco d’azzardo (fase perdente) e grado di abuso (fase della disperazione). C’è una sfida educativa che la Consulta Nazionale Antiusura vuole proporre o rilanciare legata alla riflessione morale.

Questa per sua natura è propositiva, ricca di valori: promuove una libertà responsabile e perciò diventa il fondamento più solido e lo stimolo più forte per l’impegno formativo. Quanti hanno responsabilità educative e si definiscono agenzie educative non possono abdicare al loro ruolo: dalla famiglia alla scuola, dalla chiesa alla società civile, dallo Stato alle sue istituzioni senza dimenticare il canale informativo- formativo più capillarmente diffuso e sottilmente pervasivo, ossia i molteplici mezzi della comunicazione sociale.
 
La sfida educativa che la Consulta sottolinea sarà vincente se: · continueranno ad essere denunciati i rischi e gli effetti dirompenti che il gioco d’azzardo produce non solo a livello economico ma soprattutto a livello psicologico e di tessuto sociale, presso tante persone e tante famiglie, gente anziana e povera; · si combatte, con pazienza e coraggio, la concezione totalmente ludica della vita. E’ necessario educare il nostro prossimo con le parole e con la testimonianza personale e comunitaria ai veri valori della vita, tra i quali emergono il lavoro come strada onesta del guadagno, la responsabilità di usare bene il proprio tempo e ancor più le proprie risorse, l’impegno all’attenzione e alla solidarietà verso gli altri, in particolare verso chi ha più bisogno di sostegno psicologico, di aiuto morale, finanziario e di speranza, anche a costo di qualche sacrificio.
E’ necessario convincersi che "l’azzardo non è come il gioco connaturale all’essere umano, ma è frutto di una cultura che, avendo perso, in molte sue espressioni, il senso del vivere o del convivere e collocando nel profitto l’unica o la prevalente molla dell’agire economico, lo incentiva e lo dilata a dismisura"(Padre Mattai)Cerca due anni fa (17 dicembre 2001), a firma di Padre Rastrelli e mia, è stata inviata una Lettera Aperta al Presidente del Consiglio on. Berlusconi e ai Segretari dei Partiti di Maggioranza.Abbiamo insistito presso di loro- e con successo- perché venisse ritirato l’emendamento alla Finanziaria 2002 presentato da alcuni esponenti della Maggioranza Parlamentare che prevedeva un Casinò in venti Comuni d’Italia. Invitando a riflettere, tra l’altro, sui problemi del gioco, abbiamo scritto: "sono emersi gravissimi danni economici per la sussistenza delle famiglie a basso reddito e dei più poveri. Questi danni vengono deliberatamente nascosti, ignorati, come viene trascurato il prevedibile maggiore indebitamento delle famiglie man mano che viene sottratta la pensione degli anziani al ménage familiare, perché impegnata nel Bingo (si noti che il 60% delle famiglie italiane ospita un pensionato e che spesso, grazie a questa pensione messa a disposizione dagli anziani, molti bilanci familiari non vanno in rosso). Abbiamo posto alcune domande e finora non ci è giunta alcuna risposta: · come può lo Stato giustificare la distruzione psicologica, morale, economica, familiare e talvolta anche fisica di tante persone indebitate per il gioco, affermando che ha bisogno di miliardi di euro per restaurare monumenti e chiese, quando questo denaro viene sottratto a persone e famiglie che non hanno da mangiare o da pagare il fitto di casa o la bolletta della luce e del gas? · La produzione continua di gente annientata dalle attuali dodici occasioni settimanali di gioco proposto e riproposto dai mass media con un martellamento degno di miglior causa, non produce forse un immiserimento effettivo di persone, di famiglie e di imprese, che finiscono d'inflazionare lo stesso assetto economico nazionale….?
 
