Sciopero Tir, la protesta dei forconi

Quarto giorno di protesta degli autotrasportatori in Sicilia contro l'aumento dei carburanti e della tariffe autostradali. Un malessere diffuso contro la politica.

Un'isola che sogna la rivoluzione

20/01/2012
Code ai distributori di Palermo nella speranza di trovare benzina.
Code ai distributori di Palermo nella speranza di trovare benzina.

Oggi terzo giorno di sciopero dei Tir contro il caro gasolio e autostrade. Palermo è una capitale in zona paura e la Sicilia è un’isola in mano alla protesta e alle rivendicazioni da tempo inascoltate. Un allarme che si è sentito anche in Parlamento con le parole di un deputato siciliano: «Il Governo se ne frega del Sud». I rifornimenti sono quasi esauriti, la folla si riversa nei supermercati, e dai palazzi si guarda con grande preoccupazione ai risvolti “sicilianisti” di questa protesta e alla possibilità di infiltrazioni criminali. Si guarda alle bandiere della “Trinacria indipendentista” che sventolano su alcuni Tir fermi da tre giorni nella zona del Petrolchimico, a Gela, a Priolo. Ci sono neofascisti, centri sociali, partiti sudisti, è l’alleanza dell’antipolitica. E si guarda non solo al nome terroristico, ma anche alle imprese annunciate dal Movimento dei forconi guidato da un ex assessore socialista di Marsala, Martino Morsello.

Camionisti, contadini, pescatori assediati dai giapponesi, ambulanti di frutta e verdura, barcarellari di mercatini assediati dai cinesi, e tutti si dichiarano titolari dell’arrembaggio al potere 2012. Gente che gira con i cartelli “morte ai politici” e sogna la rivoluzione francese, gente che da tre giorni nella capitale siciliana blocca tutte le vie d’uscita a mezzi pesanti e automobili. Sulla protesta degli autotrasportatori c’è la denuncia di Confindustria che firma – mentre si dissociano alcune sue associazioni di categoria – una lettera al premier Monti e avverte che «le ragioni delle imprese rischiano di essere strumentalizzate dalla peggiore politica». Sostengono i Forconi che «il 70% del costo dei carburanti è tassa che alimenta gli stipendi di politici corrotti e mafiosi». C’è il pericolo concreto – avvertono gli industriali – “di sfociare in un ribellismo inconcludente aperto a tutte le infiltrazioni della criminalità».

Tutto è scattato come per un ordine generale, dopo le dimissioni di un sindaco di Palermo definito il più assente della storia. Diego Cammarata dimissionario dopo dieci anni come per un suicidio amministrativo, per una quasi ammissione di impotente paralisi. Per assenza di iniziative, per assenza di ossigeno in arrivo dalla Regione dove il presidente Raffaele Lombardo (Mpa più mezzo Pd) da tempo ha dichiarato interotti i rapporti non solo istituzionali. Dopo una guerra politica che vede Pdl contro Pdl e Pd contro Pd. Il sindaco se ne va fra i debiti del Comune, la città infestata dai rifiuti, la cultura mortificata. E oggi a Paleremo terzo giorno di sciopero dei Forconi e porto chiuso per una decisione della Capitaneria dopo la protesta dei pescatori di Porticello. La sollevazione trova la solidarietà degli studenti e dei centri sociali, ed è annunciato per domani lo sciopero generale della scuole con lo slogan “Assediamo i palazzi”.

Un presidio degli autotrasportatori a Palermo.
Un presidio degli autotrasportatori a Palermo.

Una serie di blocchi stradali ferma il traffico sulla Palermo-Agrigento, a Lercara, a Bolognetta. Sulla Palermo-Sciacca i residenti di San Giuseppe Jato e San Cipirello sono rimasti chiusi in casa. Ad Enna è isolata l’autostrada e la statale. A Siracusa sono state bloccate le autocisterne dentro le raffinerie della Isab di Priolo e della Esso di Augusta, e sono stati obbligati a non muoversi i mezzi che trasportano la benzina e il gasolio mentre, in senso inverso, e cioè per fermare i rifornimenti che dovrebbero arrivare nell’Isola. I manifestanti presidiano gli ingressi del Petrolchimico. Solo con la scorta della polizia le autocisterne riescono a rifornire gli aerei in partenza dall’aeroporto di Fontanarossa. A Ragusa e a Modica alcuni negozi sono chiusi per solidarietà con la protesta degli autotrasportatori. A Catania come nel resto dell’Isola il carburante è quasi a zero, i generi alimentari scarseggiano negli scaffali dei negozi, e il Codacons lancia l’allarme speculazione preventivo sui prezzi dei prodotti che potrebbero salire.

Esaurite le scorte di carburante e supermercati affollati in cerca degli ultimi prodotti ad Agrigento. E nelle file chilometriche che si sono formate davanti ai distributori di benzina, a Porto Empedocle un operaio di nazionalità senegalese è stato colpito a sprangate nel corso di un litigio sulle file in attesa di rifornimento. Il dipendente dell’impianto di carburante è tuttora all’ospedale di Agrigento. Ma il pressing trasversale di tutti i partiti sul governo nazionale potrebbe avere qualche risultato. A Roma il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera ha ribadito l’intenzione di rispettare gli accordi presi con la maggior parte delle associazioni trasportatori nei giorni precedenti l’avvio della protesta. Sarebbero in arrivo sgravi e contributi per gli autotrasportatori su gomma che rappresentano l’80% del movimento merci in Sicilia.

 Delia Parrinello

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