Ormai abbiamo raggiunto quota 26.000 iscritti alla Pagina Facebook Essere genitori di Famiglia Cristiana; dati i contenuti, un piccolo record che migliora se stesso e il segnale chiaro che ci troviamo nel guado dell’emergenza educativa. Le vivaci parole e discussioni ci dicono anche che c’è voglia di uscirne e che, se ci si mette di impegno, il mondo può farcela. Obiettivamente non sarà una cosa dall’oggi al domani, ci vorrà il suo tempo, e, specialmente, l’entusiasmo di una o forse due generazioni.
Possiamo essere ottimisti, specialmente se accettiamo il passato per arricchircene e guardiamo al futuro con fiducia e credendo saldamente in valori irrinunciabili: la famiglia è uno di questi. In tale ottica, abbiamo aperto una discussione sugli anziani e sul ruolo dei nonni nelle famiglie. Trasversalmente il tema tocca molte altre discussioni già in passato intavolate. Molte giovani coppie hanno bisogno dei nonni, perché, essendo necessario il doppio stipendio, devono lasciare a loro i bimbi. Così facendo si rischia quella che possiamo definire intromissione geriatrica, per cui la nonna o il nonno, genitori o suoceri che siano, dicono la loro su tutto e tutti devono obbedire. D’altronde, se non li si coinvolge in nulla soffrono perché si sentono inutili…
Che fare? Così ho voluto scrivere in Bacheca: Mamma e papà sono insostituibili; ma anche i nonni lo sono! Hanno un "luogo" loro specifico nel cuore e nella mente dei bambini. La sola loro presenza diviene importante. Una presenza che deve dare sicurezza, con discrezione. Senza invadere il campo di figli e nipoti. Ma il solo fatto che i nonni ci siano è importante ed è importante che se ne rendano conto, che sappiano di essere ancora utili, anche se forse molto anziani o infermi. I nonni sono un dono ed è importante che se ne rendano conto, che sappiano di essere ancora utili, anche se forse molto anziani o infermi.
Ognuno ha la sua situazione da gestire diversa dalle altre, e non possiamo generalizzare. Ciò che può giovare è la chiarezza identitaria di ciascun ruolo. Cioè, in parole povere: io mamma sono la mamma e faccio la mamma, non il papà; così il papà, e così anche i nonni. Io sono la nonna e faccio la nonna né più, né meno, senza accollarmi compiti che non sono miei, se non straordinariamente per necessità palesi e importanti. Così ai nonni non verrà la voglia di intromettersi troppo e i genitori non si sentiranno i piedi calpestati. C’è un di più, e questo abbiamo cercato di mettere in rilievo. Le persone anziane hanno un messaggio di saggezza da portare, con la sola presenza, malgrado gli inevitabili acciacchi fisici o psichici. Questa, se supportata dal buon senso, indica immediatamente (cioè senza la mediazione di parole) quale linea seguire nelle diverse circostanze. Non dimentichiamo, poi, che siamo esseri umani e che possiamo fare uso dell’ironia; usata con intelligenza, rende liete le situazioni che parevano pesanti e facilita davvero la convivenza.
Recita un proverbio: la vecchietta non voleva morire, perché ogni giorno aveva qualcosa da imparare. Anche i nonni possono imparare, dai figli e dai nipoti. Se il dialogo interparentale diviene corretto, si ha un flusso pedagogico in doppia direzione. Questo facilita anche il sciogliersi della diatriba sul Controllo, cui avevamo recentemente accennato. Non c’è paura del Controllo se gli affetti sono vissuti in armonia e se il testimone della saggezza passa, arricchito di buon senso, da una generazione all’altra.
Pubblicato il 20 settembre 2010 - Commenti (0)