27/07/2010
Non c’è pace per la pelle al mare. Tra animali, sole, salsedine, sabbia, sono tanti i pericoli che la insidiano. Ecco come affrontarli per recuperare il sorriso in breve tempo.
ERITEMA SOLARE
E' il prologo alla scottatura. Sintomi: pelle molto arrossata, bruciore, dolenzia delle zone più toccate. Nel caso, fare una doccia con acqua quasi fredda per detergere la cute e rimuovere ogni residuo di solari e doposole, quindi applicare un rimedio antiscottature anche a base di sostanze naturali, come la calendula.
Se la parte colpita duole o la situazione non migliora nel giro di una mezza giornata, chiedere in farmacia una crema o un’emulsione a base di corticosteroidi. In generale, il problema si risolve in un paio di giorni, ma non bisogna stare al sole e neppure sotto l’ombrellone, dato che i raggi solari passano attraverso la tela.
USTIONE SOLARE
E’ il secondo gradino della scottatura. Stessi sintomi dell’eritema, però più accentuati: la pelle è rosso-violacea, duole a toccarla ed è leggermente gonfia, si riempie di piccole bolle gonfie di liquido trasparente. Spesso può venire un po' di febbre. Non si devono rompere le bolle, perché si rischia di infettare lo strato epidermico sottostante, né rimuovere la pelle quando le bolle si rompono da sole.
Occorre lavare la zona spelata con un detergente fluido delicato a base di avena colloidale e asciugarla con un telo morbido di cotone. Due volte al giorno si applica una crema cortisonica con antibiotico. Se c’è febbre, è consigliabile farsi prescrivere un farmaco specifico dal medico. Si può tornare in spiaggia quando le bolle non ci sono più, ma la parte va tutelata con un solare ad alta protezione.
HERPES LABIALE
E’ un'infezione causata da un virus, l’herpes simplex tipo 1 (Hsv-1). Il quale non sempre si manifesta in maniera immediata nella zona delle labbra, ma può rimanere latente all'interno dell'organismo per poi manifestarsi con ricadute determinate da fattori scatenanti: tra i più frequenti, l’esposizione ai raggi del sole visto che le labbra, diversamente dalle altre parti del corpo, non contengono la melanina e, pertanto, risultano più delicate.
E’ un fastidioso disturbo, che può far sentire in imbarazzo e persino indurre a limitare i rapporti sociali. Per impedirne il manifestarsi, è opportuno coprire le labbra con uno stick ad alta protezione. Lo si cura applicando per qualche giorno una pomata o un cerottino ad azione antivirale e facendo poi attenzione a riesporsi al sole.
MEDUSE
Un'accidentale collisione con i luminescenti e gelatinosi animali fa vedere le stelle dal bruciore. Nel caso, mai passare la mano sul punto di contatto, perché così gli elementi ustionanti si spargono sulla pelle. Tornare a riva senza toccarsi e gettare acqua di mare sulla zona offesa per lavare via il più possibile gli ustionanti. Passando quindi la lama di un coltello, dal basso in alto, per rimuoverli del tutto e risciacquare di nuovo con l’acqua salata. Applicare infine un gel astringente al cloruro di alluminio, che ha un'immediata azione antiprurito e che blocca la diffusione del malanno. Rivolgersi a un medico se il dolore persiste, se la reazione cutanea si espande e se sopravviene la febbre. Stare all’ombra per qualche giorno, così da evitare che l’ustione lasci il segno sulla pelle.
PESCI VELENOSI
Scorfani, razze, tracine si mimetizzano nella sabbia e tra le rocce anche in acqua basse. Calpestandoli, reagiscono con una puntura tossica: il dolore è intenso, lancinante e, col passare dei minuti, si irradia su tutta la parte colpita, che si arrossa e si gonfia. Se possibile, immergere la zona dolente in acqua molto calda, che ha il potere di disattivare la tossina. Oppure, fare un impacco con acqua fredda per ridurre l’assorbimento del veleno. Pulire la ferita, controllando che non siano rimaste delle spine conficcate nella pelle. In tal caso, rimuoverle con una pinzetta in maniera attenta per evitare che si spezzino o penetrino più a fondo. Rivolgersi quanto prima a un medico per farsi prescrivere un antidolorifico e un antibiotico per prevenire l’eventualità di un’infezione.
RICCI DI MARE
Inciamparvi non è infrequente. Bisogna rimuovere, con una pinzetta e uno spillo sterilizzati dalla fiamma di un accendino, i frammenti di aculeo rimasti conficcati nella pelle. Disinfettare poi con mercurocromo e applicare un cerotto protettivo.
ZANZARE
L’arma per la difesa ravvicinata è rappresentata dai repellenti, in salviette, spray, creme o lozioni da spalmare o spruzzare sulla pelle. Per i bambini vanno bene quelli a base di sostanze naturali, tipo citronella o geraniolo, anche se di effetto limitato. Gli adulti possono ricorrere a quelli chimici a base di deet, picaridina, permetrina. L’applicazione dei repellenti deve rispettare alcune regole ferree, dato che le sostanze vengono parzialmente assorbite nel sangue: leggere le istruzioni; cospargere senza esagerare sulla pelle esposta o sui vestiti, mai sotto gli indumenti; non utilizzare su ferite e irritazioni cutanee; non spalmare sugli occhi e sulla bocca e poco sulle orecchie, né dirigere gli spray sulla faccia, ma spruzzare sulle mani e poi passarle sul volto; pulire la pelle con acqua e sapone, e lavare gli abiti, al rientro in casa. Se le misure difensive falliscono e si viene punti, non sfregare i pomfi, ma lenire il prurito con stick all’ammoniaca o con creme calmanti. Se il fastidio della puntura è eccessivo o persiste, rivolgersi a un medico o a un farmacista di fiducia.
Maurizio Bianchi