Moby Prince, le verità nascoste

Una nuova perizia svela episodi inediti del più grave disastro della marina mercantile italiana. Il traghetto non stava prendendo il largo, ma stava rientrando in porto. Perché?

Le omissioni, gli occultamenti e le manomissioni

14/04/2013

«La ricostruzione dei fatti pare sia stata in qualche modo oscurata da una nebbia non solo materiale ma processuale, che ha contribuito a nascondere la verità, qualunque essa sia». Lo diceva già sette anni fa l’avvocato Carlo Palermo, legale di parte civile di alcune delle famiglie delle vittime del Moby Prince, tra cui i figli del comandante Ugo Chessa.
Una nebbia fatta di occultamenti, omissioni e manomissioni. Eccone alcune, fra le più clamorose, che hanno costellato la tragedia fin dai primi minuti.

• Appena il relitto del traghetto rientra in porto, il ponte esterno viene totalmente ripulito dai Vigili del fuoco che rimuovono anche i corpi delle vittime senza attendere l’esame della polizia scientifica.

• Ignoti prelevano dal vano eliche l’impianto di registrazione "KaMeWa" (mai più ritrovato), che avrebbe indicato velocità e rotta del traghetto al momento della collisione.

• Consulenti del magistrato tentano una manomissione dell’impianto di timoneria del traghetto durante una perizia; vengono indagati e prosciolti dalla Pretura di Livorno.

• Viene manomesso il nastro di una videocamera rinvenuta accanto al corpo di un passeggero, che aveva filmato gli ultimi momenti a bordo. Il nastro viene decurtato.

• Al momento della collisione un inspiegabile black-out mette fuori uso le telecomunicazioni radar-satellitari e la ricezione dei radar delle imbarcazioni di soccorso; tutta l’area è oscurata da un "cono d’ombra" che disturba i sistemi elettronici.

• Al momento dell’incidente un elicottero militare non identificato staziona sulla verticale della collisione e si allontana poco dopo.

• Il giornale di bordo dell’Agip Abruzzo e le registrazioni elettroniche del punto alla fonda della petroliera vengono dimenticate a bordo della nave. Vengono distrutte tre giorni dopo da un incendio in plancia comandi.

• Scompare dal fascicolo processuale la relazione trasmessa alla Procura di Livorno dal tenente Gentile della Finanza. L’ufficiale riferiva che al momento dell’incidente del Moby era in corso un trasbordo di materiale bellico da una nave militare Usa. Gentile verrà sentito solo 5 anni dopo.

• Sparisce un documento riguardante l’indicazione del punto di fonda della petroliera al momento dell’incidente, essenziale per chiarirne la posizione rispetto alle dichiarazioni contraddittorie del suo comandante.

Luigi Grimaldi - Luciano Scalettari
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