E ora la pace sembra più vicina

La maratona tra Betlemme e Gerusalemme, organizzata dall'Opera romana pellegrinaggi e dal Centro sportivo italiano, ha fatto incontrare palestinesi e israeliani.

Elisa, un'israeliana a Betlemme

30/04/2010
Elisa Moed, una dei sei israeliani che hanno avuto il permesso di entrare a Betlemme.
Elisa Moed, una dei sei israeliani che hanno avuto il permesso di entrare a Betlemme.

“L’anno scorso ha partecipato anche mio marito, quest’anno soltanto io”. Elisa Moed, 48 anni, è una dei sei israeliani – l’unica donna – ad aver avuto il permesso di cominciare la corsa a Betlemme, in Territorio palestinese. Elisa lavora nel campo del turismo cristiano. “Credo molto nel valore di questo evento e in tutte le iniziative che mettono in risalto le nostre somiglianze piuttosto che le nostre differenze. Quando ho parlato loro della maratona, tanti miei amici si sono entusiasmati. Penso che se questa iniziativa fosse più pubblicizzata e conosciuta, molti più israeliani darebbero la loro adesione”.

     Meno ottimista è Samer, 23 enne palestinese di Betlemme. Anche lui ha corso, ma la maratona gli ha lasciato un po’ di amaro in bocca: possono partecipare solo i palestinesi che hanno ricevuto il permesso per entrare nello Stato di Israele. Tutti gli altri no. Il giorno della maratona il muro si apre (per qualche ora), ma solo per qualcuno. “Io ho avuto questa possibilità e sono qui”, dice Samer, che lavora in una Ong per lo sviluppo a Betlemme, “ma sono triste per tutti i miei amici che volevano esserci e non sono stati autorizzati”.

     L’amarezza di Samer, del resto, è quella di molto altri palestinesi. Ma lui non condivide quelli che protestano contro la manifestazione. “Molti ragazzi vorrebbero correre nella maratona, ma non tanto per le motivazioni ideali che stanno alla base quanto per mettere piede almeno una volta nella città di Gerusalemme. Io ho deciso di correre soprattutto per rispetto e riconoscenza nei confronti degli italiani, che si impegnano con grande passione in questa iniziativa di pace”.  

Dossier a cura di Giulia Cerqueti
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