· È forse, scatenando il vizio o la febbre del gioco, che si attua un efficace controllo del vizio e del gioco?; · E che dire di quanto è stato stabilito per la concessione della licenza che dev'essere preferibilmente rilasciata a coloro che dimostrano di saper usare l'autorizzazione ricevuta in un bacino di utenza che permetta maggiori introiti? La Consulta ricorda che la Costituzione vigente fa esplicito divieto allo Stato di gestire il gioco d'azzardo. "Noi, che siamo vicini ai sofferenti per miseria e per immiserimento dipendente da tante cause, siamo delusi nel vedere il Legislatore avviarsi, superficialmente ed irresponsabilmente, in un cammino distruttivo senza ritorno, oggi per molti e domani o dopodomani per un numero ancora più crescente di bisognosi".La nostra Consulta alla quale fanno riferimento oltre venti Fondazioni Antiusura con riconoscimento giuridico regionale, nutre ancora speranza che venga promossa una più chiara e concreta politica per la persona e per la famiglia. Ci sentiremmo davvero contraddetti e confusi, se dovessimo constatare che si muovono volontariamente passi in senso contrario verso una meta di generale danno e perversione, magari introducendo frasi sibilline nella Finanziaria, espressioni di una strategia occulta che emergerà gradualmente con risultati offensivi della dignità della persona e positivi per rimpinguare le finanze degli "operatori sommersi", più o meno ammanigliati con la malavita.Non è senza motivo se Padre Rastrelli e il sottoscritto, a nome della Consulta, dal 26 febbraio c.a. abbiamo avanzato la richiesta di audizione al Presidente della Commissione Parlamentare dell'Economia e delle Finanze del Senato, sen. Riccardo Pedrizzi. Con tale richiesta abbiamo ricordato che la Consulta Nazionale Antiusura "da diverso tempo ha registrato una notevole evidenza del fenomeno dell'indebitamento per gioco d'azzardo (illegale e legale) in persone che si sono rivolte ai nostri centri di ascolto per domandare assistenza".Per capire meglio tale situazione, la Consulta ha approfondito la conoscenza delle cause, delle dinamiche e delle molteplici situazioni che coinvolgono sia persone singole, sia, soprattutto le famiglie.Nell'offrire aiuto alle persone, "le Fondazioni Antiusura hanno maturato precise convinzioni circa gli elementi che favoriscono l'espansione del gioco d'azzardo e dei relativi guasti, oltre che a formulare proposte per contenere il campo delle situazioni che il diffondersi di un'abitudine di massa – qual è il gioco d'azzardo in Italia – provoca".La Consulta Nazionale Antiusura, nell'Audizione accordata dalla Commissione Finanze del Senato della Repubblica il 15 maggio c.a., ha depositato le relazioni con qualificati riscontri e testimonianze che documentano la deleteria incidenza che il gioco d'azzardo genera per lo sviluppo e la diffusione dell'usura. Queste relazioni, esposte in vari convegni, organizzati sul territorio nazionale e regionale hanno registrato unanime consenso, anche da parte del Presidente della CEI, Card. Camillo Ruini, che nell'Assemblea Plenaria dello scorso mese di maggio, davanti a tutti i vescovi italiani ha affermato: "un preciso rapporto con le istanze etiche ed educative ha pure la questioni delle forme di giochi d'azzardo che vengono troppo disinvoltamente promosse e incentivate, al fine di ottenere introiti per le finanze dello Stato. Sono pesanti infatti le conseguenze sulle fasce più deboli e meno avvertite della popolazione, con il risultato, tra l'altro, di rendere più frequente il ricorso al denaro degli usurai".

In base all'esperienza maturata e in corso presso tutte le Fondazioni antiusura in Italia, la Consulta continuerà a prendersi cura delle vittime del gioco e a denunziare gli effetti deleteri che la diffusione e la moltiplicazione che questi giochi stanno producendo, offrirà ogni collaborazione a tutte le agenzie educative, in particolare alla famiglia, alla scuola e alla chiesa perché venga arginata questa diffusa cultura consumistica.Non si costruisce col gioco la Repubblica fondata sul lavoro!"Duc in altum": con serenità e speranza in Consulta andremo avanti, mettendo l'amore in cima alla scala dei valori che ispirano il nostro cammino e il nostro servizio.

La Consulta augura a tutti gli italiani di riscoprire la socialità del gioco durante il quale si parla, si scherza, si fanno battute e si riscopre veramente il gusto e l'esperienza della festa!  

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