01/12/2011
1. Cosa intendiamo? La Peer Education
(declinabile in italiano come
“prevenzione fra pari”) è una strategia
di prevenzione basata sulla mobilitazione
dei soggetti che comporta un
percorso di gruppo scandito da fasi
ben delineate, finalizzato verso un esito
prestabilito (per esempio, la prevenzione
delle Ist) e sufficientemente
flessibile per garantire il suo adattarsi
a obiettivi e situazioni anche molto
diversi. La PE si configura come
una risposta “dal basso” alla questione
della prevenzione e ai limiti degli
interventi incentrati solo sull’informazione.
La PE si fonda su un rapporto
di rete tra adolescenti, associazioni
di volontariato e partner istituzionali
(Asl, scuole secondarie, amministrazioni
locali). La critica ai modelli tradizionali
non deve essere intesa come
annullamento del ruolo adulto, ma
come il tentativo di valorizzare i diversi
ruoli e le differenti competenze individuali,
sociali e istituzionali. La PE
si configura come una pratica educativa
non autoritaria. Essa si diffonde
grazie al protagonismo degli adolescenti
(livello orizzontale) e alla ridefinizione
del ruolo, maggiormente
“defilato”, degli adulti (livello verticale)
che svolgono una funzione imprescindibile
di tutoraggio, formazione
e coordinamento.
La PE fa leva sull’apprendimento
emotivo e sulla riattivazione dei processi
di socializzazione naturale tra i
ragazzi. Un’ulteriore spiegazione della
sua efficacia è, infatti, da ricercare
nella presenza di emozioni e esperienze
condivise. I giovani, peer e non
peer, parlano di sé, del proprio essere
in relazione con il mondo, delle proprie
emozioni e lo fanno utilizzando
un linguaggio comune.
2. Cosa non intendiamo. La PE
non è una forma di apprendimento
scolastico, si distanzia dal cooperative
learning e da qualsiasi forma didattica
che, come nel mutuo insegnamento
ottocentesco, valorizzi il ruolo dell’allievo
come attore dell’apprendimento
dei compagni.
La finalità non è cognitiva,
ma preventiva.
La PE non è una modalità d’animazione
giovanile, orientata su obiettivi
interni di socializzazione e valorizzazione
delle capacità e della creatività
individuale e di gruppo, ma su obiettivi
esterni prestabiliti, socialmente rilevanti
(prevenzione sociale).
La Peer Education non è una dismissione
dei ruoli degli adulti, ma mette
in relazione, in modo diverso, mondo
giovanile e mondo adulto, comunicazione
orizzontale e comunicazione
verticale. Il ruolo degli adulti si ridefinisce
parallelamente alla definizione
del ruolo dei giovani ragazzi (in questo caso: peer): ovvero un adulto che
deve intendersi non tanto mobilitatore
diretto dell’azione giovanile, ma
piuttosto “operatore laterale” che prepara
il terreno ma non interviene direttamente
sulle dinamiche.
Gianmaria Ottolini