Dossier natura: animali che ritornano

Alcune specie scomparse, come lupi e orsi, stanno tornando a popolare il nostro Paese. Ottime prospettive anche per la diffusione delle tartarughe marine. Balene e aquile a rischio.

Mare italiano, sempre più tartarughe marine

24/08/2011
Una tartaruga marina: se si trova un esemplare in difficoltà bisogna chiamare il numero verde 800-904841 (foto: Gabriele Salari).
Una tartaruga marina: se si trova un esemplare in difficoltà bisogna chiamare il numero verde 800-904841 (foto: Gabriele Salari).

Scoperto un altro nido di tartarughe in Calabria, il quinto dell’estate 2011: a darne notizia è il Wwf, a cui è stato segnalato il ritrovamento avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 luglio, sulla spiaggia di Calamizzi, in provincia di Reggio Calabria. Trovando prima le tracce e poi il nido, l’uomo ha allertato il Wwf, che nei prossimi 2 mesi circa, la durata dell’incubazione delle uova, seguirà le sorti del nido in collaborazione con l’Università della Calabria.

Questi ritrovamenti sono motivo di grande soddisfazione poiché rappresentano un successo per la campagna “Segui le tracce”, che il Wwf ha lanciato lungo le coste e sul proprio sito web. I cittadini sono invitati a segnalare i nidi di tartaruga lungo le coste italiane, che ancora vengono utilizzate dalle tartarughe per riprodursi, sebbene con numeri ormai molto bassi ed è importantissimo individuare le ultime spiagge scelte dalle tartarughe.

La liberazione di una tartaruga marina  (foto: Gabriele Salari).
La liberazione di una tartaruga marina (foto: Gabriele Salari).


Se si trova un esemplare in difficoltà c’è, invece, un numero verde (800-904841) da chiamare a cui sono collegati i 14 i centri di recupero delle tartarughe marine in tutta Italia. In Italia la pesca accidentale colpisce più di 20.000 esemplari all’anno. A queste vanno aggiunte le migliaia di tartarughe che ingoiano sacchetti di plastica scambiandoli per meduse, che vengono colpite dalle imbarcazioni mentre galleggiano per scaldarsi al sole, i piccoli appena nati che finiscono sulle strade disorientati dalle luci artificiali di coste sempre più urbanizzate, i nidi distrutti dai mezzi meccanici utilizzati per la pulizia delle spiagge e da un’attività turistica incontrollata.

Assistere alla deposizione di una tartaruga marina in Italia, nonostante negli ultimi anni il numero delle deposizioni appaia in lieve incremento, resta un fatto rarissimo” afferma Stefano Nannarelli, biologo marino e responsabile del centro Cts di Linosa”. “Per fortuna i pescatori sono sempre più nostri alleati nel monitoraggio di questi animali e nel loro recupero”. L’estate ancora non è finita e si spera che porterà altre buone notizie riguardanti la presenza delle tartarughe sulle nostre coste.

Gabriele Salari
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