Le testimonianze di Anna, Marco e Giovanni

11/08/2010

Sono Anna e volevo portare la mia testimonianza, io sono una giocatrice compulsiva.
A dire la verità io ho cominciato a giocare 4 anni fa, non ero una giocatrice fino a prima di andare in pensione, non sapevo neanche cosa voleva dire giocare. Poi ho cominciato così per scherzo accompagnando un nipote a un giardino dove c’erano delle macchinette del videopoker. Guardando gli altri ho cominciato pian pianino e a quel punto si è scatenato un meccanismo …che mi ha portato alla frattura completa…
In famiglia non s’era mai accorto nessuno, sono sposata, ho un figlio maggiorenne. A un certo momento la banca ha telefonato avvisando che il conto corrente ormai era asciutto, allora mio marito fa la domanda.
Siccome lui in tanti anni di matrimonio non si è mai occupato della gestione familiare, si è fatto la domanda, come mai non abbiamo più soldi. A quel punto lì è scoppiata la bomba e ho dovuto dire il motivo per cui non c’erano più soldi…Loro hanno chiesto, se ero disponibile a uscire da questo impatto….

Poi mio fratello ha letto su una rivista che a Milano avevano aperto un gruppo. E infatti io sono andata a Milano nel 2000, nel giugno del 2000. Il primo impatto che ho avuto è stato spaventoso.Non eravamo in tanti, e si è letto i passi di Gam-Anon e si è detto che il gioco può essere malattia, che sono malata, quello per me è stato l’impatto più grosso.

Siccome io venendo da una esperienza di una malattia vera, avevo il cancro, l’ho vissuto sulla mia pelle, e quando si è detto malata io non accettavo il discorso che era un malattia. I miei familiari invece che l’hanno capita più facilmente, e hanno accettato diversamente, io…c’è voluto più di 6 mesi per entrare in questo meccanismo, capendo che ero malata di compulsione.

Partecipavo al gruppo a Milano ma non perché ero convinta, andavo per salvare la famiglia, tanto per esser chiara….poi a un certo momento, non so cosa è stato, m’è scattato un meccanismo …"Prima di aiutare la famiglia devi andare per aiutare te stessa, per te stessa…" A quel punto qua ho aperto….la mente e mi sono ritrovata bene, Il gruppo di Gam-Anon, come diceva prima il mio compagno qua, è che ci troviamo a confronto, ognuno è libero di dire quello che ha vissuto, le sue esperienze, e viene davvero anche come attrazione… Quando si vede delle persone che festeggiano un anno che non giocano più e……Io che avevo vissuto per tanti anni normalmente, mi ha fatto riscoprire quello che avevo perso negli ultimi due anni, avevo perso la famiglia, avevo perso me stessa, l’attrazione…di riscoprire la vita.

Siccome io ero una giocatrice di macchinette, io vivevo solo…il mio pensiero la notte era di come andare a recuperare i soldi per il giorno, come mascherare quello che si faceva, in casa, il mio obiettivo era solo quello di…. andare a recuperare i soldi che avevo perso, convincendomi che se vincevo qualcosa avrei risolto tutti i miei problemi. Invece non è vero, perché la realtà di fondo….
…è proprio vero, non bisogna andare più, io siccome sono una fumatrice, i primi tempi abbiamo fatto che mio marito mi comprava le sigarette, per non andare neanche dal tabaccaio per non essere messa a confronto con le macchinette…perché è abbastanza iniziare…
Noi abbiamo avuto dei casi, …ci sono persone che per un anno non hanno mai giocato, però è capitato che tante volte si vuol sfidare il gioco, si vuole mettersi alla prova convinti di essere guarita…E’ abbastanza iniziare a mettere 5.000 o 10.000, quello che è, iniziare a giocare e a quel punto qua, si è ricaduti, sono ricaduti peggio di prima…Poi siccome il giocatore non sempre ha il coraggio di ripresentarsi, se però si ripresenta al gruppo, capisce lo sbaglio che ha fatto e acquisisce realmente la forza e la volontà di smettere di giocare.
Se invece non riesce o per la vergogna, o roba del genere…entra in un baratro peggio di prima. Al gruppo si forma qualcosa come una famiglia onestamente, si…. riscopre anche tante cose, tanti valori. Magari si può dare un consiglio…neanche un consiglio…noi diciamo io faccio così, se tu vuoi provare quello che ho fatto io può darsi che…vedrai che riuscirai… Vediamo tanti casi che hanno funzionato e funzionano, perché la realtà di fondo che emerge dal discorso del giocatore, è che il giocatore in prima persona, non crede di essere un giocatore compulsivo, pensa di essere un giocatore normale, sociale come tutti. Quando ci mettiamo a confronto riusciamo a capire che davvero siamo giocatori compulsivi, ma al momento non si riesce a capire, non lo capiamo. Questa è la mia esperienza…io non ero una giocatrice, non vengo da famiglia giocatrice, né i miei che giocavano, nessun’altra dipendenza,....ancora adesso mi piacerebbe capire qual è stato il meccanismo che mi ha portato a questa…a questa cosa.


