30
mag

Settimane “di fuoco” negli Stati Uniti


 
          Numerosi furiosi incendi nel Sudovest della nazione.

In questa seconda metà di maggio il Messico e gli Stati Uniti Sud-Occidentali hanno dovuto affrontare un periodo decisamente critico sul fronte degli incendi. In particolare sul territorio degli Stati Uniti i satelliti della NASA e della NOAA hanno contato oltre 8000 focolai, e anche se questa cifra è probabilmente sovrastimata (non tiene conto del fatto che diversi incendi sono stati conteggiati da più di un satellite), il numero rimane comunque decisamente elevato. Le zone maggiormente colpite sono l’Arizona e il New Mexico, stati in cui la furia delle fiamme ha letteralmente mandato in fumo migliaia di ettari di terreno coperto da vegetazione: in particolare il più grande di questi incendi, ribattezzato Gladiator Fire, ha bruciato oltre 6000 ettari di area boschiva poco a nord di Phoenix, in Arizona.

La propagazione delle fiamme è stata favorita dai venti intensi e assai asciutti che, provenienti dall’arido e caldo Deserto di Chihuahuan (che si estende lungo il confine tra Stati Uniti e Messico), hanno spazzato con insistenza la regione. Ma a preparare il terreno al facile sviluppo degli incendi è stato soprattutto il severo periodo di siccità che ha colpito negli ultimi mesi gran parte degli Stati Uniti Occidentali. In particolare nell’immagine, elaborata dagli studiosi della NOAA, in marrone sono evidenziate le zone in cui il tasso d’umidità del terreno (misurato come contenuto volumetrico d’acqua del terreno) è minore di 0,5: le tonalità più scure indicano addirittura terreni quasi del tutto privi di umidità e quindi assai favorevoli allo sviluppo e propagazione delle fiamme.

Pubblicato il 30 maggio 2012 - Commenti (0)
29
mag

Il meteo prima degli anni ’80

La meteorologia come scienza, e le previsioni del tempo come sua applicazione, sono nate intorno agli anni ’40, senz’altro sotto lo stimolo delle esigenze belliche del momento, ma ancor più per merito di qualche felice intuizione relativa alla dinamica e termodinamica dell’atmosfera – quale la teoria dei fronti – e grazie anche alla possibilità di sfruttare alcune importanti scoperte scientifiche, come il telegrafo, il quale consentiva di accentrare, nel volgere di 1-2 ore, le osservazioni sinottiche relative anche a un intero continente. Inoltre, per merito delle onde radio, era ormai possibile ricevere a terra le informazioni effettuate a varie quote dai palloni sonda.

Il meteorologo poi riportava a mano, sull’area continentale di interesse, le osservazioni sinottiche rilevate al suolo e, sempre a mano, tracciava le isobare. Dalla ragnatela di linee che così prendeva forma sulla mappa geografica, era possibile evidenziare le aree dove la pressione era più bassa (cicloni) o più alta (anticicloni) rispetto alle aree adiacenti. Su un’altra mappa venivano invece tracciate le linee congiungenti i punti con medesima temperatura (isoterme), onde individuare la posizione delle masse d’aria calde o fredde. In quelle ristrette fasce geografiche dove le isoterme sono molto fitte è evidente che si “fronteggiano”, gomito a gomito, una massa d’aria fredda e una massa d’aria calda e lì possono verificarsi reciproci sconfinamenti di aria fredda verso le aree occupate dall’aria calda (fronte freddo) o viceversa (fronte caldo). A questo punto, dalla sequenza cronologicamente ordinata di più mappe, era possibile prevedere, attraverso l’estrapolazione dello spostamento, la posizione che avrebbero assunto nell’immediato futuro i cicloni, gli anticicloni e i fronti.

La tecnica di estrapolare nel futuro la traiettoria dei sistemi atmosferici osservata nelle precedenti 12-24 ore è nota come metodo sinottico. Il metodo sinottico, alquanto empirico, e legato molto all’esperienza soggettiva del meteorologo, dava risultati soddisfacenti soltanto per proiezioni fino a 24-36 ore, ed è stato impiegato nei centri meteorologici fino agli anni ’70. Il metodo trova ancora oggi applicazioni nel campo delle previsioni a brevissima scadenza (1-6 ore), note, in gergo tecnico, come nowcasting. Il nowcasting consiste infatti nell’estrapolare nel futuro la traiettoria dei sistemi nuvolosi osservata attraverso i satelliti e i radar meteorologici.

