11/05/2010
Il Kosovo fin dalla fine della Seconda Guerra mondiale è stato una provincia autonoma della Jugoslavia. Nel marzo 1989 Slobodan Milosevic revoca gran parte della sua autonomia prevista dalla Costituzione. Comincia la campagna da parte di Milosevic – divenuto nel frattempo presidente della Repubblica Serba – di assimilazione dei kosovari.
Nel 1990 nasce la Lega democratica per il Kosovo, il movimento non violento guidato da Ibrahim Rugova. Il 2 luglio 1990 i kosovari di origine albanesi dichiarano l’indipendenza della Repubblica del Kosovo. Ne segue un referendum, nel quale vota l’80% della popolazione a favore dell’indipendenza.
Nel 1995, in Svizzera, nasce l’Uck, l’esercito di liberazione del Kosovo. Cominciano le azioni di guerriglia del movimento armato, che si macchia di gravi crimini non solo verso la popolazione serba, ma anche nei confronti dei kosovari di origine albanese.
Nei quattro anni seguenti, con la repressione messa in atto dall’esercito serbo, la spirale di violenza porta all’azione di pulizia etnica contro i kosovari. I profughi civili sono migliaia. Dopo la lunga inazione e i tentennamenti europei, gli Stati Uniti prendono in mano la situazione: la Nato il 23 marzo 1999 dà il via all’intervento militare in Kosovo e ai bombardamenti sulla Serbia.
La guerra finisce il 10 giugno 1999: le truppe serbe si ritirano dal Kosovo e l’Uck depone le armi. L’Onu adotta la risoluzione 1244 con la quale si autorizza la presenza civile e militare internazionale (Kfor). Il 14 giugno 1999, il segretario generale dell’Onu Kofi Annan dà il via alla missione Unmik (l’amministrazione civile ad interim delle Nazioni Unite).
Nei dieci anni seguenti viene messa in atto la catena delle “vendette” e delle ritorsioni sulla popolazione serba rimasta in Kosovo.
Il 16 febbraio 2008 l’Unione Europea approva l’invio di una missione civile, chiamata Eulex. Lo scopo è di sostenere il Kosovo nell’amministrazione della giustizia, delle forze dell’ordine e del controllo delle frontiere.
Il 17 febbraio 2008 il Kosovo dichiara unilateralmente l’indipendenza, riconosciuta finora da 65 Paesi. Il 1 dicembre 2009 la Serbia pone alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia il quesito sulla legittimità della dichiarazione d’indipendenza dal punto di vista del diritto internazionale. La decisione della Corte (che non ha valore vincolante) è prevista per l’estate 2010.
(Sintesi dei principali avvenimenti, tratta da “Lupi nella nebbia”)
Luciano Scalettari