Festa del papà: ma i papà sono felici?

In Italia una ricerca mostra padri insoddisfatti del loro ruolo, mentre i papà francesi si considerano importanti come le mamme. Alcuni consigli per la lettura.

Alle origini di una festa popolare

18/03/2011

Il 19 marzo ricordiamo San Giuseppe ma sono pochi i Paesi che come l’Italia, la Spagna e il Portogallo, hanno scelto questa data per festeggiare l’importanza del padre nella famiglia. Chi ha l'età ricorderà sicuramente che fino al 1977, in Italia, il 19 marzo era una festa nazionale (introdotta nel 1968) e non si andava a scuola. Ma forse non tutti sanno che l’idea di questa ricorrenza è nata in America, a Spokane -  Washington, e risale al 1910 quando una giovane donna Sonora Smart Dodd dopo aver ascoltato un sermone dedicato alla festa della Mamma per "par condicio" chiese ed ottenne di dedicare un giorno speciale anche ai papà. Scelse allora il 19 giugno, giorno del compleanno di suo padre, un veterano della guerra di secessione americana. Per questo nella maggior parte dei Paesi stranieri, tra cui gli Stati Uniti, la Francia, l’Inghilterra, la Cina, la Grecia, si festeggia il papà la terza domenica di giugno.

A cura di Orsola Vetri
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Postato da Franco Salis il 18/03/2011 18:18

Padri italiani:sindrome di calimero. Ho già manifestato la mia innata diffidenza verso le inchieste in generale. Il più delle volte infatti si tratta di uno strumento di propaganda. In questo caso di nescafé.Che cosa volete che gliene importi a nescafè del risultato dell’inchiesta? Una piccola prova “i padri che hanno risposto alle interviste…” e gli altri? Molto intelligentemente, dubitando della serietà, non hanno risposto perché non volevano che la loro opinione venisse strumentalizzata a fini politici e/o commerciali. Se voi fate una foto istantanea è possibile che vengano fuori quei valori. Vi sono infatti momenti della vita del bambino (intorno ai sette anni) in cui il padre è “tutto” e quindi qualcosa di più della madre. Se la domanda viene proposta a un adolescente, è “nulla”.L’adolescente,per definizione, è alla ricerca della propria identità e quindi sente ingombrante quella del padre,e può anche provare astio. Se prendete un trentenne, magari con prole, non dico che il padre ridiventa “tutto” ma "molto" per condivisione del sentimento del proprio figlio verso il nonno che richiama il sentimento che aveva avuto da bambino. Allora le domande a chi sono state rivolte? La risposta contenuta nel terzo e quarto capoverso (maggiore condivisione nelle scelte importanti) è allucinante;ma dico,siamo in una società matriarcale? Non me ne ero accorto,di solito ci si lamenta del contrario,anche se in entrambi i casi non è bene. Infine è presente una comunicazione non corretta anche fra i partner:se ciascuno rispettasse l’altro,il figlio riconoscerebbe al padre quella autorevolezza che gli è propria. Forse l’inchiesta aveva un altro senso e tendeva a ricercare le cause del purtroppo sempre aumento delle separazioni e divorzi. Spiegatemi nella situazione descritta in termini non di provvisorietà ma continuità, come possa reggere un rapporto di coppia. Per punizione non comprate più prodotti nescafè per propaganda subdola.Ciao .

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