Moby Prince, le verità nascoste

Una nuova perizia svela episodi inediti del più grave disastro della marina mercantile italiana. Il traghetto non stava prendendo il largo, ma stava rientrando in porto. Perché?

Il Sismi e il traffico d'armi

14/04/2013
La nave "21 ottobre II", sospettata di trasportare armi per traffici internazionali illeciti.
La nave "21 ottobre II", sospettata di trasportare armi per traffici internazionali illeciti.

Pochi giorni prima della disastrosa collisione del traghetto Moby Prince a Livorno, accade qualcosa. Tra il 20 marzo e il 10 aprile tre dirigenti della compagnia Shifco raggiungono il porto toscano. Sono Florindo Mancinelli, Ennio Malavasi e Omar Said Mugne.
Sono diretti alla nave “21 ottobre II”, ormeggiata in porto. È l’ammiraglia della flotta sospettata da polizia, servizi segreti e agenzie dell’Onu, di essere dedita a traffici internazionali d’armi.

È un summit quello che si svolge a bordo della nave italo-somala? Con quale scopo? E perché i permessi (sicuramente quello di Florindo Mancinelli) scadono proprio il giorno del disastro del Moby Prince?
Di certo si sa che mentre Mancinelli resta a bordo del peschereccio, avvengono altri fatti strani: all’Hotel Astoria di Reggio Emilia giungono alcuni personaggi particolari. Tanto interessanti che una divisione del Sismi (il servizio segreto militare italiano, oggi denominato Aise) tiene discretamente sotto controllo l’evolversi della situazione perché uno di questi è proprio il capo della Shifco: Omar Said Mugne.

Gli uomini dell’intelligence segnalano infatti che «l’ambasciatore somalo Yussuf Ali Osman [è l’ambasciatore presso la Santa Sede, noto anche come Ali Hussein, ndr], l’addetto militare somalo Mohamed Hassan Hussein e tale Mugne Omar hanno soggiornato presso l’albergo Astoria (vedi documento qui sotto), di Reggio Emilia, nei giorni 6 e 7 aprile, con partenza il giorno 8 aprile». «Per il momento», continua l’informativa del Sismi, «non si è avuta notizia dell’incontro dei somali con il Giovannini Giorgio».




Le navi Shifco, peraltro, sono le stesse su cui indagheranno tre anni più tardi Ilaria Alpi e Miran Hrovatin prima di essere assassinati a Mogadiscio il 20 marzo 1994.
Non solo. Nel 2003, un’indagine del gruppo di esperti dell’Onu contro il traffico d’armi con la Somalia troverà le prove del coinvolgimento della flotta somala nei traffici internazionali d’armi verso la Croazia e la Somalia del trafficante Monzer Al Kassar (noto alle cronache nazionali e internazionali per la sua partecipazione alla vicenda Iran Contras e per il sequestro della nave italiana Achille Lauro).

Ebbene, perché la nave ammiraglia della Shifco si trova a Livorno (ed è la prima volta che vi sosta)? Come mai, nonostante fosse ferma per riparazioni e priva di metà dell’equipaggio (che era sbarcato e aveva chiesto asilo politico in Italia) la sera del 10 aprile 1991 (come affermato da un testimone) lascia l’ormeggio?
 
Come mai non si è indagato sulle ragioni di quei movimenti in una notte nella quale si stavano trasbordando ingenti quantitativi di materiale bellico da parte di navi americane? Come mai operazioni di questo tipo (che avrebbero dovuto coinvolgere materiali provenienti e destinati alla base militare americana di Camp Derby) hanno avuto come terminale il porto (assai meno attrezzato e militarizzato) di Talamone? Tutti interrogativi senza risposta.
 
Così come è senza risposta il fatto che i servizi segreti militari in tutti questi ultimi 22 anni, seppure interpellati a più riprese da ministeri e magistrati, non hanno mai comunicato dati utili sugli spostamenti e sulle attività del proprietario della Shifco, Omar Said Mugne, a Livorno e a Reggio Emilia nel 1991. Spostamenti e attività che devono essere stati certamente monitorati.

Su tutto ciò i servizi hanno taciuto. Ma di certo si sa che l’11 aprile, all'indomani della tragedia all’aeroporto di Ciampino un noto avvocato somalo, indicato come collaboratore dei servizi segreti militari italiani, riceve Siad Barre in persona e che, lo stesso giorno la Shifco cambia proprietà.
 
Chiarire cosa ci faceva la 21 Ottobre II a Livorno potrebbe fare luce su alcuni aspetti del caso-Moby Prince. E forse anche su quello dei due giornalisti Rai uccisi a Mogadiscio tre anni dopo.

Luigi Grimaldi - Luciano Scalettari
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