30/11/2011
Visti i recenti dati è sicuramente importante riflettere sul problema emergente dell'obesità e sul ruolo che la nostra società, con le modificate abitudini di vita, ha nel determinare tale patologia.
«I dati allarmanti relativi all'aumento dell'obesità preoccupano soprattutto chi si prende cura della salute dei bambini (pediatri, medici, operatori sanitari)», spiega Elena Secco, pediatra di base nel milanese «perché tale patologia si può accompagnare ad un rischio aumentato di sviluppare uno stato prediabetico fino ad arrivare ad un diabete franco, ipertensione arteriosa, aumento del colesterolo che alla lunga può contribuire a sviluppare arteriosclerosi e problemi all’apparato locomotore, comportando gravi rischi per la salute».
Sta diventando quindi un problema sociale legato sicuramente allo stile di vita dei paesi industrializzati caratterizzato da poco movimento e diminuzione della vita all’aria aperta. «I nostri bambini», continua la dottoressa Secco «trascorrono troppo tempo della giornata davanti a televisione e videogiochi o internet. Giocano meno, si muovono poco e percorrono brevi tratti di strada a piedi. Spesso vengono condotti a scuola in auto».
Riveste una grossa importanza anche il tipo di alimentazione che viene proposta ai bambini: «ipercalorica, ricca di zuccheri semplici contenuti in bevande gassate, dolci e merendine, fatta di cibi preparatati velocemente (fast food) e povera di fibre (futta e verdura). Inoltre, bambini e ragazzi hanno la possibilità di accedere facilmente a questi cibi che si trovano ovunque e vengono continuamente reclamizzati».
E’, quindi, necessario che sopratutto coloro che si occupano dall’infanzia, partendo da genitori, educatori, insegnanti e pediatri, si sentano responsabilizzati sul problema obesità «per attuare delle misure preventive e, contemporaneamente, individuare delle strategie di politica sanitaria. Insomma tutta la nostra società, a diversi livelli, dovrebbre farsi carico di questa patologia» conclude Elena Secco.
Orsola Vetri