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Il meteo prima degli anni ’80
La meteorologia come scienza, e le previsioni del tempo come sua applicazione, sono nate intorno agli anni ’40, senz’altro sotto lo stimolo delle esigenze belliche del momento, ma ancor più per merito di qualche felice intuizione relativa alla dinamica e termodinamica dell’atmosfera – quale la teoria dei fronti – e grazie anche alla possibilità di sfruttare alcune importanti scoperte scientifiche, come il telegrafo, il quale consentiva di accentrare, nel volgere di 1-2 ore, le osservazioni sinottiche relative anche a un intero continente. Inoltre, per merito delle onde radio, era ormai possibile ricevere a terra le informazioni effettuate a varie quote dai palloni sonda.
Il meteorologo poi riportava a mano, sull’area continentale di interesse, le osservazioni sinottiche rilevate al suolo e, sempre a mano, tracciava le isobare. Dalla ragnatela di linee che così prendeva forma sulla mappa geografica, era possibile evidenziare le aree dove la pressione era più bassa (cicloni) o più alta (anticicloni) rispetto alle aree adiacenti. Su un’altra mappa venivano invece tracciate le linee congiungenti i punti con medesima temperatura (isoterme), onde individuare la posizione delle masse d’aria calde o fredde. In quelle ristrette fasce geografiche dove le isoterme sono molto fitte è evidente che si “fronteggiano”, gomito a gomito, una massa d’aria fredda e una massa d’aria calda e lì possono verificarsi reciproci sconfinamenti di aria fredda verso le aree occupate dall’aria calda (fronte freddo) o viceversa (fronte caldo). A questo punto, dalla sequenza cronologicamente ordinata di più mappe, era possibile prevedere, attraverso l’estrapolazione dello spostamento, la posizione che avrebbero assunto nell’immediato futuro i cicloni, gli anticicloni e i fronti.
La tecnica di estrapolare nel futuro la traiettoria dei sistemi atmosferici osservata nelle precedenti 12-24 ore è nota come metodo sinottico. Il metodo sinottico, alquanto empirico, e legato molto all’esperienza soggettiva del meteorologo, dava risultati soddisfacenti soltanto per proiezioni fino a 24-36 ore, ed è stato impiegato nei centri meteorologici fino agli anni ’70. Il metodo trova ancora oggi applicazioni nel campo delle previsioni a brevissima scadenza (1-6 ore), note, in gergo tecnico, come nowcasting. Il nowcasting consiste infatti nell’estrapolare nel futuro la traiettoria dei sistemi nuvolosi osservata attraverso i satelliti e i radar meteorologici.
Pubblicato il 29 maggio 2012 - Commenti (0)