Marco
Mi chiamo Marco e sono un animale da gioco
, scusate il termine "animale", ma sono un esempio di ex giocatore. Giocavo fino a tre mesi fa, e adesso ex giocatore perché ho toccato il fondo. Non perché sono stato folgorato sulla via di Damasco mentre tornavo a casa, no, ho toccato il fondo. In questi tre mesi grazie anche all’aiuto di Giovanni, di mia moglie e dei miei fratelli….ho capito alcune cose….Volevo permettermi di correggere il dottor Croce, scusi se dico correggere, non sono un medico, non sono laureato, sono diplomato, però lei parlava del gioco e che c’è la componente fortuna nel poker.
Mi perdoni, nel poker la fortuna non esiste, proprio non esiste, vince solo il più bravo. E’ è un po’ come la briscola, quando si pensa "ma, ha vinto lui perché ha pescato l’asso, perché ha pescato il tre"…No, puoi giocare con tuo figlio dieci partite e vedi tu dieci volte l’asso e vinci, ma se giochi con tuo figlio mille partite, l’asso andrà 500 volte all’uno e 500 volte al figlio, e vince il più bravo.
Se andate a vedere le gare di briscola, di scopa d’assi, quei giochi diciamo, sociali, vedrete che le medaglie le vincono sempre gli stessi. Non ci sarà mai quello che va a fare la gara di briscola e l’ha vinta…sì, la può vincere in albergo, al mare, alla Pensione Mariuccia, quando si gioca coi pensionati la vince, ma se va nei centri dove giocano dei giocatori di briscola, o di scopa, vincono sempre i soliti. Purtroppo ve lo dice un giocatore che ha vinto moltissimo…..
..ho vinto moltissimo al gioco dove non conta la fortuna e mi sono rovinato al gioco dove conta la fortuna. Ho girato alcuni casinò d’Europa giocando a poker e alla fine mi evitavano. Mi evitavano, dove vivo io vicino a Milano, addirittura non mi hanno fatto più giocare. Girava la voce che io fossi un baro, vi garantisco non è vero perché giocavo a poker dove conta solo la bravura. Addirittura vi dirò, lo saprete anche voi, noi giocatori di poker studiavamo i nostri avversari, guardavamo se erano in crisi con la moglie, e se erano in crisi col lavoro, se avevano magari un figlio mezzo tossico. Quando vai a giocare con l’industriale che era in crisi con la moglie, aveva litigato con la moglie, quando veniva a giocare la sera, era un modo per sfogarsi e noi giocatori, uso un termine sbagliato, professionisti, vincevamo. Veniva a giocare la persona che aveva litigato coi fratelli o perché aveva dovuto vendere l’appartamento, veniva a giocare per rifarsi, giocava a poker e perdeva.
Cosa è successo, non avendo più avversari, avendo vinto molto, ma veramente molto, la gente mi evitava, sono entrato nel casinò, che mi ero sempre rifiutato.

Io a 40 anni sono entrato nel casinò e in 4 anni mi sono rovinato, perché la mia bravura, se si può chiamare bravura, l’ho buttata nella fortuna, e alla fortuna vince il banco.

Nei giochi di fortuna perdono tutti. Io sono un…ex giocatore, sono un giocatore perché sono 3 mesi che non gioco più. Dentro di me trovo uno spirito favoloso per ricominciare. Io nel lavoro ho guadagnato molto, partendo da zero, e purtroppo molto ho messo sul tavolo. Adesso non sono a zero, sono sottozero, però ho il lavoro, ci sto dando dentro, mi rifarò…sono un animale da… mi reputo un animale da circo, perché il gioco d’azzardo è un circo.…Siamo pieni di….voglio dire…non difetti, di insicurezze, cerchiamo di essere paragonati quasi all’onnipotente, perché vogliamo governare la fortuna, cosa impossibile….E poi, quando avrete i vostri pazienti, capirete che uno è un giocatore ormai compulsivo quando gioca 1.000 lire in più di quello che può…quando uno gioca 20.000 ma ne può giocare 15.000, basta, è compulsivo. Perché quando se può giocare 9.00.000 ne gioca 1 milione, quando può giocare 5 milioni vedrete che ne giocherà 7, perché il vero giocatore, vero nel senso negativo, non nel senso positivo, è colui che gioca più di quello che può, quando gioca qualcosa di meno…è un giocatore sociale.
Vorrei fare una domanda al dottor Guerreschi: il mondo socio-economico, del lavoro, nei confronti di un ex giocatore dichiarato e recuperato, generalmente in base alla sua esperienza, come reagisce nei confronti dell’ex giocatore, pentito ma recuperato, come reagisce normalmente proprio il mondo economico del lavoro, di fiducia….

