24/05/2012
L'attore Jacopo Olmo Antinori, il regista Bernardo Bertolucci e l'attrice Tea Falco al 65° Festival di Cannes (Ansa).
Tuttavia, di tutti gli adattamenti letterari quello che più ha colpito il cuore degli addetti ai lavori è opera di Bernardo Bertolucci che, per quanto immenso come regista (già decorato nella sua lunga carriera con Oscar, Palme d'oro, Leoni, David e ogni altra sorta di premio) ha avuto la sensibilità e l'umiltà di mettersi al servizio della vicenda raccontata da Niccolò Ammaniti in Io e te, coinvolgendo lo scrittore nella stesura della sceneggiatura.
Risultato? Una storia minimale ma potente, che cattura chi guarda poco a poco, di cui è protagonista un quattordicenne foruncoloso e difficile, Lorenzo, alle prese inaspettatamente con una venticinquenne all'apparenza sicura ed emancipata, Olivia, ma in realtà non meno fragile di lui. Ciò che complica la faccenda è che i due sono fratellastri: figli dello stesso padre e di madri diverse. Non si vedono da anni, non si conoscono quasi. Eppure, nella penombra dell'enorme cantina di casa dove si nascondono per giorni (lei per disintossicarsi e tentare la risalita, lui per non andare in settimana bianca con i detestati compagni), finiranno per trovare l'uno nell'altro quella complicità familiare, quell'affetto profondo che gli adulti non hanno saputo dar loro.
E il finale, appena venato di speranza, è un atto di fiducia nella tanto bistrattata gioventù di oggi. Pochi sanno capire e raccontare le turbolenze adolescenziali come Bertolucci, che non è nuovo all'interagire sullo schermo di due soli interpreti (basti pensare a Ultimo tango a Parigi ma anche al più recente L'assedio). Che dire? Meriterebbe la Palma d'oro se non fosse che il Festival ha messo il suo film fuori concorso. D'altronde, l'anno scorso lo stesso Bertolucci era stato già omaggiato con la Palma d'oro alla carriera. Inopportuna, insomma, una doppietta italiana.
Maurizio Turrioni