Pubblicato il 29 maggio 2012 - Commenti (0)
24
mag

Meteo da venerdì 25 a lunedì 28 maggio

Il caldo in atto sul Nord Italia da due giorni, verrà venerdì spazzato via da un nucleo di aria fredda in arrivo dal Mar Baltico e che raggiungerà l’alto Adriatico per poi propagarsi con freschi venti orientali a tutta la Val Padana ove le temperature massime crolleranno di 6-7 gradi rispetto ai valori calienti di ieri, giovedì. L’aria fresca favorirà anche, tra venerdì e sabato, rovesci e temporali soprattutto sulle regioni di Nordovest,sulle Alpi e al Sud. Ma poi domenica migliora quasi ovunque.

Ma ecco in dettaglio che tempo farà nel fine settimana, secondo le proiezioni del Centro www.meteogiuliacci.it:

Venerdì 25: al mattino su al Nord e Toscana; sereno sul resto d’Italia; rovesci diffusi e qualche temporale su Piemonte, Lombardia, Piacentino, Trentino. Qualche rovescio anche sulla Calabria tirrenica. Nel pomeriggio i rovesci ei temporali si estenderanno anche alle Dolomiti e alla Toscana. Nella sera rovesci su Basso Lazio, migliora sul resto d’Italia.

Sabato 26:
poco nuvoloso o nuvoloso su quasi tutta l’Italia; sereno su Isole e Medio Adriatico. Al mattino piogge su Liguria, Piemonte, Alpi lombarde, Trentino, Trevigiano, Alta Toscana, Foggiano, Campania, Lucania, Alta Calabria. Nella sera bello al Centronord, ancora piogge su Casertano, Napoletano, Foggiano, Est Sardegna, Biellese.

Domenica 27:
bel tempo al Centronord. Al mattino rovesci su Salento, Puglia, Est Sicilia. Nel pomeriggio isolati brevi temporali su regioni alpine e rilievi calabri. Nella sera possibili piovaschi su Verbano, Novarese, laghi lombardi, lago di Garda, Trentino.

Lunedì 28:
prevale quasi ovunque il bel tempo, a parte rovesci diffusi al mattino e al pomeriggio su Alpi occidentali e Alpi marittime e, a parte isolati temporali pomeridiani su Alpi centro-orientali, Appennino ligure e centrosettentrionale.

                                                                                                            www.meteogiuliacci.it

Pubblicato il 24 maggio 2012 - Commenti (0)
23
mag

Primi cicloni tropicali del 2012 per gli Usa





          Aletta e Alberto sono le prime tempeste tropicali di quest’anno.

Lunedì della passata settimana in pieno Oceano Pacifico, ad alcune centinaia di chilometri dalle coste occidentali del Messico, si è sviluppata una depressione tropicale (nell’immagine si può osservare la depressione appena formata, fotografata dai satelliti della NOAA) che già il giorno successivo, martedì 15 maggio, si è trasformata in una tempesta tropicale, ovvero un ciclone tropicale al cui interno i venti soffiano a oltre 62 chilometri orari: il ciclone tropicale, a cui è stato dato il nome di Aletta, non è riuscito a intensificarsi al punto da diventare un uragano e nei giorni successivi si è progressivamente indebolito, fino a spegnersi del tutto ben lontano dalle coste americane.

Tuttavia questo rimane il primo ciclone tropicale del 2012 per i mari attorno al continente americano, e si è formato con qualche settimana di anticipo rispetto all’apertura ufficiale della stagione degli uragani nel Pacifico Orientale: come avviene anche per il bacino dell’Atlantico, nel Pacifico Orientale infatti la stagione degli uragani (cioè il periodo in cui solitamente si osserva la formazione di queste temibili tempeste) inizia il primo giugno e si chiude con la fine di novembre. E proprio negli ultimi giorni, nel corso del fine settimana, anche l’Atlantico ha “partorito” il suo primo ciclone tropicale di quest’anno: è la tempesta tropicale Alberto che, formatasi non lontano dalle coste di Florida e Georgia, nei prossimi giorni si muoverà verso nord, lambendo gran parte delle coste orientali degli Stati Uniti, senza tuttavia investire direttamente il continente.

