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33.000: costruire insieme
La pagina di Facebook Essere genitori ha nell’ultimo fine settimana superato i 33.000 iscritti. E già questa è una bellissima notizia che premia il lavoro svolto e incoraggia il lavoro futuro.
Ci siamo chiesti recentemente, nell’ultimo post di questo blog, se Facebook può essere considerato un videogioco o cosa.
Talvolta, più che un videogioco, sembra un ampio contenitore ove chiunque può mettervi quel che vuole. Il fatto è, però, che quel che vi si inserisce può essere letto da molte e molte persone. Questo induce alla libertà di dire quel che pare, ma anche alla responsabilità di sapere che si è comunque ascoltati.
Nella nostra pagina Essere genitori è stato ultimamente “postato” di tutto. Alcuni post sono stati cancellati, non per pruderie moralistiche, quanto perché offensivi del buon senso e totalmente fuori luogo.
Altri sono davvero interessanti e propongono temi importanti quali la tutela della vita in un fiorire di richieste di aiuto, piccoli sfoghi, aiuti richiesti o resi disponibili, gioie causate dalla normalità dei piccoli fatti domestici, dalla venuta al mondo di un bambino; a dimostrare che la “community” è viva e vivace.
Al di là degli insulti trasversali censurati, le pagine Facebook non sono comunque il luogo adatto per divulgare ideologie. Lo si comprende dalle non risposte che giungono a post per l’appunto ideologici. Si verifica sempre, in questi casi, un intervallo di silenzio, come un imbarazzo dovuto a interventi stonati, fuori dal coro. La “community” desidera costruire insieme qualcosa di utile, in particolare di accompagnamento alla famiglia, alla paternità e alla maternità.
Qui i post fanno centro, si intavolano dialoghi autentici e l’ironia, elemento comunque positivo, trova dove muoversi per alleggerire. Anche in Facebook è palese la ricerca di un perché, di un significato che non chiede di essere ingabbiato in ideologie, ma di essere spiegato e partecipato, scoperto nello “srotolarsi” della vita.
Pubblicato il 21 marzo 2011 - Commenti (0)