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lug

Aumentano i fan!

  Questa settimana i fan di Essere genitori sono diventati quasi 25.000, confermando così l’attualità del servizio che stiamo fornendo e la vivacità di scambi, frasi, discussioni, simpatici incoraggiamenti dettati da quella comunanza, quasi convivialità, tipica della rete. Molti e molte si fanno vivi solo per dire Ciao!, o ancor più semplicemente che ci sono, o che per loro essere genitori è la cosa più bella che potesse capitare, malgrado tutte le difficoltà: banalità, stupidaggini? No! È un modo per rendere partecipi gli altri e per partecipare degli altri. E va bene così.

Altri chiedono aiuto, o, per lo meno, un rapido consiglio, che non sarà magari quello azzeccatissimo e puntualissimo, ma le risposte si susseguono e allora, tirando il fiato, ci si rende conto che una soluzione può essere trovata. Anche per alcuni casi gravi, che, in Facebook, incontrano in qualche modo il conforto dello sfogo (e non è poco).
 
Nelle Discussioni, invece, hanno fatto capolino un po’ di stanchezza e un po’ di stress; comprensibilmente: siamo stati invasi dal caldo e stanno arrivando le ferie. Argomenti a tutto tondo, che però attendono risposte a tutto tondo, senza allarmismi e senza sminuire forma o contenuto. Ho allora suggerito a chi arriva alla sera stanco e si trova i bambini che non ne vogliono proprio sapere di andare a dormire, in una discussione simpaticamente intitolata Buona notte… spero!: “Ti lascio allora due idee in più sperando che servano a qualcosa: che veda in casa (non so quanti vivete sotto lo stesso tetto) un'atmosfera il più possibile serena (che non vuol dire noiosa), e, se questo non servisse, si può allora chiedere consiglio al pediatra, al vostro pediatra, quello che vi conosce: perché, senza allarmarvi, ma tanti capricci possono, come ho detto anche in altri post, nascere da fastidi fisici. “Non dimenticarti poi di coccolarla; una coccola in più talvolta vale più di mille altre cose.Ciao e spero di esserti stato utile, anche se con poche parole”. Sì; in Facebook si usano frequentemente poche parole per comunicare, perché non ne occorrono di più. In questo la parola, che perdona qualche strafalcione grammaticale o sintattico, riacquisisce molto del suo valore e aiuta a trascendere la contingenza e la solitudine.  

Pubblicato il 26 luglio 2010 - Commenti (0)

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Massimo Bettetini

Massimo Bettetini, 45 anni, è psicoterapeuta, psicologo della fiaba, poeta.
 Da anni si dedica al mondo della famiglia, dell'adolescenza, dell'editoria, amalgamando al lavoro "sul campo"
 quello di scrittore.

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