10/05/2013
È da sempre che l’onorevole Carlo Casini si batte per la vita. Fondatore nel 1975 e attualmente presidente del Movimento per la vita, nonché eurodeputato, è ancora in prima linea a favore di un’iniziativa che chiede all’Unione europea di bloccare quei fondi, fiumi di soldi, che vanno alle sperimentazioni sugli embrioni umani. L’embrione, è bene ricordarlo, non è un semplice insieme di cellule ma una vita vera e propria, diventerà un bambino, un ragazzo e poi un uomo. Insomma è “uno di noi”. È bene ricordarlo anche pensando al tema dell’aborto.
«Troppe volte, nella decisione di abortire», spiega Casini, «c’è la solitudine di una donna angosciata che arriva a convincersi che l’embrione che porta in grembo non è un bambino ma un tessuto».
Uno di noi (in inglese One of Us), è il nome della petizione popolare che per avere validità ha bisogno di almeno un milione di firme. La scadenza per la raccolta è il 1° novembre. In tutta Europa è grande la mobilitazione e in Italia una forte spinta verrà data il 12 maggio, quando nelle parrocchie si inviteranno i fedeli ad aderire e firmare.
– Come mai è stata scelta questa data?
«Il 12 maggio è una giornata significativa. È la festa della mamma. Madre vuol dire figlio, vuol dire genio femminile, capacità di accoglienza, attenzione particolare ai più piccoli e deboli. Esistono l’eroismo, il dono, la tenerezza delle madri. Figlio, inoltre, vuol dire essere umano, bambino. Vuol dire, appunto, “uno di noi”».
– Perché è importante coinvolgere anche le parrocchie?
«Credo che riconoscere l’eguaglianza di tutti gli esseri umani sia un obiettivo non solo religioso, ma anche laico. I diritti dell’uomo non sono stati proclamati in Vaticano o da sacerdoti, ma nei palazzi politici più importanti e da tutti i popoli della terra. Ma la Chiesa non si deve, certo, vergognare di difendere la vita stessa dell’uomo. Significa accettare l’invito di Gesù: “Qualunque cosa avete fatto al più piccolo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me”. Per questo il segretario generale della Cei ha invitato tutti i parroci d’Italia a favorire lo svolgersi della iniziativa».
– Ora è importante unire le forze...
«Non sono poche le parrocchie già da tempo impegnate per questa iniziativa e la richiesta di adesione continuerà fino al termine finale, il 1° novembre 2013. Ma, come sappiamo, l’unione fa la forza e occorre fare un po’ di rumore per superare quella censura che l’informazione cosiddetta “laica” è solita stendere attorno agli eventi che promuovono la vita umana. Una vasta raccolta di firme dovrebbe determinare la moltiplicazione delle energie e vincere il silenzio. Il 12 maggio l’invito a firmare in tutte le parrocchie d’Italia è un gesto di servizio all’uomo, alla famiglia, all’unità dei credenti e dei non credenti, all’Europa».
Orsola Vetri
A cura di Orsola Vetri