29
nov

Il vento che…scatena le tempeste nello spazio

Il sole è circondato da una corona, nella quale si raggiungono temperature intorno ai 2 milioni di gradi, costituita prevalentemente da elettroni liberi che diffondono la luce emessa dalla superficie solare (fotosfera ). Oltre agli elettroni, nella fotosfera sono presenti anche i protoni (cariche positive) e rari atomi di metalli pesanti parzialmente ionizzati. L'insieme di elettroni, protoni e atomi ionizzati costituisce il vento solare, un flusso di particelle con una densità media di circa 10 particelle per centimetro cubo, la cui intensità varia in rapporto all'attività delle macchie solari. Il vento solare si muove nello spazio ad una velocità di 300-800 km al secondo e, giunto in prossimità del nostro pianeta, interagisce con il campo magnetico terrestre. L'intensità di quest’ultimo decresce molto rapidamente nello spazio circostante, fino ad annullarsi ad una distanza di circa 60-90 mila km dalla terra.

Ma anche il vento solare – come del resto tutte le cariche elettriche in movimento - genera, a sua volta, un proprio campo magnetico il quale, ad una distanza di circa 60.000-80.000 km, ha un'intensità pari a quella del campo magnetico terrestre. Ma, quando le eruzioni solari sono più intense, la concentrazione di particelle cariche del vento solare aumenta notevolmente, cosicché diviene molto più intenso anche il campo magnetico autonomo del vento solare, che disturba ed altera, in tal modo profondamente, il campo magnetico terrestre (fenomeno noto appunto col nome di tempeste magnetiche), i cui effetti si avvertono soprattutto sulle onde radio la cui propagazione risulta, in tali circostanze, fortemente disturbata. Nelle eruzioni particolarmente violente, gli effetti indotti dal forte e brusco aumento del campo magnetico terrestre possono danneggiare anche le centrali elettriche, come avvenne nel 1989 in Canada, che restò al buio per molte ore.

Pubblicato il 29 novembre 2011 - Commenti (0)
21
lug

I satelliti meteorologici che salvano la vita

Hai visto mai


I numerosi satelliti meteorologici in orbita attorno alla Terra, oltre a fornire una gran quantità di preziose informazioni utili per la ricerca scientifica e per le previsioni del tempo, vengono talvolta utilizzati anche per un altro importantissimo scopo, di cui però la maggior parte delle persone non è a conoscenza: le operazioni di ricerca e soccorso che si svolgono attraverso tutto il Pianeta. Tutto avviene all’interno di un programma internazionale, il COSPAS-SARSAT, che fornisce sostegno alle operazioni di salvataggio in atto in ogni luogo del Mondo: ideato da Canada, Francia, USA e Russia il sistema è progettato per assistere, attraverso l’utilizzo di diverse reti satellitari (fra cui appunto quelle normalmente utilizzate per scopi meteorologici), le operazioni di soccorso e nel corso degli anni ha raccolto l’adesione di numerosi altri paesi, fra cui anche l’Italia.

L’internazionalità del programma si riflette anche nella sua sigla, che per descriverne le principali attività unisce un acronimo russo e uno americano: COSPAS sta difatti per "Cosmichheskaya Sistyema Poiska Avariynich Sudov", che in russo significa Sistema Spaziale per la Ricerca delle Navi in Pericolo, mentre il termine SARSAT indica le parole inglesi “Search and Rescue Satellite Aided Tracking system”, ovvero Sistema Satellitare di Localizzazione per la Ricerca e Soccorso. Ebbene nel corso del 2010 il programma COSPAS-SARSAT ha contribuito a salvare nel Mondo la vita di 2338 persone, in diverse missioni di soccorso indicate, nella mappa riprodotta dagli analisti della NOAA, dai pallini di colore verde.

Pubblicato il 21 luglio 2011 - Commenti (0)
18
mag

Furiosi incendi in Canada

Hai visto mai


Negli ultimi mesi le regioni interne del Canada Occidentale, in particolare Alberta, Saskatchewan e Manitoba Meridionale, hanno dovuto affrontare un grave periodo di siccità che ha inaridito il terreno e messo a dura prova le attività agricole. Ma cosa ancor peggiore, nei primi giorni di questa settimana intensi e secchi venti, con la complicità del terreno povero di umidità e della vegetazione assai asciutta, hanno favorito in tutta la regione lo sviluppo di numerosi devastanti incendi, le cui enormi nuvole di fumo sono diventate visibili anche dallo spazio. 
Nell’immagine, scattata dagli strumenti a bordo del satellite Terra della NASA, si possono difatti distinguere le nubi di cenere e fumo che si estendono dalle regioni centrali di Alberta e Saskatchewan fino ai Territori di Nordovest, oscurando il cielo su fette di suolo canadese lunghe centinaia di chilometri.

Lunedì 16 maggio, giorno in cui è stata scattata l’immagine, il Governo dell’Alberta ha comunicato che sul territorio dello stato stavano divampando ben 116 incendi, di cui 34 fuori controllo. Già il giorno successivo il numero degli incendi è sceso a 100, di cui “solo” 22 fuori controllo, ma la gravità della situazione ha comunque spinto alcune compagnie petrolifere che trivellano nella regione e diverse aziende di trasporto a sospendere l’attività, mentre le autorità dello stato di British Columbia hanno preso la decisione di inviare ben 330 vigili del fuoco per dar man forte ai colleghi dell’Alberta. Attualmente la situazione, benché in generale sotto controllo, rimane ad alto rischio incendi.

Pubblicato il 18 maggio 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

Il meteo di Giuliacci

Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. È laureato all'Università La Sapienza di Roma. È autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

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