Pubblicato il 23 maggio 2012 - Commenti (0)
21
mag

La Latitudine dei cavalli

Nel nostro emisfero, le masse d’aria si spostano dall’equatore ai 30°Nord attraverso una mega cella convettiva chiamata cella di Hadley. Le masse d’aria superficiali lungo l’equatore, riscaldate dai raggi solari che arrivano perpendicolarmente su di esse, tendono a sollevarsi, a raffreddarsi, a condensarsi e a trasformarsi in pioggia; non a caso quasi tutte le foreste sono distribuite lungo le latitudini equatoriali. Le masse d’aria equatoriali, raggiunta l’altezza di circa 12 mila metri, si dirigono poi verso Nord e ridiscendono intorno al 30° parallelo determinando una fascia di alta pressione quale l’anticiclone delle Azzorre; tale discesa determina un notevole riscaldamento per compressione dell’aria per cui le zone intorno a 30°N sono caratterizzate da aree desertiche, quali quello del Sahara.

La latitudine di 30°N (così come quella dei 30°S) viene chiamata anche latitudine dei cavalli. Ma perché questa denominazione? Al tempo della navigazione a vela, il trasporto della merce da un continente all’altro era effettuato dai velieri che sfruttavano i venti più favorevoli per una più spedita navigazione. Quando però i velieri giungevano nella fascia di alta pressione dei 30°N, i marinai spesso venivano obbligati dal mare calmo e dal poco vento a fermarsi per diversi giorni e, a volte, per settimane per cui alla fine razionavano le loro provviste di acqua. Poiché i cavalli avevano bisogno di bere molto e, nonostante costituissero preziosa merce di scambio, dovevano essere sacrificati e gettati in mare.

Pubblicato il 21 maggio 2012 - Commenti (0)
17
mag

Meteo da venerdì 18 a lunedì 21 maggio

Tra oggi, venerdì, e lunedì, tre perturbazioni atlantiche porteranno nuvole e qualche pioggia sulle regioni di Nordovest e poi, tra domenica lunedì, rovesci e temporali diffusi, anche di forte intensità, su tutto il Centronord. Temperature al di sotto della media tra domenica lunedì sul Nord Italia. Sulle regioni meridionali invece si affaccerà di nuovo l’anticiclone Nord africano il quale tra sabato e lunedì, oltre portarvi tempo bello e soleggiato, darà luogo anche ad una breve moderata ondata di caldo con temperature massime per lo più comprese tra 27 e 30 gradi.

Ma ecco in dettaglio il tempo fino a lunedì:

Venerdì 18: Al mattino nubi su regioni di Nordovest ma con poche piogge, limitate alle Alpi occidentali e alla Val d’Aosta. Nel pomeriggio rasserena sulle regioni di Nordovest; nubi invece su Sardegna, regioni di Nordest e centrali ma senza la minaccia di altre piogge. Bel tempo al Sud per tutto il giorno.

Sabato 19: Al mattino nubi su regioni di Nordovest con deboli piogge sulle Alpi occidentali. Al pomeriggio schiarite sulle regioni di Nordovest; nubi in aumento su regioni di Nordest, regioni tirreniche e Isole maggiori ma senza piogge. Bel tempo al Sud.

Domenica 20: Al mattino nubi su tutto il Centronord, rovesci e temporali diffusi su Toscana, Umbria, Marche , Sardegna e tutto il Nord Italia, tranne le Dolomiti e le Venezie. Nel pomeriggio e nella sera ancora rovesci e temporali , anche di forte intensità, su tutto il Centronord e sulla Sardegna. Dalla sera rovesci anche in Campania e Puglia. Ancora bel tempo sul resto del Sud.

Lunedì 21: Molte nubi su tutta l’Italia. Al mattino ancora rovesci e temporali diffusi su tutto il Centronord, Foggiano, Campania, anche di forte intensità. Al pomeriggio rovesci su Umbria Toscana, Ovest Sardegna e tutto il Nord, tranne Ponente ligure ed Emilia. Nella sera ancora rovesci su Alta Toscana; qualche pioggia su Lombardia, Alpi centro-orientali.

