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Benedetti cattolici
Cattolici e politica. O, se preferite, cattolici in politica. Il tema è sempre in prima pagina.
Il cardinale Bagnasco, nella prolusione alla Cei, ha detto che la politica deve smettere di essere “una via indecorosa per l’arricchimento personale”. Come si fa a non essere d’accordo? E poi Bagnasco ha ripetuto l’invito ad andare a votare. Un invito, scrive Agostino Giovagnoli su Repubblica, che “implica una critica dell’antipolitica e, per estensione, una presa di distanza da Grillo e dalle sue invettive”.
Pur senza citarlo, il cardinale ha risposto poi al sociologo De Rita, secondo il quale ci sarebbe un preoccupante silenzio dei cattolici nell’attuale campagna elettorale. E’ “quantomeno ingiusto – ha detto Bagnasco – guardare con sufficienza o, peggio, ironizzare sull’afasia dei cattolici e dei pastori”.
Un cattolico non afasico è Franco Monaco, che sull’Unità, anche lui in disaccordo con De Rita, ribadisce che “non si danno le condizioni per la ricostruzione di un partito simil-Dc”. Va bene, ma questi benedetti cattolici dove vanno?
Per chi voterà Comunione e liberazione?, si chiede sul Manifesto Filippo Gentiloni. Risposta un po’ sconsolata: “Oggi il gruppo dirigente di Cl appare piuttosto diviso al suo interno e non in grado di indicare e sostenere partiti e candidati amici, come avveniva in passato”.
Insomma, su cattolici e politica continuano a scorrere fiumi d’inchiostro, ma l’impressione è che non vadano a sfociare da nessuna parte.
Pubblicato il 29 gennaio 2013 - Commenti (0)