18/06/2012
Pannelli solari (foto Corbis).
Sesta potenza economica a livello globale, il Brasile è uno dei Paesi più interessanti tra quelli che trainano ora l'economia: insieme a India e Cina forma, infatti, l'acronimo “Bric”.
Il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che in Cina è stato più volte per progetti di green economy, è volato di recente anche in Brasile, per inaugurare l’Ambasciata “verde” di Brasilia, che ha tra le sue finalità anche quella di favorire la penetrazione nel mercato brasiliano di imprese italiane del settore. L’impianto fotovoltaico, 405 pannelli installati sul tetto dell’Ambasciata, sta già producendo un risparmio considerevole ed è connesso alla centrale elettrica della capitale.
Gli ambientalisti sono preoccupati perché accanto alla green economy avanza anche la deforestazione, dopo anni in cui il fenomeno era vistosamente calato.
(foto Corbis)
"Il Brasile è il più grande esportatore di carne e il secondo per cereali e leguminose. L'ascesa economica ha coinciso, per diversi anni consecutivi, con la riduzione del tasso di deforestazione in Amazzonia - spiega Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International - Il Brasile deve essere la dimostrazione che è possibile lo sviluppo sostenibile senza distruggere preziose foreste, un esempio che anche Indonesia e Congo possono seguire".
La proposta per una nuova legge "Deforestazione Zero" nasce a seguito della forte opposizione dell'opinione pubblica brasiliana alle modifiche al Codice Forestale che il Congresso è pronto ha approvato ad aprile mettendo a rischio la salvaguardia dell'Amazzonia e disfacendo una legge che per anni ha consentito la protezione delle foreste in Brasile.
"Crescita economica e protezione delle foreste sono gli obiettivi che il Brasile può raggiungere. Per farlo è necessario che la Presidente Dilma Roussef e il Congresso Brasiliano si rendano conto dell'errore che commetterebbero approvando il Nuovo Codice Forestale e che solo con un quadro normativo forte ed efficace potranno garantire la protezione dell'Amazzonia" - denuncia Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia.
L'effetto combinato della deforestazione e dei cambiamenti climatici a danno del più grande polmone del pianeta, ci sta spingendo verso un punto di non ritorno. E certo questo non è un bel biglietto da visita per Rio+20.
Gabriele Salari
Gabriele Salari