                                                                                                             www.meteogiuliacci.it

Pubblicato il 17 maggio 2012 - Commenti (0)
16
mag

Dal caldo al freddo

 
          Il brusco balzo all’indietro del tempo

Nella seconda parte della scorsa settimana abbiamo vissuto un vero e proprio anticipo d’estate, in particolare fra venerdì e sabato, quando abbiamo goduto di giornate ovunque belle e soleggiate, condite da temperature pomeridiane quasi ovunque comprese fra 25 e 30 gradi, con punte addirittura fino a 31-32 gradi. Ma poi, all’improvviso, tra la fine di sabato e la giornata di domenica, sole e caldo hanno lasciato il posto a temporali, fresco e vento. Anche i satelliti meteorologici hanno fotografato, in questa immagine, il fronte di aria fredda atlantica che nelle prime ore di domenica ha scatenato numerosi intensi temporali sulle pianure del Nord. Ma ancor più delle piogge, a tratti forti, protagonista della giornata di domenica è stato soprattutto il crollo delle temperature, con le massime (cioè le temperature delle ore più calde) che da un giorno all’altro sono scese anche di 16-18 gradi.

Le correnti decisamente fresche che accompagnavano la perturbazione infatti in poche ore hanno spazzato via il caldo dal sapore estivo, e la colonnina di mercurio dei termometri in molte città è tornata a segnare temperature da inizio primavera: in particolare a Bologna la massima è crollata dai 32 gradi di sabato ai 14 di domenica, a Milano si è passati dai 30 di sabato ai 16 di domenica e a Venezia i 26 gradi di sabato sono stati sostituiti dai decisamente più freschi 13 gradi di domenica. Insomma, un energico scossone che almeno al Nord ci ha riportato, in un solo giorno, da temperature tipiche di inizio luglio (e quindi piena estate) a valori tipici del mese di marzo.

Pubblicato il 16 maggio 2012 - Commenti (0)
10
mag

Previsioni dall' 11 al 14 maggio

Sarà un fine settimana dal doppio volto. Infatti nel breve volgere di 48 ore passeremo dal sereno e caldo portato dall’anticiclone Nord africano su gran parte del Centronord, ai temporali tra la fine di sabato e la notte di domenica sul Nord Italia e poi nel corso di domenica anche sul Centro.
Il caldo darà luogo tra oggi e domani a temperature superiori a 29 gradi su tutto il Nord, su interno Toscana, Umbria e Lazio con valori massimi di 31-32 gradi su Trentino-Alto Adige, Veneto, Bassa Emilia, Est Lombardia, Interno Toscana.
L’arrivo dell’aria fredda provocherà tra sabato e domenica un raffreddamento di 10-15 gradi su quasi tutto il Centronord. Insomma si passerà, specie al Nordest, dal caldo al freddo in appena 24 ore. I temporali saranno numerosi e violenti nella notte tra sabato e domenica su Trentino, Veneto, Lago di Garda, Mantovano, regioni ove non sono da escludere locali nubifragi. Possibili trombe marine lungo le coste romagnole.

Ma ecco in dettaglio il tempo che farà fino a lunedì:

Venerdì 11: bello e soleggiato su tutta l’Italia

Sabato 12: sereno sulle regioni di Nordovest, nubi in aumento su quelle di Nordest e sul Levante ligure. Al pomeriggio temporali su Dolomiti, Friuli, Venezia Giulia. Nella sera molti temporali su est Lombardia, Dolomiti, Venezie e di forte intensità su Veneto, Mantovano, Trentino, Ferrarese. Nella notte temporali su tutto il Nord Italia (tranne Ovest Piemonte, Val d’Aosta, Liguria) forti sul Veneto; nevicate sul Trentino oltre 1400 metri; possibili trombe marine lungo le coste romagnole.

