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Il satellite SAC-D (Satelite de Aplicaciones Cientificas-D), lanciato in orbita il 10 giugno 2011 nell’ambito della missione Aquarius, nell’ultimo anno ha inviato a terra preziosissimi dati, che hanno consentito di realizzare una dettagliata mappatura della salinità di tutti i mari del Pianeta. Il progetto Aquarius è gestito in collaborazione da NASA e CONAE (Comision Nacional de Actividades Espaciales) argentino, e prende il nome da un sofisticato strumento (chiamato appunto Aquarius) installato a bordo del satellite SAC-D e in grado di misurare dallo Spazio la concentrazione di sale del primo strato marino. Ma perché tanta attenzione alla salinità del mare? Ebbene, il contenuto di sale influenza anche la densità, e quindi il peso, dell’acqua, e le differenze di salinità spingono alcune masse d’acqua a sprofondare e altre invece a riemergere in superficie, dando impulso così alle rete delle correnti oceaniche.
L’immagine realizzata grazie al progetto Aquarius evidenzia in particolare la grande differenza di salinità fra i due principali oceani: l’Atlantico è infatti più “salato” (colori delle tonalità del rosso e del giallo, che descrivono acque molto salate) del Pacifico (maggior presenza dei colori azzurro e verde, indizio di acque meno salate), dove invece le piogge e il contributo delle acque dolci portate dai fiumi compensano maggiormente il fenomeno dell’evaporazione, che al contrario, sottraendo molecole d’acqua senza toccare il sale, fa inevitabilmente aumentare la salinità. Fra i mari più salati al mondo (colorazioni arancio-rosse) anche il Mediterraneo, dove piogge e fiumi fanno molta fatica a rimpiazzare l’acqua che evapora.
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20 giugno 2012 - Commenti
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