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Hai visto mai
Nel corso dell’ultimo fine settimana il satellite GOES-13 della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha scattato questa immagine che mostra un’enorme nube di polvere e sabbia, proveniente dal Sahara, spingersi verso ovest sull’Oceano Atlantico fino all’Arcipelago di Capo Verde e oltre. Non è raro che intense tempeste di sabbia riescano a trasportare grandi quantità di materiale molto al largo nell’Atlantico, e quando ciò avviene, si osservano effetti, dal punto di vista meteorologico, attraverso tutta la fascia tropicale di questo oceano. La presenza di grosse quantità di polvere e sabbia nell’atmosfera al di sopra dell’Oceano in particolare sembra in grado di sopprimere la formazione di quelle deboli perturbazioni che poi, nell’attraversare le calde acque tropicali, spesso in questa stagione si trasformano in temibili uragani proprio in prossimità di Capo verde: insomma, quando il Sahara “sporca” i cieli dell’Atlantico, diminuisce notevolmente il rischio che violenti cicloni tropicali devastino i Caraibi piuttosto che le coste degli Stati Uniti!
Secondo Climate Prediction Center della NOAA nei prossimi mesi sull’Atlantico si osserverà un afflusso di sabbia del deserto nella norma, ed è proprio nei periodi compresi tra una tempesta di sabbia e l’altra che sarà forte il rischio che si formino dei cicloni tropicali: in particolare gli studiosi americani prevedono che fra luglio e novembre si sviluppino tra i 12 e i 18 cicloni tropicali, di cui almeno 6 destinati a trasformarsi in uragani, ovvero tempeste accompagnate da venti che soffiano a oltre 118 chilometri orari.
Pubblicato il
30 giugno 2011 - Commenti
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23
mag
Curiosando
Sotto il
Sahara, a centinaia di metri di profondità, sono stipate
enormi quantità di acqua dolce, residuo dei tempi in cui le piogge bagnavano con continuità la regione. L’Acquifero Arenario Nubiano, situato al di sotto del
Sahara Orientale, rappresenta in particolare una delle più grandi riserve idriche sotterranee del Pianeta: si estende sotto una regione vasta più di 2 milioni di chilometri quadrati, nel sottosuolo di
Libia ed
Egitto, ad una profondità che varia tra 500 e 3500 metri, e contiene circa
150 mila km3 d’acqua!
In effetti tra 5000 e 10 000 anni fa il Sahara era una regione sicuramente più umida, con intense piogge estive e su cui si estendeva una sterminata savana che dava ospitalità ad antilopi, leoni e anche primitive tribù di uomini. Dove sono finite allora le nuvole e le piogge? Sono migrate altrove per colpa… dell’asse terrestre!
L’inclinazione dell’asse di rotazione difatti varia ciclicamente nel corso di migliaia di anni: quando la Terra è maggiormente inclinata rispetto al piano di rotazione, aumenta la differenza tra inverno ed estate, mentre quando il nostro Pianeta è meno inclinato diminuisce anche il contrasto fra la stagione fredda e quella calda.
Ebbene 10000 anni fa l’inclinazione dell’asse terrestre era tale che il Sahara riceveva rispetto a oggi circa l’8% di radiazione solare in più nel corso dell’estate e l’8% in meno in inverno, per cui
nel Nord Africa l’estate era più calda e l’inverno più freddo di quanto non siano ai giorni nostri.
Il contrasto fra stagioni estive molto calde e inverni piuttosto freschi dava vita però ad una circolazione monsonica molto più intensa di quella di oggi, e i monsoni estivi africani riuscivano grazie a ciò a portare nubi e abbondanti piogge fin nel cuore del Sahara, dove gli inverni molto secchi erano quindi seguiti da estati molto calde ma anche piovose.
Pubblicato il
23 maggio 2011 - Commenti
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