02 Dicembre 2012 - I Domenica di Avvento

Salvezza e giudizio
 
Luca (21,25-28.34-36)
 
Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti [...]. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso [...]. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere».

Nell’anno liturgico che oggi ha inizio nella Chiesa leggeremo il Vangelo di Luca. È un Vangelo che si apre con una nota dello stesso autore scritta per rassicurarci: ciò che leggeremo è frutto di una sua indagine accurata condotta presso persone che hanno visto Gesù e sono vissute a lungo con lui. E Maria è tra queste. Tutto il Vangelo di Luca segue uno schema originale: gli eventi si svolgono all’interno di un lungo viaggio di Gesù verso Gerusalemme, ed è proprio nella Città Santa che Gesù pronuncia il discorso qui riportato. Si tratta della venuta del “Figlio dell’uomo”, termine un poco misterioso, ma utilizzato dalla tradizione giudaica. Nel Nuovo Testamento questo titolo dato a Gesù pone l’attenzione sul fatto che Gesù è anche un essere umano come tutti gli altri proprio perché nato da una donna, Maria. Si vuole così puntualizzare lo stretto legame che esiste fra Gesù Cristo e il genere umano. Questa sottolineatura, così importante in tutto il Nuovo Testamento, non contraddice però il dato di fede su Gesù “Figlio di Dio”. La prima parte del brano contiene vocaboli che possono incutere un certo timore: segni che generano paura, ansia e angoscia per cataclismi naturali... Noi però stiamo saldi nella fede, non diamo retta ai “profeti di sventura” che vedono dappertutto i segni della fine del mondo, anche ai nostri giorni. Gesù ci sta introducendo non alla fine, ma a un inizio nuovo e luminoso, carico di speranza: «Vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria». Perché questa “seconda venuta del Signore”? Il brano di Vangelo dice: «Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina ». In questione è dunque il compimento della salvezza che, offerta a tutti dalla croce, si realizzerà in pienezza nel regno di Dio tante volte annunciato da Gesù come presenza del Padre già nella nostra vita di ogni giorno, come forza nuova che genera vita nuova in chi lo accoglie, lo celebra e gli dà testimonianza. La seconda parte del brano non contraddice la prima, anche se introduce il tema del giudizio di Dio su ciascuno di noi. San Giacomo ci assicura che si tratta di un giudizio di misericordia (Gc 2,13); occorre però stare attenti, vegliare sul nostro “fare” quotidiano. Esso deve continuamente ispirarsi alla parola di Gesù, al suo fare, al suo essere radicato nella volontà del Padre. Questo brano di Vangelo è per noi un prezioso avvertimento: siamo invitati a superare e vincere ogni distrazione e ogni faciloneria nelle questioni importanti della vita. Questa è dono, è affidamento di una responsabilità: dobbiamo riconoscervi in ogni istante la presenza di una salvezza che possiamo e dobbiamo annunciare, sino ai confini della terra, ciascuno secondo la vocazione che gli è data: è la nuova e straordinaria notizia del Vangelo.

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