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La Segreteria di Stato della Santa Sede ha pubblicato un comunicato che deplora il tentativo di condizionare i cardinali in vista del Conclave con la diffusione «di notizie spesso non verificate o non verificabili o addirittura false e, anche con grave danno di persone e istituzioni». Ogni buon reporter, che in fondo è uno storico del presente, sa che ogni documento, senza l’opportuna contestualizzazione, si presta a strumentalizzazioni o pressapochismi. E questo nell’ambito della caso Vatileaks avviene con una certa frequenza. Sempre più spesso le «gole profonde» affidano i segreti non a vaticanisti esperti ma a cronistacci incalliti col pelo sullo stomaco che però digeriscono poco la materia. E infatti i vaticanisti sono rimasti spiazzati. Anche i più aggressivi. Si è verificata una sorta di osmosi informativa.
Oltretutto, visto che ormai era stato decretato il «liberi tutti», sulle scrivanie dei giornali sono atterrati stormi di presunti «corvi» anonimi. Se la fonte è anonima si può fare quel che si vuole, non si capisce più niente, non si comprende se certe notizie sono vere o di pura fantasia, tanto la talpa non può essere identificata. Hai voglia a smentire. «Parla il monsignore anonimo». «E il cardinale disse: vi spiego gli intrighi del Vaticano». Nessun cognome e nome. Niente di niente. Chi ci dice che non è un personaggio di pura fantasia? E siccome nel giornalismo, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato ma si indovina... Questo ci fa capire come quello di padre Lombardi, il gesuita direttore di Radio Vaticana e portavoce della Santa Sede, sia il mestiere più difficile e complicato del mondo.
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25 febbraio 2013 - Commenti
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