Domenica 13: al mattino rovesci e temporali su tutto il Nord (tranne Dolomiti, Friuli), su Alta Toscana, Umbria. Al pomeriggio nubi su tutto il Nord e regioni del Medio Adriatico; rovesci su Emilia, Prealpi lombarde, Alpi Marittime; temporali sulle regioni centrali (tranne le coste laziali) e forti sull’Umbria. Nella sera temporali su Foggiano, Napoletano, regioni centrale (tranne Toscana, Marche), forti sull’Abruzzo.

Lunedì 14: bello su Sardegna e quasi tutto il Centronord; rovesci etemporali su Nord Sicilia, Abruzzo, Molise e al Sud.

Pubblicato il 10 maggio 2012 - Commenti (0)
09
mag

La Niña è giunta al termine

 
    Si sta esaurendo l’ultimo intenso episodio di questa anomalia climatica

La Niña è un periodico raffreddamento delle acque del Pacifico Tropicale e, a causa della stretta interazione fra temperature superficiali dei mari e atmosfera, è capace di influenzare profondamente la circolazione atmosferica a livello planetario. Dopo due anni in cui è stata protagonista indiscussa delle vicende climatiche a livello planetario, la Niña adesso è però giunta a conclusione, come testimoniato anche da questa immagine, realizzata grazie ai dati raccolti dal sofisticato radar altimetro installato sul satellite OSTM/Jason-2. Poichè l’acqua calda occupa un volume maggiore di quella fredda e tende quindi a rigonfiare la superficie oceanica, questo strumento, attraverso misurazioni assai precise dell’altezza del livello del mare, è infatti in grado di stabilire la temperatura delle diverse aree oceaniche.

Ebbene, come si può osservare chiaramente dall’immagine, nella prima metà di gennaio gran parte della fascia tropicale del Pacifico era ancora occupata da acque più “basse”, e quindi anche più fredde, del normale (aree colorate delle diverse tonalità di azzurro). Al contrario lo scorso 16 aprile in quasi tutto il Pacifico Tropicale la superficie marina mostrava oramai un livello nella norma se non addirittura superiore al valore normale per questa regione (aree colorate di rossastro): insomma un chiaro indizio dell’avvenuta ritirata della Niña con il ritorno del Pacifico Tropicale a condizioni “neutre”.

Pubblicato il 09 maggio 2012 - Commenti (0)
08
mag

Dalla fantasia alla realtà

Il noto film “The day after tomorrow” (“L’alba del giorno dopo”) prende lo spunto da un blocco della nota Corrente del Golfo o Gulf Stream, quel vasto fiume superficiale di acqua calda che dalla fascia tropicale atlantica si muove verso i Caraibi per poi deviare verso Nordest in aperto Oceano Atlantico fino a raggiungere e riscaldare il Nord Europa. Un analogo evento di blocco della corrente del golfo era già avvenuto circa 12 mila anni fa – periodo noto come younger dryas - quando appunto la calotta di ghiacci che ricopriva il Nord America si sciolse. La fusione dei ghiacci polari appunto anche in quella circostanza mandò in tilt la Corrente e le temperature in Europa calarono di 5 °C nel giro di un decennio.

Ma, a parte questo, è lecito chiedersi se è possibile che nei prossimi 50-100 anni si possa ripetere un evento simile a quello descritto nel film. A parte alcune forzature scenografiche, il film descrive un evento abbastanza credibile. Se il global warming del pianeta non si arresterà, le acque dolci di fusione dei ghiacci polari renderanno meno salate e quindi più leggere delle acque portate dalla corrente fino ad alte latitudini. Il mancato inabissamento delle acque della Gulf Stream sul Nord Atlantico creerebbe un specie di muro che bloccherebbe la corrente del golfo.

Pubblicato il 08 maggio 2012 - Commenti (0)
03
mag

Il meteo da venerdì 4 a lunedì 7 maggio

Tornano le piogge dapprima al Nord e poi anche al Centro. Dopo una breve pausa di bel tempo, tornano di nuovo le piogge. Le prime avvisaglie del peggioramento del tempo si avvertiranno giù nel pomeriggio di venerdì sul Nord Italia per le nuvole collegate alla avanguardia di una perturbazione atlantica sospinta verso est da un profondo vortice di bassa pressione centrato a Nordovest della Spagna (“Queene”). Sabato la perturbazione porterà piogge quasi tutto il Nord Italia. Domenica una seconda perturbazione, in arrivo dal Nord Europa , darà luogo ancora a piogge su quasi il Nord Italia, mentre un’altra perturbazione in arrivo dal Sud della Spagna raggiungerà le regioni centrali. Lunedì migliora al Nordovest ma ancora residue piogge sulle regioni di Nordest e quelle centrali. Temperature gradevoli e nella norma su tutta la penisola, tranne la Sicilia orientale ove domenica si raggiungeranno punte di 26-27 gradi.

