05
set

Nel giorno di Katrina il passaggio di Isaac

Sette anni dopo il disastro New Orleans è tornata a tremare

La scorsa settimana, esattamente sette anni dopo il devastante passaggio di Katrina, il 29 agosto un uragano è tornato a investire con tutta la sua potenza la città di New Orleans. L’uragano Isaac, visibile anche nell’immagine raccolta appena il giorno prima (28 agosto) dai satelliti della NASA, ha difatti attraversato l’importante città della Louisiana con venti a oltre 130 chilometri orari, piogge torrenziali e un’ondata di marea (storm surge) di circa 3-4 metri, ma fortunatamente gli esiti sono stati assai meno disastrosi di quelli di sette anni prima: nel suo passaggio sulla Louisiana infatti la temibile tempesta ha causato la morte di “appena” 2 persone, contro le circa 2000 di Katrina, e soprattutto una stima provvisoria dei danni parla di “solo” un miliardo di dollari contro gli oltre 100 miliardi di dollari del 2005. L’uragano Katrina in effetti si rivelò assai più letale perché investì New Orleans accompagnato da venti a circa 210 chilometri orari e soprattutto con ondate di marea alte fino a 9 metri, e a scongiurare che Isaac raggiungesse la stessa potenza hanno provveduto le acque del Golfo del Messico: prima di investire le coste della Louisiana infatti Isaac ha attraversato una regione marina insolitamente “fresca” e quindi ha ricevuto meno calore e meno umidità (il carburante indispensabile a nutrire i cicloni tropicali) di quello necessario a diventare un uragano distruttivo come Katrina.

Pubblicato il 05 settembre 2012 - Commenti (0)
29
ago

L’uragano Isaac

È la nona tempesta della stagione degli uragani di quest’anno

La scorsa settimana si è formato il nono ciclone tropicale della stagione degli uragani 2012, il ciclone tropicale Isaac: classificato come tempesta tropicale lo scorso martedì 21, le correnti atmosferiche lo hanno poi trascinato sul cuore dei Caraibi proprio nel corso del fine settimana.
In particolare, come confermato dall’immagine raccolta dai satelliti della NASA, nella giornata di venerdì 24 agosto la tempesta tropicale ha attraversato Santo Domingo accompagnata da piogge torrenziali e venti a circa 100 chilometri orari (ma con raffiche anche oltre i 130 chilometri orari).
Nel suo movimento verso nord il ciclone tropicale ha poi investito Cuba prima di raggiungere le zone più meridionali della Florida. Nelle prossime ore invece Isaac si muoverà al di sopra delle calde acque del Golfo del Messico, dove probabilmente troverà il calore e l’umidità necessari ad acquistare maggiore potenza e a trasformarsi in un vero e proprio uragano (cioè un ciclone tropicale con venti a oltre 118 chilometri orari).
Nel suo movimento verso nord Isaac dovrebbe poi investire nelle primissime ore di mercoledì le coste sud-orientali degli USA nella regione compresa fra Mississippi e Louisiana, quindi non lontano da New Orleans (duramente colpita nel 2005 da Katrina), ma in ogni caso trovandosi a scorrere al di sopra della terraferma il ciclone tropicale perderà rapidamente potenza (gli mancheranno i rifornimenti di calore e umidità garantiti dalle calde acque oceaniche) , ed entro la fine della settimana dovrebbe dissolversi del tutto.

Pubblicato il 29 agosto 2012 - Commenti (0)
31
gen

Quando gli uragani avevano le…gonne!

Quante volte vi sarà capitato di ascoltare alla Tv o alla radio notizie del tipo “Agnese si sta pericolosamente avvicinando alle coste della Florida…” oppure “già evacuate le popolazioni lungo la costa atlantica del Nicaragua per l’ormai prossimo arrivo di George..”?!! Ebbene, come avrete intuito, si fa riferimento ad uno dei fenomeni più devastanti e più temuti in natura: gli uragani, quei vasti cicloni di 300-500 km di diametro, che imperversano in prossimità della fascia tropicale! E’ come se nei nostri bollettini meteo comparissero, di quando in quando, avvisi del tipo: “Giovanna porterà abbondanti nevicate su tutto l’Arco Alpino”. Ma come è nata questa curiosa abitudine di assegnare un nome a questi temibili fenomeni?

In realtà, la scelta di nominare i cicloni tropicali, o almeno quelli che raggiungono un certa intensità, deriva in primo luogo dalla necessità di rendere più facile lo scambio di informazioni tra centri meteorologici, addetti alla protezione civile e la popolazione in genere, sia per quanto riguarda l’osservazione e la previsione dei cicloni tropicali, sia per quel che concerne la prevenzione e gli allarmi. I cicloni tropicali hanno infatti un ciclo di vita dell’ordine di 6-10 giorni e quindi spesso capita che sulla medesima area scorrazzino due o anche tre cicloni tropicali contemporaneamente. Da qui l’esigenza di etichettarli con un nome onde evitare di confondere l’uno con l’altro. Per di più, vi è il vantaggio di ricordare più facilmente i cicloni più catastrofici: il nome Katrina richiama subito alla mente i terribili eventi che accompagnarono il suo passaggio sulla città di New Orleans, senza la necessità di dovere specificare di quale anno, di quale nazione o di quale tempesta si stia parlando.

Il primo a fare uso di nomi propri per indicare gli uragani fu agli inizi del ‘900 il meteorologo Clement Wragge, il quale assegnava alle alte pressioni, sinonimo di bel tempo, i nomi di personaggi a lui simpatici, mentre alle tempeste tropicali dava nomi di uomini politici a lui antipatici. La prassi fu ripresa nella Seconda Guerra Mondiale, quando i piloti americani iniziarono a indicare i tifoni del Pacifico con nomi femminili, per ricordare le proprie mogli o fidanzate rimaste a casa. Più in generale però, fino al 1950, ai cicloni tropicali veniva assegnato solo un numero, e nulla di più. Poi, dal 1950 al 1952, si iniziò a indicare i cicloni tropicali atlantici tramite l’alfabeto fonetico americano (Able, Baker, Charlie...).

Ma nel 1953, il Servizio Meteorologico degli USA decise di utilizzare, per l’Atlantico, solo nomi femminili: scelta motivata in parte dal luogo comune circa la mutevolezza d’umore del gentil sesso e in parte dalla tradizione marinara che assegnava alle donne il ruolo, poco simpatico, di “portasfiga”. Soltanto a partire dal 1979, i nomi dei cicloni tropicali furono attinti da una lista contenente sia nomi femminili che maschili: Bob fu il primo uragano con nome maschile. Nella tabella sono indicati i nomi assegnati o da assegnare dal 2011 al 2013. L’ultimo uragano atlantico del 2011, tuttora presente appena ad est dei Caribi, è stato Ophelia.

Pubblicato il 31 gennaio 2012 - Commenti (0)

Pubblicita

Autore del blog

Il meteo di Giuliacci

Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. È laureato all'Università La Sapienza di Roma. È autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

Calendario

<<maggio 2024>>
lmmgvsd
12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031
gli altri blog di Famigliacristiana
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati