27
lug
Clima e salute
I
raggi ultravioletti (UV) possono provocare disturbi fastidiosi anche agli occhi, come la secchezza, perché sole e caldo fanno evaporare la pellicola lacrimale causando bruciori e difficoltà ad aprire le palpebre. Ecco perché i raggi UV debbono essere sempre filtrati con
occhiali protettivi. Non c’è nessun relazione tra quanto è scura una lente e la sua capacità di bloccare i raggi UV. Quello che invece importa è verificare che sugli occhiali ci sia il marchio CE, che ne garantisce la capacità filtrante. Gli occhiali scuri senza filtro UV non solo sono inutili ma addirittura dannosi: infatti con la lente scura le pupille si dilatano e in questo modo lasciano passare una dose maggiore di raggi UV. Oggi esistono anche
lenti alla melanina sintetica che offrono una maggiore protezione e una migliore percezione dei colori. E vi sono anche lenti a contatto con filtro UV. Le lenti CE debbono essere graduate in maniera di assorbire più o meno luce a seconda delle circostanze. In condizioni normali sono sufficienti lenti con un grado di assorbimento del 60-80%. Ma con luce intensa e con riverbero (in barca, sulla neve) il grado di assorbimento deve essere del 90-95%. Al momento dell’acquisto è pertanto necessario verificare che la lente riporti la categoria del
potere filtrante, indicato con un numero che va da zero a 4, secondo la seguente legenda:
0: per interni o cielo coperto; .
1: con cielo nuvoloso;
2: con cielo velato o in città;
3: luminosità forte, come al mare o in montagna;
4: luce solare molto forte come in alta montagna, sui ghiacciai, negli sport acquatici.
Sono
sconsigliate invece
lenti con una cromatura graduale (più scure nella parte superiore, più chiare nella parte inferiore), in quanto la luce non penetra soltanto dall’alto, anzi, in determinate situazioni, quali sull’acqua o sulla neve, la luce riflessa dal basso è particolarmente intensa. Porre attenzione anche alla
grandezza degli occhiali da sole: quelli di piccole dimensioni vanno di moda, ma non sono quelli che offrono la protezione migliore perché più sono grandi e più vi riparano dai raggi dannosi. In acqua o sulla neve dovrebbero essere utilizzati addirittura occhiali da sole con alette.
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27 luglio 2011 - Commenti
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20
lug
L'indice UV relativa agli stati europei.
Clima e salute
Allo scopo di quantificare il rapporto tra l’esposizione ai
raggi ultravioletti (UV) e il livello di rischio per la nostra pelle e i nostri occhi, l’
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’
Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) suggeriscono l’impiego dell’”
indice UV”.
L’indice esprime, in una
scala da 1 a 12, la presunta dose di raggi UV che raggiunge il nostro corpo,
tenuto conto della concentrazione attuale di ozono stratosferico, della latitudine,
longitudine e
altitudine del luogo, del
giorno e del
mese, dell’ora del giorno e dello stato del cielo. Sulla base dell’indice è posbbile stabilire, per ogni fototipo, il rischio di danni alla pelle (vedi tabella sotto).
Sulla base di tale indice si può anche stabilire, per ogni tipo di pelle, quanti minuti si può stare esposti al solo senza subire danni e quali e le eventuali protezioni da impiegare ( vedi tabella sotto).
Nella Fig. 1 è riportato il valore dell’indice previsto per il giorno 9.7.2011 in Italia dal sito europeo http://www.woitalia.it/weather/maps/forecastmaps
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20 luglio 2011 - Commenti
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06
giu
Curiosando
L'arcobaleno è generato dalla dispersione ottica della luce solare che attraversa gocce di pioggia rimaste in sospeso nell’aria dopo un acquazzone. La luce viene prima deviata nel penetrare nella goccia, riflessa sul retro della goccia e ancora deviata come lascia la goccia. La deviazione del raggio uscente rispetto a quello entrante va dai 137 gradi, per il colore rosso, ai 139.5 per il violetto. E’ in tal modo comunque che la luce bianca del raggio incidente viene scomposta nei colori dell’arcobaleno.
I raggi solari ovviamente colpiscono tutte le goccioline presenti in
quel momento nell’aria ma, dopo la doppia deviazione da parte delle
gocce, raggiungono il nostro occhio soltanto se l’angolo formato tra il
raggio uscente che arriva al nostro occhio e quello entrante è di
40-42° . La posizione dell’arcobaleno nel cielo è solo apparente tanto
che decresce e si allontana verso l’orizzonte man mano che il sole si
innalza nel cielo fino a scomparire quanto il sole è allo zenit.
Inoltre, via via che l’osservatore si avvicina, l’arcobaleno sembra
allontanarsi perché viene “ricostruito” dalle nuove goccioline di
pioggia, più lontane, che soddisfano la condizione dei 42 gradi.
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06 giugno 2011 - Commenti
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09
mag
Una drammatica immagine scattata dopo il terremoto di marzo in giappone.
IL terremoto in Cile nel marzo 2010, quello del Giappone del marzo 2011 e lo tsunami in Indonesia nel 2004, provocarono uno spostamento dell’asse di rotazione terrestre di qualche metro. Siccome un modifica dell’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita della terra intorno al sole, modifica anche l’inclinazione dei raggi solari in arrivo sulla Terra ne consegue che potrebbe avere ripercussioni sul clima del pianeta.
In realtà 6 metri di spostamento non sono tali da poter provocare un minimo effetto sul clima. Ve lo dimostriamo con il seguente esempio. L’asse di rotazione della terra ha una periodica oscillazione di 23.000 anni lungo una traiettoria circolare (come una trottola, che oltre a ruotare intorno al proprio asse, “barcolli”). Il fenomeno, noto come “precessione degli equinozi”, fa sì che l’asse di rotazione terrestre si sposti di circa 3 km rispetto alla posizione occupata un anno prima. Ma nonostante ciò gli effetti cumulativi della precessione sul clima si avvertiranno non prima di qualche migliaio di anni. Figuriamoci allora se il clima può essere influenzato da di una modifica di inclinazione di 6 appena metri.
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09 maggio 2011 - Commenti
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