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Figli fuori la sera, sapere senza "rompere"
Abbiamo superato i 25.000 fan. Tanti o pochi? Sicuramente tanti, proprio tanti, e questo ci riempie di sana soddisfazione, perché comunicare e interfacciarsi con 25.000 persone su un tema bello e profondo come Essere genitori è cosa importante su più livelli. Questo ci dice anche che c’è bisogno di sapere, comunicare, chiedere e rispondere, confrontarsi su temi quali la genitorialità e quanto ha a che fare con essa. E poi scopriamo che in estate Facebook non va in vacanza.
Abbiamo cercato di stimolare alcune tematiche e le risposte o suggerimenti non si sono fatti attendere, così come ci siamo impegnati ad offrirne. Un problema è certamente quello delle uscite serali, collegato a quello, ben più complesso anche se apparentemente meno pericoloso (ma sta alla radice!), delle compagnie, amicizie, ecc. frequentate dai figli. Ho suggerito, cercando di rispondere ad alcune domande, che «a mio parere la responsabilizzazione va risvegliata anche al di fuori delle diatribe se uscire o no la sera. Così si riflette anche sulle serate fuori oltreché sul resto. E mamma e papà devono essere concordi in tutto, altrimenti se i figli si accorgono che sono discordi salta tutto per aria... Vera attenzione penso poi vada posta sui locali che frequentano i figli sapendo spiegare i pregi e i pericoli. Cioè bisogna saper spiegare (con un minimo di conoscenza) perché non si è d'accordo che frequentino certe discoteche, ecc. Senza rompere è anche opportuno conoscere che musica ascoltano, cosa leggono, dove vanno su internet; senza rompere cioè parlandone simpaticamente insieme; cioè senza ‘interrogatori».
Gli interrogatori vanno evitati perché altrimenti i figli si chiudono, e diviene difficile intervenire. Le preoccupazioni, amplificate anche da fati di cronaca, sono oggettive. I figli non si possono accompagnare in discoteca, però i genitori devono sapere quali musiche ascoltano e l’effetto che una notte in disco produce sulla psiche e sul fisico umani. Per questo ci sentiamo in diritto di rivendicare ancora una volta l’importanza di certi paletti, che vanno simpaticamente ma con fermezza posti, a riparo delle droghe e di altri fenomeni che possono accompagnare una serata “divertente”.
Al di là delle discoteche, il problema principale resta sapere quali sono gli amici dei figli. Può essere fuorviante classificare i buoni e i cattivi. Se invece cerchiamo di fornire idee chiare su chi “è degno” dell’amicizia del figlio, della figlia, qualche spiraglio di luce si apre. Perché il “degno” “non degno” (o come si voglia formulare) corrisponde, di fatto, a un’identità ricca di contenuti, ove genitori e figli possono insieme riconoscersi. Ancora una volta i valori divengono boe capaci di segnalare la via da percorrere. Ancora una volta la parola, malgrado la supertecnologia a disposizione, è regina, capace di comunicare contenuti indemandabili: e di questo le siamo grati.
Massimo Bettetini
Pubblicato il 03 agosto 2010 - Commenti (2)