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Se i cattolici abboccano alle frottole elettor
«Dio ti vede, Stalin no», si leggeva sui manifesti della campagna elettorale del 1948. Ma oggi cattolici quando votano tengono conto della dottrina sociale della Chiesa? Per il sondaggista Nando Pagnoncelli «è un’illusione che i cattolici votino secondo la consonanza con i propri valori. Tutte le ricerche degli ultimi vent’anni evidenziano una sorta di affrancamento dai pronunciamenti della Chiesa sulla politica e l’agire. Indietro non si torna. Gli elettori mostrano anche una certa insofferenza rispetto a eventuali indicazioni che dovessero giungere dalle gerarchie ecclesiastiche.
Sempre più raramente la Chiesa è in grado di conformare i comportamenti dei cattolici, anche di coloro che vanno a messa. Non a caso si è parlato di una sorta di religione fai-da-te, dove il credente tende ad accettare o rifiutare l’insegnamento o le indicazioni della Chiesa in relazione alla maggiore o minore sintonia con il proprio stile di vita. È chiaro che anche le scelte elettorali rientrano in questo atteggiamento». Insomma, si prega, si vive, si vota, in dis-ordine sparso, come abbiamo già scritto. E i politica si crede un po' a tutti. Eppure i valori del Vangelo servirebbero. Non solo per orientare il voto ma anche per distinguere il grano dal loglio. E a non abboccare alle tante false promesse (quattro milioni di posti lavoro, il 75 per cento delle tasse da trattenere suil territorio, la cancellazione dell'Imu etc.) che stanno inquinando la campagna elettorale.
Pubblicato il 11 febbraio 2013 - Commenti (2)