Navi veleni, caso De Grazia: è svolta

La morte del capitano Natale De Grazia non avvenne per infarto, come affermava l'autopsia, ma per avvelenamento. Lo dice il perito della Commissione parlamentare d'inchiesta.

«Causa tossica», cioé veleno, ma 17 anni dopo è impossibile sapere quale

02/01/2013
Cisterne contenenti rifiuti pericolosi finiti maledestramente su una strada trafficata del Venezuela. L'incidente, che risale al settembre 2009, causò almeno 8 morti e 326 intossicati. Foto Reuters.
Cisterne contenenti rifiuti pericolosi finiti maledestramente su una strada trafficata del Venezuela. L'incidente, che risale al settembre 2009, causò almeno 8 morti e 326 intossicati. Foto Reuters.

Tutti questi sintomi si possono accordare unicamente alla «sola causa tossica». Che tuttavia non è e non sarà mai più individuabile: «Purtroppo è stata irreversibilmente dispersa la possibilità di indagare seriamente sul versante tossicologico, da una parte per superficialità e forse inesperienza di chi aveva posto i quesiti con scarsa puntualità e poco finalizzati; dall’altra per l’insipienza della indagine medico legale che ha ritenuto trovarsi di fronte ad una banale morte naturale ed inopinatamente si è subito indirizzata, trascurando l’indagine globale, alla esclusiva ricerca di droghe di abuso in un caso nel quale, se c’era una ipotesi se non da scartare subito almeno da considerare per ultima, era proprio quella di una morte per abuso di sostanze stupefacenti; e pervicacemente ha insistito sulla stessa linea anche nella seconda indagine necroscopica».

Arcudi parla di superficialità e insipienza. Ma è evidente che la condotta della Procura e della anatomo-patologa lasciano aperte altre domande che la Commissione parlamentare – ormai in fine legislatura – lascerà in eredità a una nuova inchiesta della magistratura.

Anche perché gli elementi inquietanti che circondano le inchieste dei magistrati Francesco Neri e Nicola Maria Pace (di recente deceduto) sono tanti: oltre all’omicidio del capitano De Grazia, oltre alla distruzione dei documenti per “allagamento” negli archivi di La Spezia, c’è anche la pubblica denuncia dei due magistrati, all’epoca, di essere stati pedinati e intimiditi da non meglio individuati appartenenti a servizi d’intelligence italiani e stranieri; c’è la scomparsa di alcuni faldoni sottratti dagli archivi della Procura di Reggio Calabria.

C’è, ancora, il tentativo di delegittimazione nei confronti del Pm Neri da parte dell’allora presidente della Commissione Alpi-Hrovatin Carlo Taormina, che cercò di far aprire contro di lui un’inchiesta da parte della Procura di Roma (ovviamente finita in archiviazione, come tutte le iniziative avviate sulla morte dei due giornalisti dall’ex onorevole di Forza Italia).

C’è, infine, l’ultima scoperta della Commissione rifiuti guidata da Pecorella: è andata perduta anche la cartella sanitaria del capitano De Grazia. Il 18 giugno 2012 il comando del dipartimento marittimo militare di Taranto ha comunicato alla Commissione parlamentare che «la cartella Sanitaria dell’Ufficiale superiore nominato in argomento è stata distrutta in data 15 febbraio 2011». Naturalmente «in ottemperanza alle norme in vigore che prevedono la distruzione delle pratiche personali riservate e ordinarie di Ammiragli/Ufficiali deceduti da oltre 10 anni». D’altro canto, quello di De Grazia doveva essere un “caso-chiuso”.

Luciano Scalettari
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