23/02/2011
(Foto: Greenpeace)
Un miliardo di ettari coltivati a Ogm nel mondo dal 1996 ad oggi. Questi i dati 2010 appena resi noti dall'International Service for the Acquisition of Agri-biotech Application (ISAAA). Più o meno l'estensione della Cina o degli Stati Uniti, per avere un'idea.
La crescita delle colture Ogm tra il 2009 e il 2010 sarebbe del 10 per cento, portando gli ettari coltivati a Ogm nel 2010 a 148 milioni. Saldamente in testa alla classifica sono gli Stati Uniti (66,8 milioni), seguiti da Brasile (25,4 milioni), Argentina (22,9 milioni), India (9,4 milioni), Canada (8,8 milioni) e Cina (3,5 milioni).
Non stupisce la preponderanza degli Usa in questo mercato, tanto che Wikileaks ha parlato di pressioni sul governo Berlusconi nel 2003 per evitare l'emanazione del decreto sugli Ogm.
L'allora ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Gianni Alemanno veniva definito incompetente da un punto di vista scientifico a causa della sua posizione contro gli Ogm.
I dati ufficiali dell'Unione europea mostrano che nel 2010 gli ettari coltivati con mais Ogm sono diminuiti del 13% rispetto all'anno precedente. Il declino maggiore si è registrato in Romania (-75% rispetto al 2009) e in Repubblica Ceca (-28%). Nel 2009 i dati dell'ISAAA avevano mostrato una generale riduzione del 12% rispetto al 2008.
"I dati a livello europeo – spiega Federica Ferrario, responsabile della Campagna Ogm di Greenpeace - mostrano come gli Ogm siano un fallimento nei campi e nel mercato. Gli agricoltori e i consumatori non cedono alla propaganda dell'industria biotech. Gli Ogm non sono più produttivi o più resistenti a variazioni climatiche estreme rispetto alle colture tradizionali. Mentre presentano seri rischi per l'ambiente".
Gabriele Salari