Ma ecco in dettaglio il tempo giorno per giorno.

Venerdì 4: Al mattino nubi in Liguria; sereno sul resto d’Italia. Al pomeriggio nubi su Alpi, Piemonte e Liguria; qualche rovescio su Alpi e laghi lombardi e Novarese. Nella sera rovesci su Torinese, Verbano, Novarese e laghi lombardi.

Sabato 5: al mattino nubi su Alpi, regioni di Nordovest, regioni tirreniche; piogge su Est Piemonte, Lombardia, Liguria, Trentino, Alto Adige, Friuli, Veronese, Trevigiano. Nel pomeriggio e nella sera rovesci su Lombardia (forti nel Bresciano), Levante ligure, Trentino, Alto Adige, Friuli, Venezia Giulia.

Domenica 6: Al mattino sereno su Sicilia, Puglia, Calabria ionica; nubi sul resto d’Italia; piogge su est Piemonte, Lombardia, Levante ligure, Trentino, Alto Adige, Friuli, Venezia Giulia, Medio-Alta Toscana, Marche, coste laziali, Basso Lazio, rilievi abruzzesi e molisani, Sardegna, Campania, Lucania. Al pomeriggio piogge su Sardegna, Campania, Foggiano, regioni centrali, Lombardia, Trentino Alto Adige, Venezia Giulia, Friuli ( qui forti). Nella sera piogge su Venezie, Campania, regioni centrali e forti sul Lazio.

Lunedì 7: Rasserena su regioni di Nordovest e Sardegna. Al mattino piogge su Venezie, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Cosentino. Al pomeriggio migliora ovunque a parte residue piogge su Bellunese, Appennino emiliano, Abruzzo, Molise.
 
                                                                                                             www.meteogiuliacci.it

Pubblicato il 03 maggio 2012 - Commenti (0)
02
mag

Nevicata tardiva in America

 
             Un Rigurgito d’inverno nel Nordest degli USA

La scorsa settimana un improvviso colpo di coda dell’inverno ha riportato freddo e neve sugli Stati Uniti Nord-Orientali. Gli studiosi della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), utilizzando i dati raccolti al suolo (attraverso la misurazione diretta del manto nevoso) e quelli registrati dall’alto da aerei e satelliti, hanno realizzato questa mappatura del Nordest degli USA in cui è descritta la copertura nevosa il giorno 24 aprile, subito dopo l’ondata di tempo invernale: ebbene, in alcune zone (quelle colorate in blu) degli stati di New York, Pennsylvania, Maryland e West Virginia si sono accumulati oltre 20 centimetri di neve, e non è escluso che in alcune aree affacciate sui Grandi Laghi il manto nevoso abbia raggiunto addirittura i 35 centimetri! L’ondata di freddo e neve ha causato anche molti disagi alla popolazione, con circa 75000 persone che sono rimaste senza energia elettrica a causa dell’interruzione della rete di distribuzione.

Una nevicata così tardiva è decisamente insolita, anche per queste regioni degli Stati Uniti abituate a inverni solitamente molto freddi e nevosi: secondo quando riportato dal Los Angeles Times infatti in base ai dati in possesso al National Weather Service era dal 1928 che non si osservava una nevicata tanto importante così avanti nella stagione primaverile. Questa abbondante nevicata a primavera inoltrata arriva tra l’altro in un’annata, il 2012, in cui al contrario l’inverno in gran parte degli Stati Uniti è stato insolitamente mite e asciutto, caratterizzato da una anomala mancanza di neve.

Pubblicato il 02 maggio 2012 - Commenti (0)

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Autore del blog

Il meteo di Giuliacci

Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. È laureato all'Università La Sapienza di Roma. È autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

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