Il perchè dei seminari

11/08/2010

L’incertezza e la non prevedibilità del futuro sono regole del gioco della vita, ma il sogno di poter superare questi vincoli ha sempre accompagnato lo sforzo e la fatica dell’uomo nel suo impegno con la realtà; invocare la dea Fortuna per vincere questa sfida non è mai stato segnale di debolezza.
Oggi, però, questo sogno ha nuovi simboli, nuovi sacerdoti, nuovi templi, e soprattutto ha uno strumento magico: il denaro, da vincere con il "colpo grosso": montagne di soldi che arrivano senza fatica, ma grazie a pura fortuna, risolvendo automaticamente tutti i problemi della quotidianità. E per questo ci sono offerti in abbondanza vecchi e nuovi riti: lotterie, giochi televisivi, sale Bingo, casinò reali e virtuali, e tutto il vecchio e nuovo mondo della "scommessa", sui numeri, sul calcio, sui cavalli, su qualunque cosa su cui si possa tentare di indovinare il futuro: perché deve esserci il sistema perfetto per prevedere il futuro…
Così si assommano due grandi sogni: la voglia di vincere il futuro senza più fatica, senza più impegno, attraverso i "soldi facili", e insieme il brivido del successo nell’aver previsto ciò che sarebbe successo.
Ma c’è chi, sognando, si ammala di gioco, al punto che non ne può più fare a meno, e si accanisce, perdendo anche il senso e il gusto del sogno, schiavo di un rischio in cui si può solo perdere. In tal modo il gioco patologico, così come altre dipendenze, può diventare catastrofico non solo per la persona, ma per tutta la famiglia, non solo economicamente, ma anche per l’identità della persona, e soprattutto per il sistema di relazioni familiari.
E quando questa sofferenza esplode, magari dopo un lento travaglio, pieno di inganni, di sconfitte, di delusioni e tradimenti, molto spesso i "malati di gioco" e le loro famiglie non riescono a riconoscere i luoghi e le cure per guarire da questa dipendenza, troppo spesso stigmatizzata come vizio, anziché riconosciuta come vera e propria malattia.
Questi Seminari intendono quindi coinvolgere e informare gli operatori dei servizi socio-sanitari, il volontariato, le associazioni e le famiglie coinvolte sulle nuove caratteristiche della dipendenza da gioco, sulle esperienze di intervento, presa in carico e cura delle persone, senza trascurare la necessità di strategie e strumenti, anche legislativi, che possano prevenire e contenere il fenomeno.  
 





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