Sberna, il politico che dà lo stipendio ai poveri

04/05/2013

I grillini in campagna elettorale l’avevano promesso. Ridursi lo stipendio da parlamentari tenendo per sé 2.500 euro netti al mese. Una somma che non tiene conto però di una voce consistente, ossia i 3.503 euro al mese di diaria per stare a Roma da cui vengono “scalati” 206 euro per ogni giorno di assenza dalle sedute in cui si svolgono votazioni in Aula. Basta comunque partecipare a meno di un terzo delle votazioni in una giornata per essere considerati presenti. Alla diaria, però, i parlamentari del Movimento 5 Stelle non hanno mai detto di voler rinunciare.

Chi ha deciso di fare il “grillino” fino in fondo è l’onorevole (ma guai a chiamarlo così!) Mario Sberna, 52 anni, bresciano e padre di 5 figli, eletto alla Camera nelle file di Scelta Civica.
Sabato, 27 aprile sul suo conto corrente, che ha messo online su http://www.mariosberna.it/?p=781, è stato accreditato il primo stipendio da deputato che comprende parte del mese di marzo e tutto il mese di aprile.

In totale, 18.925,77 euro. Per l’esattezza: 7.268, 53 euro a marzo e 11.657,24 ad aprile. Sberna ha trattenuto per sé 2.500 euro mensili, ovvero lo stipendio percepito prima che entrasse in politica quando era amministratore del seminario vescovile di Brescia e responsabile part time della cooperativa sociale Cauto, oltre alle spese vive sostenute per il soggiorno a Roma, variabili da mese a mese. «E che», spiega, «documenterò ogni volta».

Sberna è sposato con Egle, che lavora part time come operatrice socio-assistenziale al Comune di Brescia e prende circa 800 euro mensili. Hanno cinque figli: Daniele, 18 anni, Francesco, 23, Letizia, 15, Aurora, 10, e Emanuel, di 8, che è in affido.

«D’accordo con lei», precisa il deputato, «abbiamo deciso di trattenere dal totale dello stipendio, oltre ai 2.550 euro, altri 1.720 che corrispondono alla somma delle spese sostenute tra marzo e aprile per l'attività a Roma: due viaggi in auto andata e ritorno, 5 biglietti del treno Brescia-Roma (quando non avevo la tesserina parlamentare), l’acquisto di un computer portatile e i biglietti metro e bus, alimentazione e abbigliamento».

E il resto? Tutto in beneficenza. Tra i maggiori destinatari spicca l’Associazione nazionale famiglie numerose, di cui Sberna è stato fondatore e poi presidente prima dell’ingresso in politica, a cui ha devoluto 4.000 euro per aiutare alcune persone in difficoltà. Poi c’è Don Pedro José Conti, vescovo missionario in Amazzonia (1.500 euro), la Medicus Mundi Attrezzature, cooperativa sociale Onlus che realizza ospedali e posti di salute nel Sud del mondo (1.000 euro), più un altro contributo economico per permettere di acquistare un videoproiettore a due realtà sociali del bresciano, la coop San Vincenzo e la parrocchia San Giuseppe.
Una piccola somma, circa 200 euro, Sberna la tiene sempre in tasca, in monete da 2 euro, per darle a chi chiede la carità in strada. «A Roma ne incontro veramente tanti che dormono in strada», afferma, «è un fenomeno impressionante che aumenta a vista d’occhio».
Con il suo gesto, assicura Sberna, non intende fare demagogia. «Trovo giusto», spiega, «che la Camera paghi i viaggi dei parlamentari che vengono da fuori Roma. Però anche qui tutti i miei colleghi, fin da subito, potrebbero dare un segnale piccolo ma significativo: anziché viaggiare in prima classe si può tranquillamente andare in seconda».
«Non voglio mica passare come il buon samaritano», taglia corto, «è un segnale ma anche una scelta, mia e di tutta la mia famiglia, di voler continuare a fare la vita normale di prima.
Obiettivamente, uno stipendio così un po’ ti cambia le abitudini soprattutto per chi non ci è abituato ma noi preferiamo continuare ad andare avanti esattamente come prima».

Antonio Sanfrancesco

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