Giovanni
Sono Giovanni, e sono dei Giocatori Anonimi.

Volevo cogliere l’occasione per ringraziare il dottor Croce, perché esattamente due anni e un giorno fa, il 17 aprile del 2000, siccome ero disperato, ero nel pieno del gioco e mia moglie mi aveva quasi messo …le valigie fuori della casa, m’aveva detto "o la smetti o te ne vai", così sotto pressione di mia moglie mi sono recato al Sert, che era da poco che era istituito, per poter chiedere aiuto perché volevo smettere di giocare, o quanto meno volevo cercare di dare un… cambio alla mia vita…e sono andato dal dottor Croce, esattamente ripeto due anni e un (giorno) fa, il quale poi, dopo un colloquio, mi ha inviato ai Giocatori Anonimi…E’ un associazione che si rifà a Alcolisti Anonimi, che è un’associazione che è una copia dei Gamblers Anonimous americano che è nata nel ’57. Ho fatto una telefonata quella sera a Giocatori Anonimi, mi ha risposto tra l’altro un alcolista, mi ha detto "guarda che c’è una riunione sabato, però vedi di non giocare più fino a sabato". Ecco da quella telefonata, da quel giorno non ho più giocato, sono esattamente due anni che non ho fatto più nessun tipo di scommessa, e la mia vita è cambiata veramente, da così a così.
Volevo parlare più che della mia situazione, del tema di oggi, la famiglia, perché io ho vissuto, sono padre di famiglia, …ho vissuto la tragedia del gioco, ho cominciato a giocare che…come tutti iniziano a giocare…per divertimento, perché ci si diverte col gioco all’inizio. Poi il mio problema è stato di aver cominciato a perdere, più di quello che potevo perdere. A questo punto ho cominciato a rincorrere la perdita. L’ossessione di continuare a recuperare la perdita. C’è chi vince, e ha l’ossessione della vincita ma poi perde ugualmente, io invece perdevo sempre e recuperavo la perdita; quindi per me il gioco è diventato un ossessione…io ho iniziato a giocare molto presto, e sono diventato compulsivo molto presto, e di guai ne ho combinati abbastanza…

