Volontari, e la carrozzina è solidale

Un gruppo di pensionati ha dato vita al "progetto Testimone": riparano carrozzine e altri materiali sanitari e danno tutto in comodato gratuito ai più bisognosi. Un'idea di successo.

01/02/2012
Uno dei volontari dell'Associazione SOS MIlano durante la riparazione di un elevatore per persone disabili.
Uno dei volontari dell'Associazione SOS MIlano durante la riparazione di un elevatore per persone disabili.

Pino, Giovanni e Luciano sono tre pensionati milanesi, di quelli talmente attivi che sono più stanchi adesso di quando lavoravano. Figli della città dal cuore grande, la città che non sta mai con le mani in mano. Dopo il pensionamento erano diventati volontari del soccorso, con l’Associazione SOS Milano. A un certo punto, hanno compiuto 70 anni senza nemmeno accorgersene, e sono dovuti scendere dalle ambulanze: così dice – giustamente – la legge. Riflessi e sangue freddo non bastano più a quell’età.

Di starsene a casa, neanche a parlarne. Così si sono inventati il progetto "Testimone": a Milano e provincia, con altri cinque amici, raccolgono carrozzine, letti da degenza, stampelle e ogni tipo di ausilio sanitario dalle persone che non ne hanno più bisogno, perché decedute o guarite. Sanificano il tutto, fanno qualche piccola riparazione (ma la regola è che tutto sia funzionante) e le danno in comodato gratuito alle persone anziane, malate o disabili, magari costrette ad aspettare per mesi la fornitura da parte dell’ASL, e che non possono permettersi di comprarle o di noleggiarle a pagamento.

L'unico furgone dell'Associazione SOS Milano, ormai in condizioni pessime, con il quale i volontari ritirano il materiale sanitario da riparare e lo consegnano "come nuovo".
L'unico furgone dell'Associazione SOS Milano, ormai in condizioni pessime, con il quale i volontari ritirano il materiale sanitario da riparare e lo consegnano "come nuovo".


Le richieste stanno esplodendo. “Abbiamo dovuto imporre che la richiesta sia fatta dal medico curante, da un’assistente sociale del Comune o da un Centro di ascolto, oppure che sia stata inoltrata la richiesta del presidio all’ASL competente”, spiega Pino. “Nel 2011 abbiamo distribuito 600 presidi, con le sole forze dei volontari”. Le attrezzature arrivano da diverse fonti: famiglie contattate attraverso i medici di base, residenze per anziani, ospedali e cliniche (“ma a volte gli ospedali ce li chiedono”, dice Pino).

Il progetto "Testimone" ormai è diventato un lavoro. Ritiri e consegne richiedono molto tempo, i mezzi sono quelli di soccorso prestati da SOS Milano, e l’unico furgone è ormai in condizioni pessime. “Spesso consegniamo nel weekend” dice Giovanni, “anche per evitare il traffico eccessivo”. Ma la soddisfazione compensa la fatica. “Soprattutto è bello poter dare alle persone che aiutiamo un momento di relazione umana, incontriamo tante solitudini che neanche ci possiamo immaginare”.

Tra tante soddisfazioni c’è anche un po’ di rabbia nel constatare quanto le istituzioni sanitarie siano indietro rispetto ai bisogni della gente meno fortunata. “Vedo molta indifferenza, mi dispiace dirlo” si lamenta Luciano, il più giovane dei tre. “Le inefficienze, i ritardi nella sanità pubblica, a volte sono frutto di piccoli egoismi, non sono fatti tecnici. Io comunque ogni sera sono contento di aver fatto anche una piccola cosa, ma nell’interesse di qualcuno più fragile”.

La richiesta e l’offerta di presidi si fa attraverso il sito Internet  www.sosmilano.it.

Ida Cappiello
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Postato da DOR1955 il 02/02/2012 09:20

Nel leggere questo tipo di notizie si prova, almeno da parte mia, nel contempo ammirazione e disprezzo. Ammirazione per le persone, che a loro spese (oltre che di tempo anche economiche) si impegnano per aiutare, con i loro "talenti", altre persone in difficoltà. Dall'altra disprezzo, reale disprezzo per non dire di peggio, per tutti quelli che, in un modo o nell'altro, approfittando del loro ruolo nella società (politici - amministratori e dirigenti pubblici - ecc) sprecano - e molto spesso sottraggono illegalmente - risorse pubbliche che inevitabilmente si ripercuotono su settori come sanità, scuole, trasporti e altro. Penso che sarà molto difficile uscire da questa situazione di illegalità diffusa; l'unica consolazione è sapere che, comunque, c'è una parte della società italiana "sana" e disponibile verso gli altri. Congratulazioni a queste persone e spero che tanti seguiamo il loro esempio. Per gli "altri" sopra citati non ho parole; confido che "Qualcuno" farà vera giustizia.

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