09
mar
Ma Facebook è un videogioco?
Rivisitando le pagine di Facebook inserite in Essere genitori, si resta colpiti dalla dicotomia talvolta lampante tra messaggi estremamente seri e messaggi normali, colloquiali, quasi da “amici a cui piace stare insieme”.
La realtà, si può pensare, sta dentro gli utenti. Cioè a seconda dello stato d’animo dell’utente, il suo messaggio acquisirà un maggior o minor peso specifico. A smentire questo ci può essere il desiderio di fuga da una realtà (in quel momento per qualsiasi ragione oscura) per proiettarsi nella dimensione del gioco condiviso che permea i social networks.
Al di là dei giochi di per sé offerti da Facebook, la medesima community può essere un gioco in cui vivere una vita “parallela”. Come un videogioco ove creare, trovare, inventare dialoghi e rapporti.
Ma Facebook è un gioco?
Sì e no, verrebbe voglia di rispondere; perché il dialogo è pur sempre tra persone reali che scambiano pensieri, foto, immagini, filmati, battute, successi, delusioni. Ma questa serie (che potrebbe essere ampliata) di cose oggettivate e trasmesse, nasce ed è diretta per l’appunto da persone a persone, suscitando tutta la normale reazione affettiva. E gli affetti, positivi o negativi, sono veri, a fior di pelle.
Quindi, Facebook può essere considerato un videogioco, ma delicatissimo, perché corre il rischio di mescolarsi alla realtà e di mistificarla.
Due sono allora i punti a nostro avviso importanti: il pieno rispetto dell’altro con cui si dialoga, e quell’ironia, maestra di vita, che sa far mantenere le giuste distanze e invita ad affrontare (ove possibile) le varietà della giornata con un sorriso.
Tutto questo non è scevro da pericoli. Qui entra in gioco il dialogo in famiglia. Bambini, ragazzi e adolescenti navigano con estrema facilità sul web: l’occhio attento, affettuoso e fiducioso dei genitori, ma specialmente “attento”, è chiamato a vegliare, non per bloccare, ma per evitare incontri che, se ravvicinati, possono essere fuorvianti e disturbanti, se non pericolosi.
Spazio al divertimento, quindi, ma intelligente.
Pubblicato il 09 marzo 2011 - Commenti (1)