Diventava un’ossessione, una vera e propria malattia, era un’ossessione, tutto il giorno… nella mia testa frullava solo il gioco, il recupero dei debiti, il come pagare i debiti, perché anche se vincevo non li pagavo mai, era tutto…tutto ruotava intorno al gioco…non esisteva nient’altro. Avevo una famiglia ma è come se non ce l’avevo, il problema mio e di tanti giocatori è che poi non si rovina solo la propria esistenza, rovina la sua famiglia e non solo, perché poi alla fine il giocatore va a chiedere i soldi all’amico, quindi l’amico ti da…ti presta i soldi, e poi si mette in conflitto con la moglie. Dopo l’amico non ti guarda più, allora si rovina i fratelli, rovina i genitori, rovina tutto. Il giocatore… dalla mia esperienza, dall’esperienza di chi viene ai Giocatori Anonimi, è che purtroppo il gioco compulsivo, il gioco portato all’esasperazione, rovina tutta una serie di famiglie, rovina tutto ciò che ha intorno, il giocatore fa deserto intorno a se. Deserto perché poi sono arrivato a un certo punto che… che c’era qualche amico che mi vedeva in fondo e girava l’angolo…proprio, veramente, ho trovato qualcuno che mi ha visto, ha girato lato e si è nascosto nel portone per non vedermi perché aveva
Il gioco fa dei disastri con i figli, fa dei disastri effettivamente, fa dei grossi, grossi disastri… Perché è una continua richiesta di soldi, non bastano mai, bisogna sempre prenderli, bisogna sempre cercarli, …le fonti non si esauriscono mai. Il giocatore ha una mente fervida, è una cosa incredibile ….quindi va a rovinare tutti, tutti, va a chiedere i soldi anche per strada quasi per andare a giocare. Coinvolge nella sua problematica un sacco di persone e crea problemi a un sacco di persone… Adesso voglio leggere il nostro Statuto per far capire cos‘è Giocatori anonimi, che è nato due anni fa a Milano, ma che adesso è presente in tutta Italia, veramente in tutta Italia stanno nascendo nuovi gruppi.
Allora, Giocatori Anonimi, un’Associazione di uomini e di donne che mettono in comune la loro esperienza, la loro forza e speranza al fine di risolvere il loro problema comune ed aiutare altri nel recuperarsi dal gioco compulsivo. L’unico requisito per divenirne membri è il desiderio di smettere di giocare. Non vi sono quote o tasse per essere membri di Giocatori Anonimi, noi siamo autonomi mediante i nostri propri contributi. Giocatori Anonimi non è affiliata ad alcuna setta, ad alcuna confessione o idea politica, ad alcuna organizzazione religiosa o istituzione, non intende impegnarsi in nessuna controversia, né sostenere od opporsi ad alcuna causa Il nostro scopo primario è astenersi dal gioco, ed aiutare gli altri giocatori compulsivi a raggiungere la sobrietà.
Giocatori Anonimi non ha opinioni sul gioco, posso avere una mia opinione personale, però Giocatori Anonimi non ha opinioni, non fa campagne contro il gioco, perché il giocatore se rimane sociale non crea problemi. Giocatori Anonimi dice a un giocatore: se il gioco comincia… a crearti dei problemi; è un problema perché non dormi la notte, a questo punto chiediti perché il gioco è un problema, vieni da noi perché noi possiamo aiutarti a smettere di giocare, così come hanno aiutato me. Poi ..far capire principalmente una cosa, che il problema del gioco è un problema personale. Sono io che vado a giocare, nessuno mi manda, mia moglie non mi ha mai mandato a giocare, io giocavo ai cavalli… Non è venuto nessuno a casa mia a dirmi di giocare ….sono stato io con le mie gambe ad andare a giocare. E sono sempre io che decido di andare a giocare, sono io che decido di giocare o non giocare, però il problema nel gioco è il mio rapporto sbagliato col gioco, ho la malattia del gioco compulsivo, di fronte al gioco io sono malato. Non sono capace, se nei confronti dell’alcool riesco a fermarmi al bicchiere prima di entrare nella dipendenza, nei confronti del gioco e anche nei confronti del tabagismo, ho smesso anche di fumare, nei confronti di questi problemi, sono impotente, non riesco. Un amico dice sovente che il nostro rapporto col gioco è come se io dovessi salire sul ring e incontrarmi con Mike Tyson, cioè Mike Tyson è il gioco e io sono il giocatore, ovviamente se vado su questo mi ammazza …E pure io pretendo di salire sul ring e di scontrarmi con il Tyson perché penso di… vincere con lui. Giocatori Anonimi insegna questo, mi ha insegnato e devo ringraziare e non finirò mai di ringraziare, ti insegna a cambiare la vita, ti insegna a dire "metti da parte il gioco, non pensare più al gioco, e guarda fuori che c’è il cielo azzurro, guarda fuori che ci sono le altre cose. ….un altro rapporto con la vita, avevo degli hobby prima di mettermi a giocare … Mi dicevano "riprenditi la vita", "riprenditi ciò che ti fa piacere, riprendi ciò che è bello e comincia a guardare ciò che è bello, riprenditi la tua vita, …riprendi te stesso praticamente" Io ho ripreso me stesso perché, sono un malato di gioco però ho cominciato a scoprire degli altri interessi, ho cominciato a vedere altre cose, ho cominciato a capire che…aiutando me stesso aiuto anche gli altri, ho cominciato a vedere un mondo diverso dal gioco, Ho cominciato a vedere la mia famiglia anche. Non essendoci più il gioco ho cominciato ad avere altri rapporti con le persone, quando incontravo le altre persone, le incontravo unicamente per farmi prestare dei soldi, quindi tutto il mio discorso, tutto quello che dicevo era per arrivare a dire "sono disperato, devo pagare la multa", tutte scuse, tutte balle ovviamente, per farmi dare i soldi. Tutto questo discorso fatto a mia mamma, fatto al mio migliore amico, … portava a quello. Oggi che non ho più dentro di me …questa maledetta ossessione di gioco, che me ne sto liberando piano piano, ma non me ne libererò mai perché dovrò sempre frequentare Giocatori Anonimi. Oggi, che sono arrivato lì, quando parlo con mia mamma, quando parlo con mia moglie, quando parlo con mio figlio, o con chiunque parlo, parlo con un altro spirito, parlo con lo spirito di una persona libera. E sulla libertà, volevo proprio dire una cosa precisa. …quando sono andato ai Giocatori Anonimi mi sono detto "cavolo non devo giocare più tutta la vita"…E’ come se mi devono tagliare il braccio destro, perché per me il gioco era il braccio destro, era come se dovevo tagliarmi questo cavolo di braccio destro e dirmi.. .cavoli adesso non posso più giocare, non posso più farmi una schedina, non posso più…e mi facevo delle storie su questo problema.
Poi sono riuscito a capire, sempre grazie alla frequenza dei Giocatori Anonimi, che veramente io sono un uomo libero, sono veramente libero. La mattina mi alzo e dico "cosa faccio oggi? Gioco o non gioco?", poi mi dico "ieri non ho giocato, sono stato bene, sono uscito con 100 euro, sono rientrato con 99 euro perché ho bevuto il caffè, ho incontrato degli amici e ho parlato, sono andato a trovare mia mamma e ci siamo abbracciati, ho parlato con mio figlio e ho parlato in maniera… non ho litigato praticamente. Se io torno a giocare oggi ritorno nel baratro, e cancello tutto quello che ho conquistato". Oggi io dico "io scelgo di non giocare", è una mia scelta, oggi io sono libero di scegliere se giocare o meno. Quindi io il mio braccio destro ce l’ho, perché posso ancora tornare a giocare, sono io che non voglio più tornare a giocare, non ho nessuna intenzione di tornare a giocare perché mi ha distrutto la vita, e se dovessi tornare a giocare me la distrugge un’altra volta. E’ questo che Giocatori Anonimi insegna, è quello che i gruppi di auto aiuto dei Giocatori Anonimi insegna. Un nostro amico usa dire che Giocatori Anonimi è come un carretto che parte e ci sono questi giocatori sopra che vogliono smettere di giocare, vogliono aiutarsi a smettere di giocare, e vogliono aiutarsi a cambiare il proprio carattere. Questo carretto va e ogni tanto si ferma e tira su qualcuno, poi ogni tanto uno cade da questo carretto, e allora questo carretto si ferma e lo tira su, gli dice vieni torna qua, va bè hai fatto una ricaduta, hai fatto la rigiocata, ma torna. Torna dentro, non fa niente, riprenditi le tue 24 ore, riprendi da zero… lo tiriamo su, cerchiamo di tirarlo. Purtroppo c’è anche quello che dice "no, io voglio scendere, me ne voglio andare", c’è anche quello che dice "no, basta, voglio tornare a giocare", vuole scendere da questo carretto. E’ una scelta, noi non possiamo farci niente, voglio dire, non …non possiamo assolutamente farci niente. Noi gli diciamo solo, guarda che se torni indietro ricadi nel baratro, non lo fare, ma se lui ha deciso è una sua scelta, noi non possiamo obbligare nessuno. Giocatori Anonimi non può obbligare nessuno, così come non possiamo andare nelle sale corse a prendere qualcuno. Qualche volta ci telefona qualche famiglia e ci dice "ma mio marito è venuto stasera da voi?", noi non possiamo dirle se è venuto o non è venuto, siamo anonimi, se no cadrebbe l’anonimato. Non possiamo, anche se ci dispiace molto, se uno ci telefona o viene una mamma a dire "andate a prendere mio figlio in sala corse", non possiamo andare a prenderlo. Noi rispettiamo, aiutiamo chi vuole essere aiutato. Se lui ha il desiderio di smettere, un giorno o l’altro la smette. Ci sono degli amici che hanno smesso di giocare solo da un mese e sono due anni che vengono.
… purtroppo il gioco, il gioco patologico, il gioco compulsivo, crea degli incredibili squilibri nelle famiglie.
Una volta il gioco era appannaggio esclusivo dell’uomo, era l’uomo che giocava. Oggi invece ai Giocatori Anonimi vengono delle donne, madri di famiglia, che vanno in pensione, che per la noia vanno a giocare e diventano compulsive. Queste distruggono tutta una vita, distruggono tutta una vita…però sono abbastanza fortunate rispetto all’uomo, perché fanno in fretta anche a recuperarsi. Mentre l’uomo proprio perché… …magari c’è l’ha nella mentalità. Le donne, così come fanno in fretta a rovinarsi fanno anche in fretta a recuperarsi.

 

Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

Pubblicita


Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici o analytics anonimizzati, informativa cookie policy

Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo, 14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 2.050.412,00 i.v.
Copyright © Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati